Pilone Ventrale del Sassofratto (o Sprone di Monte Prado) 1956 m
Civago (RE)
Via intitolata e dedicata alla giovane Elisabetta Magnani che ci ha lasciato a soli 18 anni.
Anna e Nicola, 2022
Siamo sicuri che questa vietta, salita in compagnia del papà Alessandro ed i fratelli Gioele ed Ester, le sarebbe piaciuta tanto.
Via esplorativa in un contesto di grossi affioramenti sedimentari a lame stratificate che denotano il versante settentrionale del monte Prado e Cipolla, nell’appennino Reggiano al confine con la Toscana.
Il nome Sassofratto deriva probabilmente proprio da questa peculiarità osservabile non solo dal rifugio Segheria bensì già vicino all’abitato di Civago. In effetti la quota è fra le più elevate dell’appennino e regala alla salita quel sapore di “alto” che permette allo sguardo di perdersi nell’orizzonte assai ampio.
La via è corta e riservata ad amanti di una arrampicata che solo sulla carta è plaisir. In equilibrio precario su una liscia ma rugosa placca a pochi passi dal comodo canale, e poi su, dentro ad un regolare camino delimitato dal taglio netto della montagna. Quando si entra nelle sue viscere ci si sente quasi protetti, compressi in un abbraccio dalla pelle anziana si cerca di sgusciare verso l’alto ove un macigno appoggiato alle due pareti pare attenderci prima di staccarsi.
Decisamente una arrampicata fuori moda ma anche per questo unica nel suo genere, soprattutto in appennino.
Summary
Apertura
A.Tusini, N. Bertolani, 4 giornate dal basso giugno-ottobre 2022 (prima salita certa).
Accesso:
Giungere al rifugio Segheria 1410m tramite il sentiero 605 da P case Civago (1100m) oppure più brevemente tramite il sentiero 681 nei pressi del P prima della sbarra sopra al Rio Lama (1500m circa).
Attacco:
Dal rifugio Segheria imboccare il sentiero 605 verso il rifugio Battisti ma abbandonarlo a quota 1500m circa quando si prende a SX la deviazione per il 605B “Olinto Pincelli” (fonte del Dolo sul tragitto).
Si passa una radura di vegetazione palustre e poco dopo si prende a sx il 633 SPP per Bocca di Massa.
Salire ancora per sentiero, ora più esposto, fino a quota 1700m circa ove all’uscita dal bosco nei pressi di un grosso ometto sulla sx si abbandona il sentiero principale per salire a dx, su una frana, per tracce di sentiero segnate da ometti e bolli rossi.
Su per prati, dapprima per crinale e poi con direzione antioraria, si giunge presto l’attacco della via ove è visibile la targhetta.
Tot: 75/90 min dal rif. Segheria
Schizzo via (PDF scaricabile):
Descrizione:
L1 = 20m, 6a, p.sso 6b (6 fix) Sosta su 2 fix
Salire il vago diedrino a sx della targhetta fino alla verticale balza tagliata orizzontale da due accennate cenge, conquistare la seconda e traversare verso destra su sempre più poveri appoggi e sempre più tecnica placca.
Delicato passo chiave finale in leggera discesa (6b facilmente A0-abile).
Sosta comoda alla base del camino.
L2 = 25m, 5a, 1 p.sso 5c (8 fix) Sosta su 2 fix
Su per il camino, aggirandolo inizialmente sulla dx. ma appena possibile entrandoci con convinzione e schiena salda. Dopo due rinviate riportarsi sulla gobbosità di dx tagliata da una fessura che termine presto e ci impone tornare nel camino. Altro faticoso passo e poi le pareti si allargano e divengono più lavorate permettendo un facile arrivo alla sosta appesi su 2 fix (più cordone per eventuale doppia).
Sosta comoda ma con agghiacciante macigno come spada di Damocle.
L3 = 20m + 5 trasf, 4c, 1 p.sso 5c , Sosta su 2 fix
Ancora più convintamente nel camino dapprima sfruttando una bella fessurazione (proteggibile con friend #0.5 ed #1), e poi ad incastro cercando di estendersi oltre i primi due ostici fix. Superati il camino si apre su terreno più facile ma detritico (! non muovere sassi), si tiene quindi la sx rinviando vicino ad una estetica lama e poi su diedrino muschioso che in breve porta alla sosta in coma su due fix con anello. Corda fissa appena prima per evitare di smuovere sassi.
Sosta comoda su cengia erbosa e libro di vetta in grottino.
Difficoltà:
5b, 5c, passo di 6a e 6b (5b obbl.)
3L, 70m, S1, D+, 2 imp.
Discesa:
Con 2 doppie a soste attrezzate (30m + 20m) oppure una unica da 50m si torna nei pressi dell’attacco.
A ritroso fino al rif. Segheria.
TOT: 60 min circa fino al rifugio.
GPS:
Max elevation: 1862 m
Min elevation: 1416 m
Total climbing: 655 m
Total descent: -212 m
Total time: 03:10:48
Note:
- Salita resa possibile anche grazie all’ottima disponibilità ed accoglienza del rifugio Segheria, che ci ha ospitati per due notti e rifocillato a dovere con ottimo cibo e vino. Grazie Sara, Marcello e tutto il giovane staff.
- Arenaria macigno ci così pregevole fattura si trova raramente dalle nostre parti, a volte pare più essere su granito o fortunato gneiss. L’uscita e qualche lama instabile però riporta alla realtà, è richiesta quindi sensibilità e tatto alpinistico soprattutto al primo di cordata e si sconsigliano più cordate in fila.
Con nostra somma sorpresa e completa ignoranza, abbiamo scoperto la via era già stata tentata siccome abbiamo trovato un chiodo a lama con rinvio abbandonato databile anni ’90.
Da una ulteriore indagine si scoprì che il tentativo fu di P. Tamagnini ed A.Montanari (Sturno) in invernale nel 1986!
Questo il chiodo piegato trovato con il rinvio che ha subito pure un cospicuo volo, ora visionabile presso il rifugio Segheria.
Bibliografia:
- TCI Appennino ligure e tosco-emiliano | di Marco Salvo, Daniele Canossini 2006 | EAN: 9788836527755 (questa via non presente)
- Carta dei sentieri | Alto Appennino Modenese | Cai
- Appennino Invernale | G.Fabbri e F.Montorsi | Collana “Le Nevi”
- Falesie Ritrovate | G.Simonini, M.Lugli | ed. Eccentrico | 2008
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