La Via Vandelli collega Modena e Massa. Il Duca Francesco III d’Este chiede a Domenico Vandelli un progetto per una strada moderna, di facile manutenzione, che passi solo per i territori del ducato estense. Il primo progetto del 1738 ricalca la via Bibulca. Il secondo progetto del 1739 è quello più innovativo e leggendario. Nel 1750 viene realizzata la bretella da Sassuolo. Si tratta di una strada frutto dell’illuminismo, di un sovrano e del suo progettista. La prima strada europea progettata e fornita di infrastrutture per l’alloggio e il ristoro, una gigantesca opera dell’ingegno umano. Oggi in gran parte è nascosta sotto le strade moderne, o sbiadisce in sentieri, o sparisce tra prati e boschi. Questo sito offre le informazioni per camminare in sicurezza sulla madre di tutte le strade moderne (e l’occasione per riscoprire il percorso originale, senza compromessi); e un po’ di poesia.
da il libro “La Via Vandelli – Antica strada, nuovo cammino” di Giulio Ferrari
Un’opera ingegneristica estremamente coraggiosa ed ardita, quasi impensabile per quei tempi, che permise al ducato di avere uno sbocco al mare e che fu realizzata sotto la supervisione dell’abate Domenico Vandelli e di chissà quanta manodopera dell’epoca.
La strada attraversa l’Emilia e la Toscana in un alternarsi di paesaggi unici ed irripetibili, oltrepassa montagne con due passi oltre i 1500m di altezza (passo Lagadello e passo Tambura) in un alternarsi di scenari di rara bellezza per l’Appennino e non solo.
Sia la parte emiliana che toscana sono state in parte soverchiate da tratti asfaltati ma l’occhio attento del viandante saprà scorgere i muretti a secco ed i ciottolami che lastricano alcuni tratti più impervi o scoscesi.
Il tratto forse più ben conservato è quello che scende a Resceto dal rifugio Nello Conti. La strada precipita con tornati e pendenza costante a zigzag con imponenti muri a secco, in un ambiente apparentemente povero di vegetazione, ma che invece ad una osservazione più attenta, rivela la presenza di piante e fiori di un rara bellezza.
Da San Pellegrino in Alpe, il rifugio Burigone od i Campaniletti l’orizzonte si dipana e si intravedono le isole della costa ligure e toscana. Al Passo Tambura il panorama è unico e magnifico: da una parte la costa ligure e toscana e nelle giornate limpide la Corsica, dall’altra parte la Garfagnana e un lungo tratto della catena appenninica.
MIA CONDOTTA:
Vengono qui descritte le ultime 5 tappe della classica Via Vandelli, effettuate in solitaria ed invernale dal 31 dic al 5 gennaio di un anno e stagione particolarmente mite e con poche precipitazioni nevose recenti. Consiglio il percorso solo nei mesi tardo primaverili od autunnali. In estate potrebbe esserci troppo caldo soprattutto nelle prime tappe ed in inverno il superamento dei passi comporta attrezzatura da escursionismo invernale (ramponi e/o ciaspole).
ACCESSO:
Qui si descrive la via Vandelli con partenza da Pavullo che sarebbe la terza giornata del percorso classico. Link al P consigliato.
Seconda via nata al Sassomorello su quella che era un’altra linea naturale della parete ad una prima osservazione dal basso. Partenza con singolo atletico poi traverso per portarsi sotto al bel diedro del secondo tiro che purtroppo perde presto la verticalità. Si percorre il facile sperone di conserva e si sosta alla base di una breve e scura fascia strapiombante ove si sosta. Si riparte traversando e forzando il breve passaggio e poi con percorso abbattuto si arriva sotto alla verticale fascia mediana, che qui si vince facilmente con una divertente fessura da integrare. Appena lasciata si è al libro di vetta condiviso con la via Il Bucato(link). Per bosco si sale camminando verso la croce e passando i filari del bucato si trova un sentierino. Ormai in vista della chiesa ma prima della casa, si butta l’occhio a sinistra ed in breve si percorre l’ultimo corto tiro che conduce direttamente alla croce, ove si sosta. Nel complesso una via esplorativa con qualche bel passaggio nel solito ameno paesaggio del Sassomorello (link). Per mezze giornate spensierate o dal meteo incerto, ma occhio a non farvi trovare qui con un temporale, ho visto poche rocce diventare così scivolose come l’ofiolite. Provare per credere!
N.B. 2019
Apritori:
N.Bertolani e S.Corradi dal basso (27 giugno 2019, 4 luglio 2019)
Accesso:
dal BASSO:
da Nord:
Sulla Provinciale 21 tra Serramazzoni e Prignano (MO) scendere per una stretta svolta sulla via Casinatenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante tenere a dx la via Bertoni e parcheggiare appena prima di una svolta a sx di 90° e di un ponticello.Link al P con google maps.
da SUD:
(consigliato per i romantici siccome regala una bella visione d’insieme della parete dal basso) Indicazioni Gombola(MO), passato il bel paese con vista sul borgo (fermatevi) si tiene laviaValrossennafino al bivio nei pressi dell‘abbandonato ponte romano Cervaro (link) Lì imboccare la via Badaglia tenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante diviene via Bertoni e la vista si apre su una magnifica vallata con ruderi e la rocca del Sassomorello che domina in alto. Parcheggiare appena dopo una svolta a 90° che passa su un ponticello. Link al P con google maps. Dal P: 5 min tot.
dall’Alto:
(consigliato se dopo si vuole concatenare con Antenna 1 Rock station, provare alcuni monotiri od anche solo rinfrescarsi e mangiare qualcosa all’ombra su comode panchine).
Parcheggiare nel borgo di Sassomorello tra la chiesa di San Bartolomeo (link approfondimento) ed i cassoni della differenziata. (link a P su google maps). Seguire per 30m verso S la strada principale via Don Luigi Spallanzani che diviene strada bianca e scende verso W. Percorrerla con vista sulle pareti ed il bel borgo di Sassomorello sempre in bella mostra, fino al limite di una casa ove una palina CAI indicherà andare sulla dx (direzione SUD). In falsopiano seguire una traccia che poi scende fino ad una zona paludosa (palina CAI) ed in breve si è sotto alla parete principale ove si passa un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa). Stare sul sentiero e direzione Est poco dopo si lascia sulla sx la via Chi Trova un Amico trova un Tesoro. Qualche metro oltre nel bosco sale una traccia per il Tramonto Inaspettato. e proseguendo, oltre un allevamento di api, si tocca un grosso ometto e si sale per traccia vegetata fino alle altre vie: Il Bucato, Traversi Sommersi e Colpo di Calore, Dal P: 15/20 min tot.
Attacco:
Risalire per esile traccia il prato a sx del torrente (viso a monte) puntando ad una catasta di sassi che si aggira appena a sx (ometto). Risalire per percorso non obbligato ma dettato da qualche tronco secco che da la direttiva, fino alla base di uno speroncino roccioso (via Il Bucato), proseguire orizzontalmente a DX ( viso monte) per una quarantina di metri in corrispondenza di un nero strapiombino. Targhetta (foto) alla base ne identificano l’attacco. 5/10 min dal P
Subito con passo atletico (5b) si monta sulla cengetta percorrendola poi orizzontalmente verso SX con semplici passi su terreno friabile. Appena si doppia lo spigolo ci si trova sotto ad un diedro dove si allestisce la sosta su due fix resinati. 20m, 3a, 1 p.sso di 5b, 3 fix.
L2
Entrare nel diedrino proprio sopra la sosta ed uscirne con passo deciso quando questo si chiude. Sosta comoda su 2 fix sulla dx. 15m, 4c, 3 fix, !S2
L3
Salire per percorso non obbligato sullo spigolo adagiato fino a pervenire sotto una fascia verticale dove si trova la sosta su 2 fix. 25m, I, 1 fix.
L4
Rimontare verso dx la fascia vincendo con passo atletico (5a) uno strapiombino. Sopra il terreno si abbatte e per percorso non obbligato ma verso SX si perviene sotto ad una seconda scura fascia verticale dove alla DX di un diedrino si trova 1 fix (ev. sosta intermedia). Entrare nel diedrino fessurato (1ch integrabile) e con bel movimento si sale sulla cengia dove si attrezza la sosta su 2 fix (libro di via). 30m, 4a, 1 p.sso di 5a, 3 fix + 1 ch.
Trasferimento
per percorso non obbligato salire il prato in direzione della croce (1 cordone su pianta) fino a lasciarsi alle spalle i filari del bucato. Aggirare per sentiero verso dx la cuspide con croce fino a notare a qualche decina di metri dalle case, sulla SX, una placca nerastra con qualche masso aggettante, scritta e fix visibili.
L5
Su per placca vincendo alcuni divertenti strapiombini fino al prato sommitale dove si allestisce la sosta sulla croce. 15m, 3c, 3 fix.
Discesa:
Scendere dalla croce e passare per il piccolo borgo (! proprietà privata, evitare schiamazzi). Dopo poche decine di metri in direzione della strada principale, appena dopo un rudere parte una strada bianca a sx, via Don Luigi Spallanzani. Percorrerla scendendo fino ad una casa. Sulla dx vi si trova una palizzata come traccia di una antica carrozzabile (bollo CAI). Ora si è in vista della parete W con sempre il borgo di Sassomorello in bella mostra. Scendere ancora fino a che al termine dei paletti di recinzione non si incrocia una carrareccia abbandonata e spesso paludosa (palina CAI). Qui girare a sx in direzione N ed in vista della base della parete. In breve la strada diviene sentiero, passiamo prima un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa) poi la Chi Trova un Amico trova un Tesoro e dopo un allevamento di arnie. In breve ci riconduce alla strada del P. 20min tot.
discesa in doppia sconsigliata ma possibile da S1 ed S2.
Compagni:
Silvia Corradi (ripetuta il 04-07-2019)
GPS:
Total distance: 3678 m Max elevation: 709 m Min elevation: 584 m Total climbing: 171 m Total descent: -150 m Total time: 00:31:05
La via è una “brutta via” ma penso possa donare a cordate neofite o fresche di corsi la possibilità di cimentarsi su 5 tiri di corda, una progressione in conserva, muoversi sul facile ma friabile ed il tutto in un contesto di pace ed isolamento che si fatica a trovare in molti ambienti “alpini”
Prestare attenzione a qualche blocco instabile e pilastro staccato, soprattutto sull’ultimo tiro.
Consigliata il concatenamento con la Antenna Uno Rock Station. In tal caso il P consigliato è dalla chiesa od addirittura dal cimitero, se dopo si vuole uscire a pochi metri dall’auto.
Nella seconda giornata si è pulita e dato sviluppo completamente a destra della “Via il Bucato“. Nella terza si è reso indipendente l’uscita con l’ultimo tirello che ha sosta direttamente alla base della croce.
il nome della via è dovuto al fatto che si è aperta probabilmente nel giorno più caldo non solo dell’estate ma da quando esistono le misurazioni. La via esposta a sud e su ofiolite nera (appunto sasso-moro) non ha giovato ma dopo la
Un sito come questo costa circa 250€ all’anno di solo hosting, antivirus ed aggiornamenti plug-in. Il tempo e passione non li monetizzo certo ma questo sito è online da 20 anni circa e quindi i conti sono facili. Dona per lo sviluppo del sito e permettermi di togliere questa odiosa pubblicità. Anche un caffè fa la differenza, mi fa capire che apprezzi il mio lavoro. G r a z i e !
Ci sono quelle volte che vai così di fretta che cerchi di tagliare. Tagliare la strada, tagliare una conversazione, tagliare con i perditempo, tagliare con le persone che in quel momento senti non ti stanno ridando ma solo prendendo, tagliare con gli affetti anche se non te ne rendi conto. Tagli, sforbici ed usi l’accetta e se non stai attento arrivi fino alla base, fino alle radici e lì cadi. Questa vietta è forse nata per questo. Mi trovavo a correre, in ritardo come sempre nella mia vita, cercando una scorciatoia, mi sono infilato in un budello solo all’apparenza più corto. La strada in breve ha perso la comoda pavimentazione, è divenuta sterrata e poi piena di buche, ha imposto di rallentare. Solo allora si riesce ad alzare la testa, a guardare oltre il ciglio. Si osserva e si riesce a vedere ciò che prima era solo scontato passare e che esistesse in quella posizione. La vista si può aprire. Una vallata verde e rigogliosa che nel suo movimento di dilatazione a due braccia ti accoglie ed invita a percorrerla camminando, non correndo. Il Sassomorello mi è apparso così, una promessa di roccia, una croce, una rocca ed annesso borgo su uno sperone di tetro ma invitante serpentino, qualche rimbalzo sotto e lussureggiante verde. Tanto verde, troppo verde per ogni rocciatore ed alpinista che si rispetti. A casa il pensiero ha lavorato e quando mi ritrovavo a riprenderne la memoria mi accorgevo che il taumaturgico e sedativo effetto mi permeava, se correvo, dopo rallentavo. Quella bella sensazione doveva avere un seguito, per me ma soprattutto per altri. E’ una bella via? No. Penso possa essere utile però. Anzi a ben pensarci è completamente inutile, come è giusto sia inutile l’alpinismo. Se si abbandona ogni velleità ed ambizione, che nell’alpinismo e non solo sfociano in breve nella maniacale pratica monotematica, ecco se si abbandona tutto e si decide di salire per il puro gusto di farlo si troverà un terreno che accoglie con “semplicità” e non “difficoltà”. Ecco allora spero possiate rivivere quello che ho vissuto io. Giornate inutili. Giornate che vale la pena vivere.
Sulla Provinciale 21 tra Serramazzoni e Prignano (MO) scendere per una stretta svolta sulla via Casinatenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante tenere a dx la via Bertoni e parcheggiare appena prima di una svolta a sx di 90° e di un ponticello.Link al P con google maps.
da SUD:
(consigliato per i romantici siccome regala una bella visione d’insieme della parete dal basso) Indicazioni Gombola(MO), passato il bel paese con vista sul borgo (fermatevi) si tiene laviaValrossennafino al bivio nei pressi dell‘abbandonato ponte romano Cervaro (link) Lì imboccare la via Badaglia tenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante diviene via Bertoni e la vista si apre su una magnifica vallata con ruderi e la rocca del Sassomorello che domina in alto. Parcheggiare appena dopo una svolta a 90° che passa su un ponticello. Link al P con google maps. Dal P: 5 min tot.
dall’Alto:
(consigliato se dopo si vuole concatenare con Antenna 1 Rock station, provare alcuni monotiri od anche solo rinfrescarsi e mangiare qualcosa all’ombra su comode panchine).
Parcheggiare nel borgo di Sassomorello tra la chiesa di San Bartolomeo (link approfondimento) ed i cassoni della differenziata. (link a P su google maps). Seguire per 30m verso S la strada principale via Don Luigi Spallanzani che diviene strada bianca e scende verso W. Percorrerla con vista sulle pareti ed il bel borgo di Sassomorello sempre in bella mostra, fino al limite di una casa ove una palina CAI indicherà andare sulla dx (direzione SUD). In falsopiano seguire una traccia che poi scende fino ad una zona paludosa (palina CAI) ed in breve si è sotto alla parete principale ove si passa un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa). Stare sul sentiero e direzione Est poco dopo si lascia sulla sx la via Chi Trova un Amico trova un Tesoro. Qualche metro oltre nel bosco sale una traccia per il Tramonto Inaspettato. e proseguendo, oltre un allevamento di api, si tocca un grosso ometto e si sale per traccia vegetata fino alle altre vie: Il Bucato, Traversi Sommersi e Colpo di Calore, Dal P: 15/20 min tot.
Attacco:
Risalire per esile traccia il prato a sx del torrente (viso a monte) puntando ad una catasta di sassi che si aggira appena a sx (ometto). Risalire per percorso non obbligato ma dettato da qualche tronco secco che da la direttiva, fino alla base di uno speroncino roccioso. Targhetta (foto) e tronchi orizzontali alla base ne identificano l’attacco. 5 min
RS1 via misto sportivo/classico in ambiente collinare
Difficoltà su roccia
II, III, III+
Qualità roccia
Ofiolite da buona a mediocre
Proteggibilità
RS1
Soste
La maggior parte su spit-fix ø10×100 in inox 316
Impegno
1
Numero di tiri di corda
6
Difficoltà globale
PD
Pericoli
friabilità in alcuni tiri
Materiale
NDA
Esposizione prevalente
S
Discesa
sterrato + sentiero
Tempo impiegato avvicinamento
5 min
Tempo impiegato salita
1,5 h
Tempo impiegato discesa
20 min
Libro di via
Si.
Giudizio
5
Consigliata
Sì, a principianti. Ottima per iniziare vie di più tiri. Direi la più facile in Appennino e non solo. Chi ha un poco di vie all’attivo la troverà “irritante” 😛
Foto Parete :
visione d’insieme della bella parete solare del SassoMorello
Attaccare la paretina su roccia delicata (III, 3 spit), Proseguire su terreno appoggiato (1 spit) fino ad una fascia strapiombante sotto la quale si trova la sosta su 2 spit con cordino (attenzione a non smuovere sassi). 20m, III, I, 4 spit + 2 spit di sosta (cordino per calata, non usare per sosta)
L2 = 20 m, II
Traversare a sx (viso a monte) su rampa ascendente (I, 2 spit in alto). Proseguire qualche metro a sx e risalire verso dx al di sopra dello strapiombo aggirandolo (1 ch). Proseguire poi su terreno appoggiato ma delicato (II, 1 ch). 20m, I, II, I, 2spit, 1ch + 2 spit di sosta (cordino per calata, non usare per sosta). Variante: All’altezza del secondo spit è possibile rimontare direttamente lo strapiombino fin sopra ad una piccola grotta, passo 4c, 1 spit immediatamente sopra lo strapiombo.
L3 = 30 m, I, II, I
Traversare orizzontalmente a dx (viso a monte) su terreno detritico fino ad una compatta paretina nera, risalirla nella sua parte dx (II, 1 ch) e proseguire poi camminando fino alla sosta in una evidente fessura su fascia rocciosa nera a dx di una caratteristica grotta. 30m, I, II, I, 1ch, 1 spit+1ch di sosta
L4 = 35 m, II, I
Alzarsi 1m e traversare a sx, prima orizzontalmente poi appena al di sopra della grotta (II, 2 spit). Proseguire camminando e superando alcuni alberi e massi fino alla sosta alla base ed a sx di un evidente diedro. 35m II, I 2 spit + 2 spit di sosta
L5 = 10 m, III+
Rimontare sopra la sosta e spostarsi a dx nel diedro salendo su un terrazzino (III+, passo chiave, 1 spit). Aggirare a dx lo spigolo dove si trova la sosta su 1 spit + 1ch. 10m, III+, 1 spit, 2 spit di sosta (libro di via)
trasferimento = 60 m
Camminare su pendio erboso superando alcuni alberi, uno con cordino rosa alto penzolante. Dopo alcuni facili affioramenti rocciosi stare alla sx degli ormai evidenti “filari del bucato” fino alla base di un piccolo promontorio lichenoso con a dx un albero (possibilità di sosta su albero), 60m su terreno elementare, procedere di conserva.
L6 (originale) = 15 m, III, I
Risalire il piccolo promontorio con andamento verso dx su roccia molto friabile e sporca (III, 1 spit, 1ch). Traversare a dx su terreno erboso fino alla sosta su 2 spit e catena ed ormai con la croce a pochi metri. Volendo dopo il primo spit si può salire più a sx (1 spit) e raggiungere la sosta deviando poi verso dx. 10m, III, 1spit, 1 ch, sosta su 2 spit.
L6 (consigliata) = 15 m, 3c, I
Uscire con ultimo tiro di Colpo di Calore. Continuare nel trasferimento ed aggirare per sentiero verso dx la cuspide con croce fino a notare sulla SX, a qualche decina di metri dalle case su terreno orizzontale, una placca nerastra con qualche masso aggettante. Scritta e fix visibili. Qui attaccare direttamente la placca vincendo alcuni divertenti strapiombini fino al prato sommitale dove si allestisce la sosta sulla croce. 15m, 3c, 3 fix.
sviluppo 130 m
gradazione II, III, RS1, PD, 1
Discesa:
Scendere dalla croce e passare per il piccolo borgo (! proprietà privata, evitare schiamazzi, sporcizia e maleducazione). Dopo poche decine di metri in direzione della strada principale, appena dopo un rudere parte una strada bianca a sx, via Don Luigi Spallanzani. Percorrerla scendendo fino ad una casa. Sulla dx vi si trova una palizzata come traccia di una antica carrozzabile (bollo CAI). Ora si è in vista della parete W con sempre il borgo di Sassomorello in bella mostra. Scendere ancora fino a che al termine dei paletti di recinzione si incrocia una carrareccia abbandonata e spesso paludosa (palina CAI). Qui girare a sx in direzione N ed in vista della base della parete. In breve la strada diviene sentiero, passiamo prima un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa) e dopo un allevamento di api. In breve ci riconduce alla strada del P. 20min tot.
discesa in doppia sconsigliata ma possibile da S1 ed S2. Dopo conviene finire la via od uscire per le numerose vie di fuga da cercare tra il bosco ceduo.
Discesa (se accesso dall’alto):
Scendere dalla croce e passare per il piccolo borgo (! proprietà privata, evitare schiamazzi, sporcizia e maleducazione) quindi si è praticamente davanti alla chiesa e quindi al P principale.
GPS:
Della discesa
Total distance: 836 m Max elevation: 622 m Min elevation: 584 m Total climbing: 32 m Total descent: -49 m Total time: 00:22:10
La via è una “brutta via”, anzi forse come l’ha chiamata simpaticamente qualcuno: “la via più brutta d’Italia!“, ma penso possa donare a cordate neofite o fresche di corsi la possibilità di cimentarsi su 6 tiri di corda, una progressione in conserva, muoversi sul facile ma friabile ed il tutto in un contesto di pace ed isolamento che si fatica a trovare in molti ambienti “alpini”
Prestare attenzione a qualche blocco instabile e pilastro staccato, soprattutto sul quinto tiro non tirare l’invitante lama.
La variante è il passo usato nel primo giorno di apertura ma che per omogeneità della via penso sia meglio aggirare a sx.
il nome della via è un gioco di parole. E’ quello che ogni apritore non vorrebbe mai trovare sulla propria linea ma che, pure, ogni ripetitore dovrebbe auspicare: “Prego tirate via il bucato, sennò non passo !” Questa la dice lunga sull’esposizione ed ingaggio della via 🙂
Un sito come questo costa circa 250€ all’anno di solo hosting, antivirus ed aggiornamenti plug-in. Il tempo e passione non li monetizzo certo ma questo sito è online da 20 anni circa e quindi i conti sono facili. Dona per lo sviluppo del sito e permettermi di togliere questa odiosa pubblicità. Anche un caffè fa la differenza, mi fa capire che apprezzi il mio lavoro. G r a z i e !