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Appennino climbing Dolo relazioni Sport Climbing

FantaGhirelli

Torre dell’Amorotto , 930m | Scalelle di Monte Beccara
Civago (RE) | Appennino Tosco Emiliano

 

Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentate e stratificate (arenarie di Monte Cervarola), in seguito a movimenti orogenetici, hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia, spessi da qualche decimetro a qualche metro, formano una complessa rete di pareti frastagliate e
rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre).
La parete principale di questa formazione s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 120 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le
Scalelle”
per questa parte basale del Monte Beccara.
La roccia della grande parete è un’arenaria macigno che alterna tratti di colore nerastro, solidissimi e molto
abrasivi, che la fanno assomigliare al granito; a tratti più fragili, di colore prevalentemente grigio-giallastro,
affetti da sfaldamenti e crolli anche imponenti, cui occorre prestare la massima attenzione.
La FantaGhirelli si sviluppa nell’ampia e complessa parete in cui si alternano rocce, cengie e boschetti pensili, salendo e traversando con percorso vario e avventuroso fino a terminare su un caratteristico camino nerastro a pochi passi dall’uscita della via Lama del Dolo e proprio sotto al cavo metallico della ferrata del Barranco.

Gianpaolo Simonini (un apritore)

Un po’ di storia

fumetto generato da AI

Candido Ghirelli con compagni inizio l’esplorazione di questo angolo di paradiso sul finire degli anni 80. Il primo tiro nel magnifico diedro lo si deve a loro. Ci hanno anche raccontato che dopo “sono usciti in alto” incontrando un poco di vegetazione ma difficoltà molto superiori all’attacco (probabile diedro di 6a+/6b) quando finalmente si sono raccordati allo spigolo, quello che ora è chiamata Lama del Dolo e che allora doveva ancora essere tracciata.
Tracciata ma forse già salita siccome ci giungono informazioni da un pastore limitrofo il quale afferma, senza timor di esser smentito, che quando era ragazzo, insieme alla sua compagnia di amici, erano soliti andare a pescare le trote nelle pozze alla base del “paretone” e poi risalire lo spigolo slegati siccome era la salita più veloce!
Un paio di anni dopo che lo aveva detto, confermò, apparentemente convinto ed a ben pensare non è impossibile siccome il torrione finale della Lama ed altri salti possono essere evitati stando sulla destra su “bosco verticale”. Rimane un mistero come abbiano potuto superare slegati il tratto in Dülfer !

Il pastore ha ancora oggi uno spaccio di ottimo formaggio e ricotta, che produce lui stesso, e siccome è rimasto uno degli ultimi baluardi di questa professione in Appennino (e non solo) rimandiamo al lettore curioso e con una passione per gli aneddoti storici, la ricerca e possibile chiacchierata.


Difficoltà:

(

obbligatorio)

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Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

Ubicazione:

,

Tipo terreno:

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Bellezza:


Descrizione:

Via attigua alla più famosa ed estetica Spigolo del Dolo e che prende vita dal primo splendido diedro di Candido Ghirelli tracciato nei primi anni 90.
Gianpaolo ne intravide una prosecuzione verso l’alto e dopo diverse giornate si è cercato di dare uno sviluppo omogeneo e linea indipendente dalle ormai numerose linee ed, ahinoi, attigua ferrata.
Anche se la via è sportiva ha qualche tratto che si svolge su terreno vegetato e friabile. E’ quindi richiesta la massima attenzione e piede alpinistico leggero soprattutto per evitare distacchi che potrebbero giungere alla falesia appena sotto.


Accessi:

Accesso consueto

Poco prima dell’abitato di Civago sulla strada provinciale che collega Villa Minozzo a Civago, passata la galleria della torre dell’Amorotto, dopo qualche centinaio di metri a sx parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (pochi posti, P a lisca di pesce e vicini alle altre auto!).
Link a P

Proseguire sulla strada principale verso S per poche decine di metri ed all’indicazione “Ferrata” scendere sul sentiero tracciato che in breve conduce sul greto del torrente. Scendere sulla sponda sx idrografica del Dolo (verso N) per alcune centinaia di metri fino a che si perviene sotto alle evidenti placche verticali di arenaria ed il vicino attacco della ferrata.

Total distance: 807 m
Max elevation: 977 m
Min elevation: 809 m
Total climbing: 26 m
Total descent: -183 m
Total time: 00:36:41
Download file: dolo_attacco_vie_falesia_e_ferrata.gpx
Vecchio accesso (pre ferrata)

Parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (3/4 posti macchina) all’ingresso della galleria che sottopassa la Torre dell’Amorotto, poco prima dell’abitato di Civago, sulla Strada Provinciale che collega Villa Minozzo a Civago.

Link al P

Proseguire a piedi per il sentiero, seguendo le indicazioni “Palestra di Roccia”. Giunti alla base della Palestra di Roccia, seguire il sentiero Gazzano-Civago in direzione Civago (il sentiero costeggia, poco più in basso, la Strada Provinciale). Superati i pilastri del ponte in uscita dalla galleria, si individua poco dopo sulla sinistra il rottame di una vecchia utilitaria. Poco più avanti, sempre a sinistra, un canalone pietroso consente di scendere per circa 130 m fino al torrente. Qui, percorrendo il letto del Dolo verso valle per circa un centinaio di metri (stare sulla sinistra), si giunge ad un’ansa verso destra che conduce ad un tratto rettilineo costeggiato dal paretone di roccia sul cui filo sommitale corre la nostra via.

Si scende per qualche metro fino a portarsi sotto al diedro del primo tiro (ometto, fix visibili, 790 m s.l.m.)

Google maps link


Foto parete:

Su gentile concessione di https://appenninisti.blogspot.com/

Schizzo:

Sotto il PDF (hi res) scaricabile:


Descrizione dei tiri:

L1 = 30m, 5a, 16 fix.

Attaccare il bellissimo diedro fessurato più o meno dove parte la ferrata.
Salire con bei movimenti e tecnica fin sotto al tetto ed aggirarlo sulla sx in placca, sopra ignorare la sosta del monotiro e proseguire a destra dove si trova la comoda sosta su un terrazzino (2 fix con anelli). Allungare bene le prime protezioni, quelle sotto al tettino e nella prima sosta, da saltare, per evitare eccessivo attrito.

L2 = 15m, 5c, 7 fix

Si sale in placca verticale fessurata e tramite un breve incastro di piede si supera un singolo passo faticoso. Sopra si rimane al centro della bellissima placca di roccia eccellente fin alla sosta su 2 fix su cengia accennata.

L3 = 10m, trasferimento

Salire verso sx per un canale terroso (corda fissa per evitare scariche in basso) ed in breve ci si trova su una larga cengia erbosa ove si allestisce la sosta su 2 fix.

L4 = 24m, 5b

Portarsi a sx nei pressi di una evidente placca e salirla sfruttando una fessura accennata. Si lasciano sulla dx due alberelli e quando si perviene sotto ad un grosso tetto strapiombante lo si aggira con estetica ma facile arrampicata appena sotto. Sosta appena dietro allo spigolo su 2 fix.

L5 = 25m, 5b+

Verticalmente si entra nella bella fessura che incide tutto il pilastro e che diventa più facile man mano si sale. Con bella arrampicata si esce su un terrazzino erboso con pianta e sulla sinistra una caratteristica torre oltre la quale esce la ferrata. Qui si trova il libro di via.

L6 = 15m, 5c+

Non farsi intimorire dal tetro tetto sommitale bensì andare in placca a sx ed usare i pochi gradini in aderenza che permettono di alzarsi fin sotto. Qui entrare nel camino (1 ch) ed appena possibile uscirne con bella e sostenuta arrampicata. Sempre con aderenza salire la fenditura e quando finisce portarsi leggermente a dx sul crinale ove si trova la sosta su 2 fix + catena appena sotto al cavo metallico della ferrata.


Rientro:

Per tornare al parcheggio si risale la dorsale rocciosa proprio sulla cresta, aiutandosi anche con il cavo della ferrata.
Si continua ancora in ascesa su traccia nel bosco per qualche decina di metri fino a salire sul sentiero principale tramite alcuni gradini nella terra ed una staccionata.
Qui tenere la sx (viso monte) e scendere alla falesia dell’Amorotto da cui tramite sentiero elementare si arriva in 5 minuti di falsopiano al parcheggio.

Se si tiene la dx alla staccionata si risale poi fino alla galleria e quindi dopo è da ripercorrere, oppure potrebbe essere consigliata nel caso di P prima della galleria.


Ripetizione:

del 04/05/2025 con Anna Tusini
Cordata amici Gianpaolo Simonini e Stefano Franciosi


Note:

  • Interessante alternativa alla arenaria macigno della Pietra
  • Molto bello il contesto ambientale e la solitudine (almeno prima della ferrata 🙁
  • Anche se la via è sportiva ha qualche tratto che si svolge su terreno vegetato e friabile. E’ quindi richiesta la massima attenzione e piede leggero soprattutto per evitare distacchi che potrebbero giungere alla falesia appena sotto.
  • Si ringraziano le guide Carlo Alberto Montorsi ed Edoardo per il grande lavoro di pulizia e creazione della falesia del Dolo. Anche il primo tiro di questa via è stato opera di un profondo “restyling” da parte loro e che quindi gli ha donato quel piacere di arrampicata che sennò da vegetato non avrebbe 😉

Bibliografia:


Meteo:


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Via il Bucato

SassoMorello 670m

Prignano sul Secchia (MO)

Ci sono quelle volte che vai così di fretta che cerchi di tagliare.
Tagliare la strada, tagliare una conversazione, tagliare con i perditempo, tagliare con le persone che in quel momento senti non ti stanno ridando ma solo prendendo, tagliare con gli affetti anche se non te ne rendi conto.
Tagli, sforbici ed usi l’accetta e se non stai attento arrivi fino alla base, fino alle radici e lì cadi.
Questa vietta è forse nata per questo. Mi trovavo a correre, in ritardo come sempre nella mia vita, cercando una scorciatoia, mi sono infilato in un budello solo all’apparenza più corto.
La strada in breve ha perso la comoda pavimentazione, è divenuta sterrata e poi piena di buche, ha imposto di rallentare.
Solo allora si riesce ad alzare la testa, a guardare oltre il ciglio.
Si osserva e si riesce a vedere ciò che prima era solo scontato passare e che esistesse in quella posizione.
La vista si può aprire.
Una vallata verde e rigogliosa che nel suo movimento di dilatazione a due braccia ti accoglie ed invita a percorrerla camminando, non correndo.
Il Sassomorello mi è apparso così, una promessa di roccia, una croce, una rocca ed annesso borgo su uno sperone di tetro ma invitante serpentino, qualche rimbalzo sotto e lussureggiante verde. Tanto verde, troppo verde per ogni rocciatore ed alpinista che si rispetti.
A casa il pensiero ha lavorato e quando mi ritrovavo a riprenderne la memoria mi accorgevo che il taumaturgico e sedativo effetto mi permeava, se correvo, dopo rallentavo.
Quella bella sensazione doveva avere un seguito, per me ma soprattutto per altri.
E’ una bella via? No.
Penso possa essere utile però.
Anzi a ben pensarci è completamente inutile, come è giusto sia inutile l’alpinismo.
Se si abbandona ogni velleità ed ambizione, che nell’alpinismo e non solo sfociano in breve nella maniacale pratica monotematica, ecco se si abbandona tutto e si decide di salire per il puro gusto di farlo si troverà un terreno che accoglie con “semplicità” e non “difficoltà”.
Ecco allora spero possiate rivivere quello che ho vissuto io.
Giornate inutili.
Giornate che vale la pena vivere.

N.B.

Apritori:

,

Difficoltà:

, , ,

Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

,

Esposizione:

,

Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:



Accesso:

dal BASSO:

da Nord:

Sulla Provinciale 21 tra Serramazzoni e Prignano (MO) scendere per una stretta svolta sulla via Casina tenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante tenere a dx la via Bertoni e parcheggiare appena prima di una svolta a sx di 90° e di un ponticello. Link al P con google maps.

da SUD:

(consigliato per i romantici siccome regala una bella visione d’insieme della parete dal basso)
Indicazioni Gombola (MO), passato il bel paese con vista sul borgo (fermatevi) si tiene la via Valrossenna fino al bivio nei pressi dellabbandonato ponte romano Cervaro (link)
Lì imboccare la via Badaglia tenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante diviene via Bertoni e la vista si apre su una magnifica vallata con ruderi e la rocca del Sassomorello che domina in alto.
Parcheggiare appena dopo una svolta a 90° che passa su un ponticello. Link al P con google maps.
Dal P: 5 min tot.

dall’Alto:

(consigliato se dopo si vuole concatenare con Antenna 1 Rock station, provare alcuni monotiri od anche solo rinfrescarsi e mangiare qualcosa all’ombra su comode panchine).

Parcheggiare nel borgo di Sassomorello tra la chiesa di San Bartolomeo (link approfondimento) ed i cassoni della differenziata. (link a P su google maps).
Seguire per 30m verso S la strada principale via Don Luigi Spallanzani che diviene strada bianca e scende verso W.
Percorrerla con vista sulle pareti ed il bel borgo di Sassomorello sempre in bella mostra, fino al limite di una casa ove una palina CAI indicherà andare sulla dx (direzione SUD).
In falsopiano seguire una traccia che poi scende fino ad una zona paludosa (palina CAI) ed in breve si è sotto alla parete principale ove si passa un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa). Stare sul sentiero e direzione Est poco dopo si lascia sulla sx la via Chi Trova un Amico trova un Tesoro. Qualche metro oltre nel bosco sale una traccia per il Tramonto Inaspettato. e proseguendo, oltre un allevamento di api, si tocca un grosso ometto e si sale per traccia vegetata fino alle altre vie: Il Bucato, Traversi Sommersi e Colpo di Calore,
Dal P: 15/20 min tot.


Attacco:

Risalire per esile traccia il prato a sx del torrente (viso a monte) puntando ad una catasta di sassi che si aggira appena a sx (ometto). Risalire per percorso non obbligato ma dettato da qualche tronco secco che da la direttiva, fino alla base di uno speroncino roccioso. Targhetta (foto) e tronchi orizzontali alla base ne identificano l’attacco. 5 min


Scheda:

Itinerariovia Il Bucato
prima salita1+6 giugno 2019: Nicola Bertolani dal basso
Zona MontuosaAppennino Tosco Emiliano
Settore / Parete / CimaSassomorello
Località di PartenzaCà Bertoni
Punti d’appoggiobar pizzeria Katia (link)
AcquaSi, vicino alla chiesa
Dislivello avvicinamento [m]+ 30 m
Dislivello itinerario [m]+ 60 m circa
Sviluppo itinerario [m]200 m circa
Quota partenza [m]580
Quota arrivo [m]670
Tipologia itinerarioRS1 via misto sportivo/classico in ambiente collinare
Difficoltà su rocciaII, III, III+
Qualità rocciaOfiolite da buona a mediocre
ProteggibilitàRS1
SosteLa maggior parte su spit-fix ø10×100 in inox 316
Impegno1
Numero di tiri di corda6
Difficoltà globalePD
Pericolifriabilità in alcuni tiri
MaterialeNDA
Esposizione prevalenteS
Discesasterrato + sentiero
Tempo impiegato avvicinamento5 min
Tempo impiegato salita1,5 h
Tempo impiegato discesa20 min
Libro di viaSi.
Giudizio5
ConsigliataSì, a principianti.
Ottima per iniziare vie di più tiri. Direi la più facile in Appennino e non solo.
Chi ha un poco di vie all’attivo la troverà “irritante” 😛

Foto Parete :

visione d’insieme della bella parete solare del SassoMorello

Schizzo via:

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Descrizione:

L1 = 20 m, III, I


Attaccare la paretina su roccia delicata (III, 3 spit), Proseguire su terreno appoggiato (1 spit) fino ad una fascia strapiombante sotto la quale si trova la sosta su 2 spit con cordino (attenzione a non smuovere sassi). 20m, III, I, 4 spit + 2 spit di sosta (cordino per calata, non usare per sosta)


L2 = 20 m, II

Traversare a sx (viso a monte) su rampa ascendente (I, 2 spit in alto). Proseguire qualche metro a sx e risalire verso dx al di sopra dello strapiombo aggirandolo (1 ch). Proseguire poi su terreno appoggiato ma delicato (II, 1 ch). 20m, I, II, I, 2spit, 1ch + 2 spit di sosta (cordino per calata, non usare per sosta). Variante: All’altezza del secondo spit è possibile rimontare direttamente lo strapiombino fin sopra ad una piccola grotta, passo 4c, 1 spit immediatamente sopra lo strapiombo.


L3 = 30 m, I, II, I


Traversare orizzontalmente a dx (viso a monte) su terreno detritico fino ad una compatta paretina nera, risalirla nella sua parte dx (II, 1 ch) e proseguire poi camminando fino alla sosta in una evidente fessura su fascia rocciosa nera a dx di una caratteristica grotta. 30m, I, II, I, 1ch, 1 spit+1ch di sosta


L4 = 35 m, II, I


Alzarsi 1m e traversare a sx, prima orizzontalmente poi appena al di sopra della grotta (II, 2 spit). Proseguire camminando e superando alcuni alberi e massi fino alla sosta alla base ed a sx di un evidente diedro. 35m II, I 2 spit + 2 spit di sosta


L5 = 10 m, III+


Rimontare sopra la sosta e spostarsi a dx nel diedro salendo su un terrazzino (III+, passo chiave, 1 spit). Aggirare a dx lo spigolo dove si trova la sosta su 1 spit + 1ch. 10m, III+, 1 spit, 2 spit di sosta (libro di via)


trasferimento = 60 m

Camminare su pendio erboso superando alcuni alberi, uno con cordino rosa alto penzolante. Dopo alcuni facili affioramenti rocciosi stare alla sx degli ormai evidenti “filari del bucato” fino alla base di un piccolo promontorio lichenoso con a dx un albero (possibilità di sosta su albero), 60m su terreno elementare, procedere di conserva.


L6 (originale) = 15 m, III, I


Risalire il piccolo promontorio con andamento verso dx su roccia molto friabile e sporca (III, 1 spit, 1ch). Traversare a dx su terreno erboso fino alla sosta su 2 spit e catena ed ormai con la croce a pochi metri. Volendo dopo il primo spit si può salire più a sx (1 spit) e raggiungere la sosta deviando poi verso dx. 10m, III, 1spit, 1 ch, sosta su 2 spit.

L6 (consigliata) = 15 m, 3c, I

Uscire con ultimo tiro di Colpo di Calore.
Continuare nel trasferimento ed aggirare per sentiero verso dx la cuspide con croce fino a notare sulla SX, a qualche decina di metri dalle case su terreno orizzontale, una placca nerastra con qualche masso aggettante. Scritta e fix visibili. Qui attaccare direttamente la placca vincendo alcuni divertenti strapiombini fino al prato sommitale dove si allestisce la sosta sulla croce.
15m, 3c, 3 fix.


sviluppo
130 m
gradazione II, III, RS1, PD, 1

Discesa:

  • Scendere dalla croce e passare per il piccolo borgo (! proprietà privata, evitare schiamazzi, sporcizia e maleducazione).
    Dopo poche decine di metri in direzione della strada principale, appena dopo un rudere parte una strada bianca a sx, via Don Luigi Spallanzani.
    Percorrerla scendendo fino ad una casa. Sulla dx vi si trova una palizzata come traccia di una antica carrozzabile (bollo CAI). Ora si è in vista della parete W con sempre il borgo di Sassomorello in bella mostra. Scendere ancora fino a che al termine dei paletti di recinzione si incrocia una carrareccia abbandonata e spesso paludosa (palina CAI). Qui girare a sx in direzione N ed in vista della base della parete. In breve la strada diviene sentiero, passiamo prima un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa) e dopo un allevamento di api. In breve ci riconduce alla strada del P.
    20min tot.
  • discesa in doppia sconsigliata ma possibile da S1 ed S2. Dopo conviene finire la via od uscire per le numerose vie di fuga da cercare tra il bosco ceduo.

Discesa (se accesso dall’alto):

Scendere dalla croce e passare per il piccolo borgo (! proprietà privata, evitare schiamazzi, sporcizia e maleducazione) quindi si è praticamente davanti alla chiesa e quindi al P principale.


GPS:

Della discesa

Total distance: 836 m
Max elevation: 622 m
Min elevation: 584 m
Total climbing: 32 m
Total descent: -49 m
Total time: 00:22:10
Download file: Sassomorello.San.Pellegrinetto.gpx

Compagni:

Gianluca Bulgarelli (1a ripetizione)


Note:

  • La via è una “brutta via”, anzi forse come l’ha chiamata simpaticamente qualcuno: “la via più brutta d’Italia!“, ma penso possa donare a cordate neofite o fresche di corsi la possibilità di cimentarsi su 6 tiri di corda, una progressione in conserva, muoversi sul facile ma friabile ed il tutto in un contesto di pace ed isolamento che si fatica a trovare in molti ambienti “alpini”
  • Prestare attenzione a qualche blocco instabile e pilastro staccato, soprattutto sul quinto tiro non tirare l’invitante lama.
  • La variante è il passo usato nel primo giorno di apertura ma che per omogeneità della via penso sia meglio aggirare a sx.
  • il nome della via è un gioco di parole. E’ quello che ogni apritore non vorrebbe mai trovare sulla propria linea ma che, pure, ogni ripetitore dovrebbe auspicare:
    “Prego tirate via il bucato, sennò non passo !”
    Questa la dice lunga sull’esposizione ed ingaggio della via 🙂

Bibliografia:


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I borghi dimenticati da riscoprire:

Alcune salite proposte in questi borghi:

borghi da riscoprire 13 13