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via del Buon Ladrone

Campanile del Calvario

(toponimo proposto)

Monte Calvario, 780m (link approfondimento) 

Montefiorino (MO)


Via dedicata ai diritti degli emarginati, perché tutti in fondo lo siamo un po’ in qualche aspetto della nostra vita e relazioni.

Alla consapevolezza ed accettazione dei propri limiti e debolezze, che ci rende però anche pieni di umanità.

Contro quel becero conformismo che cerca di farci credere ogni momento di esserne superiori e poter giudicare chi ci sta accanto: perché noi non siamo così, non lo siamo mai stati e non lo saremo mai.

A ben guardare ci mettiamo ai piedi dei nostri presunti condannati e con la lancia in mano condanniamo nostri pari e ne decretiamo la fine, se non fisica di relazione, di empatia.

Questa figura minore, per alcuni manco esistita ed anche io non so se crederci a dir la verità, mi desta simpatia e riflessione.

Troppo spesso è facile accusare l’altro di errore, giudicarlo senza appello per porci su un altro livello ma a ben guardare, anche la storia lo insegna, alla fine quelli sotto siamo noi.

Quindi a tutti quelli che accettano la fragilità del proprio essere, il lato maligno che è in noi e che ci sprona alla sopravvivenza ma nel contempo però hanno slanci di umanità verso l’altro, verso il diverso.

Il Buon Ladrone viene annoverato alla destra sul Calvario, figura minore e che serve da contraltare ma l’accettazione della sua umanità, dell’essere peccatore ed un po’ santo; me lo fa preferire a tante altre figure religiose e non.

E’ il protettore dei prigionieri, moribondi e dei condannati a morte.

Dei deboli quindi, come deboli siamo tutti.


Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore,
ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.

Onora il padre, onora la madre,
e onora anche il loro bastone.
Bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste,
facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

….

da “Il Testamento di Tito” Fabrizio de Andrè (link)


Apritori:

N.Bertolani dal basso in 5 riprese da luglio ad ottobre 2019


Accesso:

Da N: Arrivare a Montefiorino (MO) e dirigersi verso Frassinoro sulla SP486R. All’altezza del caseificio di Casola scendere a SX sulla via Cerratello (fontana d’acqua poco dopo) e seguire la stretta strada passando la località Lago. Dopo poco più di 1 km P in piccolo spiazzo sulla sx, appena prima dell’ingresso nel parco. P qui (link)

Da S: Da Piandelagotti o Pievepelago (MO) arrivare a Sassatella sulla SP486R e proseguire verso Montefiorino. All’altezza della via Medola scendere a DX e seguire la strada passando la bella località omonima (ottima visione sul Parco delle Ofioliti e parete). Dopo poco P in piccolo spiazzo sulla dx, appena dopo dell’ingresso nel parco. P qui (link)


Attacco:

Dirigersi verso l’ingresso del parco e salire l’ampio sentiero passando su un caratteristico ponte di legno. Inoltrarsi nel bosco seguendo i bolli rossi e poco dopo alla palina informativa sui pillows (le rocce a cuscino) abbandonarlo seguendo ometti e sempre alcuni bolli rossi. Poco dopo si punta alla parete ed una targhetta (foto) alla base ne identifica l’attacco. 10÷15 min


Descrizione generale:

Via dal spiccato sapore alpinistico ed esplorativo che vince il campanile nel versante di maggior sviluppo ma cercando sempre “il facile nel difficile” o comunque la roccia migliore. Purtroppo la qualità e precarietà generale non consente di piazzare efficaci protezione veloci o tradizionali, con sufficienti margini di sicurezza. Si è reso quindi indispensabile l’adozione di spit-fix e resinati alle soste più delicate. Anche se l’apertura è stata condotta quasi tutta in artificiale la chiodatura è distanziata e presuppone esperienza alpinistica per gestire sia i run-out che i diversi allunghi di rinvio, resi necessari per scovare il piazzamento più ben sonante.

Nel complesso c’è da stupirsi assai di come a cavallo del 2020, una struttura di cotanta imponenza ed eleganza sia stata trascurata dagli alpinisti.


Foto Parete :


Schizzo via:

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Descrizione tiri:

tiromdifficoltàprotezionidescrizione
L1154c, II6 fixPartenza su placca appoggiata facile ma muschiosa. Allungare bene una protezione molto a sx e poi portarsi a dx fino a vincere il breve diedrino strapiombante e la larga cengia soprastante fino ad S1 comoda su 2 resinati (stare distanziati per evitare stillicidio dal tiro dopo)
L2256a+,6a11 fixPortarsi in bella ed estetica spaccata fino al secondo fix e lì con passo deciso approdare alla repulsiva parete principale (6a+). Salire l’accennato diedro verticale stando ben attenti alla qualità degli appoggi ed appigli ed alla discreta distanza di chiodatura (s2). Verso la fine di questo lanciarsi in piena placca a sx, la quale per mezzo di roccia migliore e qualche strapiombino fiammato di un bel lichene arancione, porta alla comoda S2 su resinati in una nicchia abbozzata.
L3306a, 6b/A0, 5b15 fixTraversare a sx per verticale e bella placca e poi riportarsi per terreno più facile a dx nel solco principale della parete. Salire il diedro fessurato su roccia da verificare fino a quando questo non diventa strapiombante. Passare  con decisione questa strozzatura (1 passo 6b, chiave) e poi portarsi a dx per rinviare (allungare bene) su terreno più facile ma infido.  Salire ancora con difficoltà minori puntando ad una pianta con cordone dove si attrezza la S3 scomoda appesi.
L4204b, II6 fixTraversare a sx per bella e solare placca appoggiata che con andamento dolce conduce ad una larga fessura (friend #2 e #3) e poi alla crestina spartiacque tra i due versanti. Traversare ora orizzontalmente per terreno elementare ma esposto ed infido fino alla S4 da attrezzare su 2 fix.
L5205c, 6a, II6 fixSalire dritti su ottima e solida placca verticale con caratteristica a gruviera. Con bei movimenti si vince questo muretto approdando alla terrosa cresta e poi su terreno elementare si attrezza sosta S5 su albero.
sviluppo110   
tot arrampicata110m  
gradazione 6b (6a/A0 obbl.), TD,
S1+
5L, 110m,
2 imp
  

Discesa:

  • restando assicurati ci si muove in conserva lunga scendendo sulla esile e detritica cresta (cordone subito e dopo 20m resinato rosso per assicurarsi). Quando la cresta diviene boschiva slegarsi e procedere un centinaio di metri sino a portarsi sul sentiero principale del parco. Ora scendendo a sx si torna in breve  a ritroso sul ponticello e poi al P (15/20 min) ma io consiglio di salire a dx e puntare alla visita dell’oratorio, della grotta dell’eremita e poi alla panoramica cima del monte Calvario da dove si godrà di magnifica visuale ed appagamento per la via appena salita.
  • discesa in doppia sconsigliata ma possibile da S1, S2 ed S3. Dopo risulta alquanto laboriosa e comunque è molto più agevole e veloce uscire in vetta.

Primi ripetitori:

Ivan de Iesu e Silvia Corradi il 30 novembre 2019


GPS:

Discesa:

Total distance: 2349 m
Max elevation: 781 m
Min elevation: 632 m
Total climbing: 232 m
Total descent: -276 m
Total time: 02:21:55
Download file: RK_gpx%20_2019-07-25_0856.gpx

Note:

  • portarsi qualche friends medio grande #1,#2 e #3 per integrare ove possibile.
  • roccia “indimenticabile” e spazi aperti contestualizzano questa salita destinata ad alpinisti “classici” che prediligono l’assoluta tranquillità ed isolamento rispetto ad itinerari più divertenti ma inflazionati
  • Terzo tempo a Montefiorino in uno dei due bar, uno con bella visuale sul Cusna l’altro sul Cimone, a voi la scelta.

Bibliografia:


Meteo:

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