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Appennino couloir Giovo Rondinaio ice climbing relazioni

Canale centrale Giovo e Cresta Rondinaio

Monte Giovo 1991m

Il suono rassicurante dei ramponi mi attraversava.
Poche volte in Appennino ero riuscito ad intaccare con così tanta soddisfazione la neve invernale.

Il lago Santo tra le nostre caviglie era già piuttosto lontano ma il suo speculare candore sembrava dare luce a questo ombroso canale.
Ma forse era solo il riverbero di una alba vicina che si intuiva dall’accendersi dei candelotti di ghiaccio, sopra le nostre teste.
Poco sotto quello che percepivamo essere il termine.

Alcuni passi sulle ben ferme mani prolungate nelle becche e ci ritroviamo in una quinta glaciale, degna di qualche goulotte nelle occidentali.

Lo stupore è forte e ci giriamo intorno più volte per fissare quei riflessi. Qualche zolletta di ghiaccio sul casco ci riporta alle intenzioni e filato l’unico tiro di corda, dopo settanta metri siamo fuori, in quel pieno sole di profumo primaverile, che fino a poco prima percepivamo solo.

Tutto diviene nel solito senso e sensazione:

Natura, primordiale ed originale natura.

Con me ed il mio compagno che ne chiediamo un poco da respirare e portare giù.

Un fittone si pianta facilmente nella neve dalla epidermide gelata e recupero la corda senza fretta.
Mirko impiega fin troppo poco tempo per togliere le tre protezioni disposte: una vite da ghiaccio che al parcheggio volevamo lasciare perché “Tanto in Appennino le viti non servono!”, un chiodo piantato per metà ed un altro trovato in loco, segno di svaghi passati e lasciato a sicurezza per i futuri.

La partenza all’alba ci dona ancora solitudine in questo angolo sopra la pianura padana. Si scruta intorno solo neve ghiacciata e modellata dal vento. Le piogge dei giorni passati ed il forte gradiente termico hanno cancellato ogni segno antropico ed ancora più grande è il dono di passeggiare su queste creste con l’illusione effimera di essere i primi, i soli.

Con poche parole ci concediamo il lusso di prolungare questa esperienza, capiamo entrambe che il momento ha la sua piccola magia e vogliamo solo dilatarlo il più possibile.

E’ per questo che scendiamo, senza voler scendere, verso il Rondinaio, rinunciando senza rimorso alla più logica e veloce via normale.

La cresta invernale sul crinale l’avevo già affrontata anni fa in salita e complice le condizioni trovate quest’anno ed un po’ di ricordi offuscati, ammetto si è rivelata più delicata del previsto. In particolare per evitare del misto poco proteggibile, dato il cavo della ferrata sepolto, abbiamo aggirato i balzi rocciosi dell’Altaretto con una esposto traverso a SW affrontato con lucidità ma anche in apnea.

Poco dopo la vetta del Rondinaio era sotto di noi e nulla ormai potevamo inventarci per rimandare la discesa.

Ad ora di pranzo eravamo già all’auto, sazi di una giornata dal sapore alpino che ci ha permesso di godere di quell’alpinismo fatto di grandi classiche, alla portata di tutti, che

tanto sa donare a chi piccolo ci si avvicina.

2010 AAA … Attrazione per Alpinismo in Appennino

Accesso:

P nell’ampio spiazzo del parcheggio del lago Santo a circa 1450m (4€ intera giornata oppure un poco più a valle gratis)

Assicurarsi preventivamente della percorribilità della strada di accesso da Pievepelago -> La Borra -> Le Tagliole che in caso di abbondanti e recenti nevicate potrebbe essere di difficile accesso anche con le catene.


Relazione:

Dal P salire al rif. Vittoria e stare bassi sulla dx (viso monte) sul sentiero 529 costeggiando il lago Santo in direzione N-W passando i rifugi fino alla sua punta a nord. Lì abbandonare il sentiero e sempre costeggiando il lago dirigersi verso un evidente impluvio nevoso tra 2 quinte rocciose.
Questo è il nostro canale e dopo un primo tratto a debole pendenza sui 1600m prende un po’ di verticalità sui 50/55° solitamente su buona neve trasformata, qui conviene legarsi.
Il canale sopra si restringe ad estetica goulotte che con ripida salita (sosta con chiodi a sinistra sotto una sporgenza rocciosa) supera la strettoia, spesso di ghiaccio vivo (55/60° utili viti). In caso di poco innevamento ci potrebbe essere un breve passo di misto M3 sui 60/70°.
Sopra la pendenza diminuisce ed in breve si raggiunge la cresta Nord, seguendo la quale, con logico percorso verso sinistra SUD si tocca la vetta del Giovo sovente verglassata a meringa.


Traversata e Discesa:

Si segue il crinale 00 stando sul lato toscano ed in direzione SUD abbassandosi dapprima sulla Grotta Rossa e poi sull’Altaretto ove si usano i tratti attrezzati o, se sepolti dalla neve, si va in piena parete sud ( pendenze 40/45°) fino alla sella della Porticciola 1903m che qui regala una splendida visione della cresta e versante nord, fino al m. Rondinaio.
Stando sempre sul crinale si scende ad una sella e poi in breve si raggiunge la cima del monte Rondinaio 1964m con altro magnifico belvedere sulle cime circostanti ed orizzonte.
Per tornare al P si scende per percorso non obbligato sul sentiero 523 in direzione del lago Baccio puntando a costeggiare la sua sponda sx e poco dopo tramite il 519 si giunge al parcheggio.


Tracciato salita:


Tracciato traversata e discesa:

discesa classica con aggiramento Altaretto in verde (a SX in rosso condizioni trovate e traccia fatta)

Difficoltà:

200m di 45/50° con 2 brevi tratti di 70°, RS2

AD+, II imp.


Tempi previsti:

  • Dal lago Santo alla cima del Giovo = 2 o 3 ore (dipende molto dalle condizioni e dai tiri di corda usati)
  • Traversata dal Giovo al Rondinaio = 1 o 2 ore(dipende dalle condizioni ed innevamento)
  • Discesa Rondinaio, lago Baccio e P = 30/45 min

Dislivello:

d+ = 600m (+320m il solo canale)
d- = -600m


Materiale:

  • NDA, casco e ramponi 12 punte
  • 2 piccozze (1 con martello)
  • Corda min 50m
  • 2 viti da ghiaccio corte, 2 chiodi universali, 4 rinvii, alcuni cordini.
  • Artva, pala e sonda (consultate le ordinanze per non incappare in salate multe)

Bibliografia:


Cartografia:

cartina 1:25.000

GPS:

Total distance: 8353 m
Max elevation: 2033 m
Min elevation: 1492 m
Total climbing: 900 m
Total descent: -880 m
Total time: 08:01:48
Download file: Giovo-Rondinaio_2021-12-18.gpx

Meteo:

Bollettino Valanghe Appennino:

Consulta il bollettino valanghe prima di partire!


Web cam sul Giovo:

grazie al rifugio Vittoria

Note:

  • Per attaccare dal lago Santo, per dare un po’ di pepe alla salita, abbiamo salito una goulottina di 15m che si era formata a sx della rampa di accesso classica. Altre linee di misto e più difficili sono possibili ancora alla sx e che depositano sulla Borra dei Porci dove poi occorre riattraversare verso DX per ritrovare suddetto canale.
  • Assicurarsi del bollettino valanghe aggiornato ed evitare di partire tardi. Il canale è soggetto a slavine anche di notevole dimensione.
  • In inverno artva, pale e sonda deve essere parte della N.D.A. (Normale Dotazione Alpinistica)
  • La scivolo sotto al Rondinaio verso il lago Baccio è facile ma sovente verglassato ed infido. Tenere i ramponi e la picca in guardia.

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Gallery:

Gallery del 18/12/2021:

Salita canale Centrale:
Cresta Giovo-Rondinaio:

Gallery del 27/02/2010:

Clicca su pag.2 per vedere le foto della salita del 2010.

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Appennino beginner couloir Giovo Rondinaio ice climbing relazioni

Canale ovest Gomito e var. Mi.Ni.

Monte Gomito 1892m

Uno dei canali più tecnici e caratteristici dell’Appennino.
Peccato le piste da sci e la devastazione perpetrata nella val di Luce.
Attaccarlo presto la mattina od una notturna con uscita all’alba dovrebbe donare ancora un sapore di scoperta.

La variante Mi.Ni. è stata percorsa durante il primo tentativo per mancanza di verglass portante in parete. E’ una simpatica alternativa più semplice del canale W ma anche meno estetica e più soggetta ad essere secca.


Apritori:

Difficoltà:

Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

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Esposizione:

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Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:


Accesso:

Dal Passo dell’Abetone seguire le indicazioni per la Val di Luce. Proseguire per pochi km su stretta stradina fino alla località sciistica, dove è possibile parcheggiare nelle immediate vicinanze degli impianti di risalita.
(a pagamento oppure un poco più a valle gratis)


Avvicinamento:

Dal parcheggio si vede già interamente il canale, quindi dirigersi verso est, direttamente in direzione della parete.
Attraversare le piste e salire senza percorso obbligato il cono che scende dal canale fino al suo restringimento fino a quando la pendenza inizia ad aumentare in modo deciso.
Da qui è preferibile legarsi in cordata.


Tracciato salite:


Relazioni:

Diretta W del Gomito:

L1
Salire questo tratto (pendenza 45/50° circa) superando un risalto ghiacciato a 65°. Proseguire su terreno più appoggiato fino alla base della soprastante fascia rocciosa. Predisporre qui una sosta per superare il successivo e più impegnativo tratto. Nel nostro caso le condizioni della neve hanno permesso di attrezzare una sosta (S1) utilizzando due fittoni (60m). ( Le condizioni trovate hanno permesso di percorrere questo primo tratto del canale in conserva protetta, mantenendosi sul lato sinistro per evitare gli accumuli della parte centrale)

L2
Salire verso destra seguendo la fascia rocciosa, e superare un primo salto ghiacciato (pendenza 80°). Proseguire alcuni metri su terreno più appoggiato e superare un secondo salto ghiacciato di 2m a 90°. SI apre a questo punto una bella rampa a 65° circa, invisibile dal parcheggio che, su fondo compatto e con pendenza costante, porta a ridosso del salto roccioso che scende direttamente dalla cima. Qui si trovano due chiodi su cui sostare e, nelle immediate vicinanze, un sasso incastrato con il quale è possibile rinforzare la sosta (S2). (55m, 65°, due salti ghiacciati di cui uno breve ma verticale, possibilità di proteggere con viti da ghiaccio e fittoni, sosta su due chiodi + sasso incastrato)

L3
Dalla sosta traversare per una decina di metri verso sinistra faccia monte abbassandosi leggermente, fino a portarsi alla base di una bella e regolare goulotte formata alla base del diedro parete sommitale. Le condizioni hanno permesso di percorrere questo tratto in conserva protetta, proteggendosi con fittoni o chiodi, posizionabili sulla parete destra della goulotte. Questo tratto si trova sotto l’uscita, e quindi è soggetto a scariche di ghiaccio e neve dalle cornici soprastanti ed eventualmente sassi dalla parete. Seguire la goulotte (65°) fino alle cornici che circondano l’uscita. Nella nostra ripetizione siamo usciti a destra rasente la parete (1 chiodo a pochi metri dall’uscita), sfruttando accumuli abbondanti di neve sulla nostra sinistra e la parete rocciosa verticale alla nostra destra. (80m, 65° continui, uscita su misto e accumuli abbondanti, 1 chiodo immediatamente prima dell’uscita. Nel caso non fosse possibile affrontare questa lunghezza in conserva, predisporre una sosta intermedia con fittoni o chiodi sulla parete di destra)

Dall’uscita è possibile raggiungere in pochi minuti la cima vera e propria con croce di vetta a quota 1892m

variante Mi.Ni:

L1
Salire il cono fino a che la pendenza va sui 45/50° circa, superare un risalto ghiacciato a 65° e subito dopo predisporre una sosta su fittoni (40m)

L2
si intravede sulla destra una grossa cengia mediana ascendente verso destra. Percorrerla fino a che diviene cresta e qui predisporre una sosta (utili chiodi) (30m)

L3
continuare a destra quasi orizzontalmente sulla cengia delimitata superiormente da una fascia rocciosa. Così in forte esposizione si guadagnano pochi metri mentre ci si porta sulla parete Sud alla base di un ampio canale dove fare sosta. (55m, 50°, possibilità di proteggersi con fittoni, chiodi e nuts)

L4
Proseguire nell’ampio e facile canale senza obbligo e in conserva protetta fino a portarsi in corrispondenza dell’anticima contrassegnata da targa commemorativa con chiodi (80m, 45°)

Dall’uscita è possibile raggiungere in pochi minuti la cima vera e propria con croce di vetta a quota 1892m


Discesa:

Ci sono due possibilità:

1:

Si può scendere in direzione sud, raggiungere le piste da sci e seguirle fino all’arrivo. Questa soluzione è la più breve ed immediata.

2:

In alternativa, dalla cima del Monte Gomito 1892m, è possibile seguire in discesa la cresta nord, costeggiando un salto roccioso che si apre verso sinistra (ovest). Dopo un centinaio di metri una ripida rampa nevosa interrompe il suddetto salto, ed è possibile scendere nella conca sottostante piegando verso sinistra (ovest).
Seguire la conca verso nord e, alla sua base, traversare verso sinistra (ovest) spostandosi quindi sul versante che sovrasta la Val di Luce. A questo punto il parcheggio è visibile, ed è possibile raggiungerlo scendendo lungo il fianco boscoso della montagna, fino a ricollegarsi alla partenza degli impianti di risalita. Da qui in pochi minuti si raggiunge il parcheggio.
Questa seconda via di discesa, anche se più lunga, evita le affollate piste e si svolge in ambiente più bello ed isolato ed è quella che abbiamo percorso e suggeriamo.

Tracciato della salita della diretta al canale W e discesa 2) a Nord

Relazione scaricabile:

relazione a cura di Gianluca Bulgarelli che ringrazio.


Tempi previsti:

  • Dal P alla cima del m.Gomito = 1.5/3 ore (dipende molto dalle condizioni e dai tiri di corda usati)
  • Discesa 1 = 30 min
    Discesa 2 = 45 min/ 1h

Compagni:

12/12/2012 con Mirko Razzaboni

09/02/2013 con Gianluca Bulgarelli, Roberto Scagliarini ed Andrea Pellegrini


Materiale:

  • NDA, casco e ramponi 12 punte
  • 1 piccozza (meglio se 2 ed 1 con martello)
  • Corda min 50m
  • 2 viti da ghiaccio corte, 2 chiodi universali, 4 rinvii, 2 fittoni, alcuni cordini.
  • Kit autosoccorso da valanga: Artva, pala e sonda (ormai obbligatorio)

Bibliografia:


GPS:


Visualizza mappa ingrandita

Meteo:

Bollettino Valanghe Appennino:

Consulta il bollettino valanghe prima di partire!


Web cam sul Giovo:

Note:

  • Uno dei più bei canali del nostro Appennino. Peccato per la devastazione degli impianti di risalita che occorre si fermino qui.
  • Assicurarsi del bollettino valanghe aggiornato ed evitare di partire tardi. Il canale è soggetto a slavine.
  • In inverno artva, pale e sonda deve essere parte della N.D.A. (Normale Dotazione Alpinistica)
  • Se rimane del tempo segnalo la possibilità di eseguire esercitazioni di autosoccorso da valanga (anche 1 solo componente) in un campo Artva allestito a 100 m dall’Albergone Val di Luce. Link al GPS
  • La variante Mi.Ni. è stata quasi sicuramente già salita in passato ma non sono noti gli artefici. Simpaticamente gli abbiamo attribuito le nostre iniziali che con un gioco di parole fanno intuire essere una “scappatoia” rispetto all’altro bel canale di sinistra.

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Salita direttissima canale W del 09/02/2013:

Salita var. Mi.Ni. del 12/12/2012: