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Appennino climbing Dolo relazioni Sport Climbing

FantaGhirelli

Torre dell’Amorotto , 930m | Scalelle di Monte Beccara
Civago (RE) | Appennino Tosco Emiliano

 

Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentate e stratificate (arenarie di Monte Cervarola), in seguito a movimenti orogenetici, hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia, spessi da qualche decimetro a qualche metro, formano una complessa rete di pareti frastagliate e
rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre).
La parete principale di questa formazione s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 120 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le
Scalelle”
per questa parte basale del Monte Beccara.
La roccia della grande parete è un’arenaria macigno che alterna tratti di colore nerastro, solidissimi e molto
abrasivi, che la fanno assomigliare al granito; a tratti più fragili, di colore prevalentemente grigio-giallastro,
affetti da sfaldamenti e crolli anche imponenti, cui occorre prestare la massima attenzione.
La FantaGhirelli si sviluppa nell’ampia e complessa parete in cui si alternano rocce, cengie e boschetti pensili, salendo e traversando con percorso vario e avventuroso fino a terminare su un caratteristico camino nerastro a pochi passi dall’uscita della via Lama del Dolo e proprio sotto al cavo metallico della ferrata del Barranco.

Gianpaolo Simonini (un apritore)

Un po’ di storia

fumetto generato da AI

Candido Ghirelli con compagni inizio l’esplorazione di questo angolo di paradiso sul finire degli anni 80. Il primo tiro nel magnifico diedro lo si deve a loro. Ci hanno anche raccontato che dopo “sono usciti in alto” incontrando un poco di vegetazione ma difficoltà molto superiori all’attacco (probabile diedro di 6a+/6b) quando finalmente si sono raccordati allo spigolo, quello che ora è chiamata Lama del Dolo e che allora doveva ancora essere tracciata.
Tracciata ma forse già salita siccome ci giungono informazioni da un pastore limitrofo il quale afferma, senza timor di esser smentito, che quando era ragazzo, insieme alla sua compagnia di amici, erano soliti andare a pescare le trote nelle pozze alla base del “paretone” e poi risalire lo spigolo slegati siccome era la salita più veloce!
Un paio di anni dopo che lo aveva detto, confermò, apparentemente convinto ed a ben pensare non è impossibile siccome il torrione finale della Lama ed altri salti possono essere evitati stando sulla destra su “bosco verticale”. Rimane un mistero come abbiano potuto superare slegati il tratto in Dülfer !

Il pastore ha ancora oggi uno spaccio di ottimo formaggio e ricotta, che produce lui stesso, e siccome è rimasto uno degli ultimi baluardi di questa professione in Appennino (e non solo) rimandiamo al lettore curioso e con una passione per gli aneddoti storici, la ricerca e possibile chiacchierata.


Difficoltà:

(

obbligatorio)

,

Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

Ubicazione:

,

Tipo terreno:

,

Bellezza:


Descrizione:

Via attigua alla più famosa ed estetica Spigolo del Dolo e che prende vita dal primo splendido diedro di Candido Ghirelli tracciato nei primi anni 90.
Gianpaolo ne intravide una prosecuzione verso l’alto e dopo diverse giornate si è cercato di dare uno sviluppo omogeneo e linea indipendente dalle ormai numerose linee ed, ahinoi, attigua ferrata.
Anche se la via è sportiva ha qualche tratto che si svolge su terreno vegetato e friabile. E’ quindi richiesta la massima attenzione e piede alpinistico leggero soprattutto per evitare distacchi che potrebbero giungere alla falesia appena sotto.


Accessi:

Accesso consueto

Poco prima dell’abitato di Civago sulla strada provinciale che collega Villa Minozzo a Civago, passata la galleria della torre dell’Amorotto, dopo qualche centinaio di metri a sx parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (pochi posti, P a lisca di pesce e vicini alle altre auto!).
Link a P

Proseguire sulla strada principale verso S per poche decine di metri ed all’indicazione “Ferrata” scendere sul sentiero tracciato che in breve conduce sul greto del torrente. Scendere sulla sponda sx idrografica del Dolo (verso N) per alcune centinaia di metri fino a che si perviene sotto alle evidenti placche verticali di arenaria ed il vicino attacco della ferrata.

Total distance: 807 m
Max elevation: 977 m
Min elevation: 809 m
Total climbing: 26 m
Total descent: -183 m
Total time: 00:36:41
Download file: dolo_attacco_vie_falesia_e_ferrata.gpx
Vecchio accesso (pre ferrata)

Parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (3/4 posti macchina) all’ingresso della galleria che sottopassa la Torre dell’Amorotto, poco prima dell’abitato di Civago, sulla Strada Provinciale che collega Villa Minozzo a Civago.

Link al P

Proseguire a piedi per il sentiero, seguendo le indicazioni “Palestra di Roccia”. Giunti alla base della Palestra di Roccia, seguire il sentiero Gazzano-Civago in direzione Civago (il sentiero costeggia, poco più in basso, la Strada Provinciale). Superati i pilastri del ponte in uscita dalla galleria, si individua poco dopo sulla sinistra il rottame di una vecchia utilitaria. Poco più avanti, sempre a sinistra, un canalone pietroso consente di scendere per circa 130 m fino al torrente. Qui, percorrendo il letto del Dolo verso valle per circa un centinaio di metri (stare sulla sinistra), si giunge ad un’ansa verso destra che conduce ad un tratto rettilineo costeggiato dal paretone di roccia sul cui filo sommitale corre la nostra via.

Si scende per qualche metro fino a portarsi sotto al diedro del primo tiro (ometto, fix visibili, 790 m s.l.m.)

Google maps link


Foto parete:

Su gentile concessione di https://appenninisti.blogspot.com/

Schizzo:

Sotto il PDF (hi res) scaricabile:


Descrizione dei tiri:

L1 = 30m, 5a, 16 fix.

Attaccare il bellissimo diedro fessurato più o meno dove parte la ferrata.
Salire con bei movimenti e tecnica fin sotto al tetto ed aggirarlo sulla sx in placca, sopra ignorare la sosta del monotiro e proseguire a destra dove si trova la comoda sosta su un terrazzino (2 fix con anelli). Allungare bene le prime protezioni, quelle sotto al tettino e nella prima sosta, da saltare, per evitare eccessivo attrito.

L2 = 15m, 5c, 7 fix

Si sale in placca verticale fessurata e tramite un breve incastro di piede si supera un singolo passo faticoso. Sopra si rimane al centro della bellissima placca di roccia eccellente fin alla sosta su 2 fix su cengia accennata.

L3 = 10m, trasferimento

Salire verso sx per un canale terroso (corda fissa per evitare scariche in basso) ed in breve ci si trova su una larga cengia erbosa ove si allestisce la sosta su 2 fix.

L4 = 24m, 5b

Portarsi a sx nei pressi di una evidente placca e salirla sfruttando una fessura accennata. Si lasciano sulla dx due alberelli e quando si perviene sotto ad un grosso tetto strapiombante lo si aggira con estetica ma facile arrampicata appena sotto. Sosta appena dietro allo spigolo su 2 fix.

L5 = 25m, 5b+

Verticalmente si entra nella bella fessura che incide tutto il pilastro e che diventa più facile man mano si sale. Con bella arrampicata si esce su un terrazzino erboso con pianta e sulla sinistra una caratteristica torre oltre la quale esce la ferrata. Qui si trova il libro di via.

L6 = 15m, 5c+

Non farsi intimorire dal tetro tetto sommitale bensì andare in placca a sx ed usare i pochi gradini in aderenza che permettono di alzarsi fin sotto. Qui entrare nel camino (1 ch) ed appena possibile uscirne con bella e sostenuta arrampicata. Sempre con aderenza salire la fenditura e quando finisce portarsi leggermente a dx sul crinale ove si trova la sosta su 2 fix + catena appena sotto al cavo metallico della ferrata.


Rientro:

Per tornare al parcheggio si risale la dorsale rocciosa proprio sulla cresta, aiutandosi anche con il cavo della ferrata.
Si continua ancora in ascesa su traccia nel bosco per qualche decina di metri fino a salire sul sentiero principale tramite alcuni gradini nella terra ed una staccionata.
Qui tenere la sx (viso monte) e scendere alla falesia dell’Amorotto da cui tramite sentiero elementare si arriva in 5 minuti di falsopiano al parcheggio.

Se si tiene la dx alla staccionata si risale poi fino alla galleria e quindi dopo è da ripercorrere, oppure potrebbe essere consigliata nel caso di P prima della galleria.


Ripetizione:

del 04/05/2025 con Anna Tusini
Cordata amici Gianpaolo Simonini e Stefano Franciosi


Note:

  • Interessante alternativa alla arenaria macigno della Pietra
  • Molto bello il contesto ambientale e la solitudine (almeno prima della ferrata 🙁
  • Anche se la via è sportiva ha qualche tratto che si svolge su terreno vegetato e friabile. E’ quindi richiesta la massima attenzione e piede leggero soprattutto per evitare distacchi che potrebbero giungere alla falesia appena sotto.
  • Si ringraziano le guide Carlo Alberto Montorsi ed Edoardo per il grande lavoro di pulizia e creazione della falesia del Dolo. Anche il primo tiro di questa via è stato opera di un profondo “restyling” da parte loro e che quindi gli ha donato quel piacere di arrampicata che sennò da vegetato non avrebbe 😉

Bibliografia:


Meteo:


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Appennino beginner borghi da riscoprire relazioni Varana

Piccettino lunga

Varana, 470m | Prignano sul Secchia (MO)

La linea che hai percorso (linea rossa) è costituita da :

L1) monotiro “Piccettino” protetto a fix da M. Lugli e G. Simonini, su una antica linea già percorsa e protetta a chiodi da ignoti, seguito da un traverso a sx già descritto nella guida e recentemente protetto (3 fix) da G. Simonini e D. Rimondi, fino alla S1 della via “Rat-Man” di M. Lugli.

L2) secondo tiro della via “Rat-Man” di M. Lugli.

L3) nuova linea (3 fix) del brevissimo ultimo tiro, di G. Simonini e D. Remondi. La precedente linea di M. Lugli usciva su rocce facili, ma insicure, ed erba più a sx.
Recentemente, per iniziativa di D. Rimondi e G. Simonini, entrambe le vie Piccettino e Rat-Man sono state disgaggiate, ripulite e aggiornate aggiungendo qualche protezione su Rat-Man, oltre al traverso di ricongiungimento tra Piccettino e Rat-Man, e il nuovo breve ultimo tiro.


È probabile che, dopo la chiodatura a fix di Piccettino, ignoti abbiano infittita la chiodatura. La guida riporta infatti solo 6 protezioni ora se ne contano 14!

Gianpaolo Simonini
Gianpaolo e Marcello in un momento di svago (foto tratta da Falesie Ritrovate 2008).

Difficoltà:

(

obbligatorio)

,

Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

Ubicazione:

,

Tipo terreno:

,

Bellezza:



Descrizione:

Via “lunga” solo 40m ma che in 3 tiri consente di salire la parete con più sviluppo di Varana.
Diverse ed originali le tre lunghezze.


Accesso:

Raggiungere l’abitato di Varana ed appena a fianco del sagrato della chiesa voltare nella stradina parallela a fianco e scendere per un chilometro circa.
P sulla destra in largo spiazzo prativo prima del borgo.
Link al P con google maps


Attacco:

Entrare nel borgo (fontana d’acqua e lavatoio) e dopo aver raggiunto la falesia scendere a sx fino alla base della parete N aiutandosi con qualche corda fissa.
La via attacca quasi nel punto più basso in corrispondenza di un evidente diedro nero crivellato da fix.
Tot: 10 min dal P


Schizzo via:

Da Falesie Ritrovate.

Descrizione:

L1 = 20m, 5c, 14 fix, S1

Salire il verticale diedro fessurato regolare intramezzato da qualche breve strapiombino. Giunti alla catena rinviarla lunga e traversare a SX con passo tecnico ma con buona aderenza. Sosta su catena sotto al diedro successivo.
(Il tiro sarebbe uno dei più belli di Varana se non fosse ormai completamente marmorizzato dall’uso. Qua e là qualche appoggio scavato permettono comunque la salita.)

L2= 15m, 5b, 6 fix, S1

Salire il verticale diedro fessurato con buona aderenza e bei movimenti fino ad un comodo pianoro sotto ad una evidente fessura.

L3= 5m, 5c, 4 fix, S1

Salire a destra e vincere l’ostica fessura con movimenti di incastro. Appena dopo la difficoltà si abbatte e si fa sosta su basso e scomodo anello cementato.


Discesa:

Uscire dalla via sul pianoro sommitale e dirigersi verso S fino ad intercettare il sentiero elementare che riporta alla base della falesia.
5 min alla base della falesia e 10 al P


Note:

  • Via carina e diversa dalle altre limitrofe.
  • L’unto del primo tiro è al limite tra il fastidioso e l’inscalabile. Andare oltre per avere una visione di insieme 😉

Bibliografia:

Guida consultabile grazie a G.P. Simonini e M. Lugli che ne hanno resa pubblica la fruizione.


Meteo:


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Appennino climbing Dolo relazioni Sport Climbing

delle Cuspidi

Torre dell’Amorotto , 930m | Scalelle di Monte Beccara
Civago (RE) | Appennino Tosco Emiliano

 

Dalla relazione di Gianpaolo Simonini (un apritore):

Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentate e stratificate (arenarie di Monte Cervarola), in seguito a movimenti orogenetici, hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia, spessi da qualche decimetro a qualche metro, formano una complessa rete di pareti frastagliate e
rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre).
La parete principale di questa formazione s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 120 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le
Scalelle”
per questa parte basale del Monte Beccara.
La roccia della grande parete è un’arenaria macigno che alterna tratti di colore nerastro, solidissimi e molto
abrasivi, che la fanno assomigliare al granito; a tratti più fragili, di colore prevalentemente grigio-giallastro,
affetti da sfaldamenti e crolli anche imponenti, cui occorre prestare la massima attenzione.
La Via delle Cuspidi si sviluppa nell’ampia e complessa parete in cui si alternano rocce, cengie e boschetti pensili, salendo e traversando con percorso vario e avventuroso fino a terminare su due caratteristiche cuspidi ben visibili anche da lontano.

Gianpaolo Simonini

Difficoltà:

(

obbligatorio)

Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

Ubicazione:

,

Tipo terreno:

,

Bellezza:


Descrizione:

Via attigua alla più famosa ed estetica Spigolo del Dolo e che prende vita propria dalla seconda sosta della via della Spada.
Ad oggi però è la via con l’obbligatorio più basso tra le tre e se si unisce allo sviluppo di ben 8 tiri (anche se alcuni son trasferimenti) ne esce sicuramente un buon terreno di prova per cordate neofite o fresche di corsi.
E’ indispensabile il casco.


Accessi:

Accesso consueto

Poco prima dell’abitato di Civago sulla strada provinciale che collega Villa Minozzo a Civago, passata la galleria della torre dell’Amorotto, dopo qualche centinaio di metri a sx parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (pochi posti, P a lisca di pesce e vicini alle altre auto!).
Link a P

Proseguire sulla strada principale verso S per poche decine di metri ed all’indicazione “Ferrata” scendere sul sentiero tracciato che in breve conduce sul greto del torrente. Scendere sulla sponda sx idrografica del Dolo (verso N) per alcune centinaia di metri fino a che si perviene sotto alle evidenti placche verticali di arenaria ed il vicino attacco della ferrata.

Total distance: 807 m
Max elevation: 977 m
Min elevation: 809 m
Total climbing: 26 m
Total descent: -183 m
Total time: 00:36:41
Download file: dolo_attacco_vie_falesia_e_ferrata.gpx
Vecchio accesso (pre ferrata)

Parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (3/4 posti macchina) all’ingresso della galleria che sottopassa la Torre dell’Amorotto, poco prima dell’abitato di Civago, sulla Strada Provinciale che collega Villa Minozzo a Civago.

Link al P

Proseguire a piedi per il sentiero, seguendo le indicazioni “Palestra di Roccia”. Giunti alla base della Palestra di Roccia, seguire il sentiero Gazzano-Civago in direzione Civago (il sentiero costeggia, poco più in basso, la Strada Provinciale). Superati i pilastri del ponte in uscita dalla galleria, si individua poco dopo sulla sinistra il rottame di una vecchia utilitaria. Poco più avanti, sempre a sinistra, un canalone pietroso consente di scendere per circa 130 m fino al torrente. Qui, percorrendo il letto del Dolo verso valle per circa un centinaio di metri (stare sulla sinistra), si giunge ad un’ansa verso destra che conduce ad un tratto rettilineo costeggiato dal paretone di roccia sul cui filo sommitale corre la nostra via.

Si scende per qualche metro fino a portarsi sotto al diedro del primo tiro (ometto, fix visibili, 790 m s.l.m.)

Google maps link


Foto parete:

2023 © www.nikobeta.net

Schizzo:

B&W + Color (thanks to Anna Tusini)


Descrizione dei tiri:

L1 = 15m, 4c

Salire il diedrino di roccia friabile e traversare verso sinistra sulla cengia fino a trovare la sosta successiva. (! Detrito, non scaricare sotto, passaggio falesisti e ferratisti)

L2 = 25m, 5c

Si sale in placca su roccia eccellente e si segue la bella fessura leggermente verso sx, con un passo appena più difficile nelle vicinanze di una radice.
Poi fino alla comoda sosta successiva su un pulpito stando pochi m alla sx di un’altra sosta (via della Spada)
Questo tiro da solo vale la via e presenta i movimenti e roccia più interessanti di tutta questa salita e non solo 😉

L3 = 15m, 4c

Salire verticalmente in placca e rinviare su un alberello.
Vincere la soprastante breve paretina e poi portarsi con movimento decisamente a sx su una cengia erbosa ove si trova la comoda sosta su 2 fix.

L4 = 20m, 5c

Su per placca leggermente terrosa con un singolo passo impegnativo (5c). Sosta comoda alla base di un prato.

L5 = 25m, I

Trasferimento facile (anche in conserva) dapprima si sale leggermente verso sx per arrivare alla base dell’ultima verticale fascia rocciosa. Si oltrepassa l’attacco della var. Fantastica Fessura e si scende fino a portarsi appena sotto S4 ma 25m alla sua sx. Sosta nei pressi di una pianta su 2 fix alla base di uno spigolo.

L6 = 25m, 5a

Portarsi verticalmente e salire nel margine dx dello spigolo su bella e facile placca. Alla fine riportarsi a sx di 5m ove si trova la sosta alla base di un tetro diedrino chiuso da uno strapiombino. Sosta su 2 fix.

L7 = 25m, 5b+

I° CUSPIDE:
Verticalmente sotto lo strapiombino vincendolo appena alla sua dx con una fessura sopra lo stesso (p.sso 5b+), oppure più facilmente tutto a sx su gradoni (5a).
Sopra qualche movimento in placca fessurata esige ancora attenzione.
Secondo tiro più bello della via (IMHO).
Sosta su 2 fix.

L8 = 20m, 5b

II° CUSPIDE:
Ancora su placca con buon grip fino a pervenire sulla spalla dello Spigolo del Dolo dove termina (od inizia) la ferrata.
Allestire sosta comoda sulle invitanti fessure verticali con 2 friend (#2 + #1), oppure usando il fittone della ferrata (basso e scomodo).
(Sosta su 2 fix in alto a sx che noi non abbiamo usato e che paiono “forzare” gli ultimi 3 m di via, imponendo poi ad un ulteriore tiro di conserva di pochi metri per uscire.)


Rientro:

Per tornare al parcheggio si risale la dorsale rocciosa proprio sulla cresta, aiutandosi anche con il cavo della ferrata.
Alla fine di quest’ultima si incontra il libro di via in comune con la ferrata (scrivere propria ascesa).
Si continua ancora in ascesa su traccia nel bosco per qualche decina di metri fino a salire sul sentiero principale tramite alcuni gradini nella terra ed una staccionata.
Qui tenere la sx (viso monte) e scendere alla falesia dell’Amorotto da cui tramite sentiero elementare si arriva in 5 minuti di falsopiano al parcheggio.

Se si tiene la dx alla staccionata si risale poi fino alla galleria e quindi dopo è da ripercorrere per tornare al P, oppure potrebbe essere consigliata nel caso di P prima della galleria.


Ripetizione:

del 22/07/2023 con Alberto Gasparini.
Cordata amici Ivan de Iesu e Jonathan Lami su via della Spada.


Note:

  • Interessante alternativa alla arenaria macigno della Pietra
  • Molto bello il contesto ambientale e la solitudine (almeno prima della ferrata 🙁

Bibliografia:


Meteo:


Ritieni utile la relazione?

Un sito come questo costa circa 250€ all’anno di solo hosting, antivirus ed aggiornamenti plug-in. Il tempo e passione non li monetizzo certo ma questo sito è online da 20 anni circa e quindi i conti sono facili.
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Appennino borghi da riscoprire monte calvario relazioni Sport Climbing

via Alpinisti Ovini

Monte Calvario, 780m

(link approfondimento sul Calvario) 

Montefiorino (MO)


Sulle scoscese propaggini del monte Calvario, nei pressi di Montefiorino, nelle verdi colline della provincia modenese, una alpinista di lunga esperienza, piede fermo e delicato si muove con disinvoltura sia di giorno che di notte.
La si è solita vedere in ogni momento della settimana, non c’è festivo che tenga e durante i feriali pare diminuire la sua misantropia e sovente la si può scorgere da ancora più vicino.

Anche se scala in completa arrampicata libera, in solitaria slegata per la precisione, è alquanto refrattaria ad ogni complimento. Se vi dovesse udire, anzi, alzate le gambe in velocità perché forse il vostro deretano cercherà.

Ma al termine di una delle salite qui, quando vi starete chiedendo chi ve lo ha fatto fare di essere su un rottame così, potete stare sicuri che si girerà ed un compiaciuto accenno vi porgerà.
Tra capicordata ci si intende senza parole.
Ed in effetti anche ora, non vi serviranno.
I ricordi si imprimono su tavolette di argilla quando le emozioni ne scavano i solchi, così come si dissolvono nell’etere quando le parole si ammassano, senza cura per le stesse.

La pecora del Calvario al sole invernale.
La pecora del Calvario durante un ritorno all’imbrunire.

Apritori:

Difficoltà:

Obbligatorio:

,
,

Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

,

Ubicazione:

,

Tipo terreno:

,

Bellezza:


Accesso:

Da N:
Arrivare a Montefiorino (MO) e dirigersi verso Frassinoro sulla SP486R. All’altezza del caseificio di Casola scendere a SX sulla via Cerratello (fontana d’acqua poco dopo) e seguire la stretta strada passando la località Lago. Dopo poco più di 1 km P in grande spiazzo sulla dx, appena prima dell’ingresso nel parco. P qui (link)

Da S:
Da Piandelagotti o Pievepelago (MO) arrivare a Sassatella sulla SP486R e proseguire verso Montefiorino (MO). All’altezza della via Medola scendere a DX e seguire la strada passando la bella località omonima (ottima visione sul Parco delle Ofioliti e parete).
Dopo poco P in grande spiazzo sulla sx, appena dopo dell’ingresso nel parco. P qui (link)


Attacco:

Tramite la strada asfaltata dirigersi verso S e non appena un sentiero sale verso dx prenderlo fino ad un ampio anfiteatro di terriccio rosso. Prendere una flebile traccia che sale alla sx (ometto) ed inoltrarsi nel bosco con andamento orario a semicerchio, proprio sul ciglio dell’anfiteatro di cui prima (alcuni bolli rossi ed ometti).
Si sale per tracce verso N ed poco dopo un breve diedrino si punta ad una nera costola rocciosa, alla cui base della parete, una targhetta (foto) e 2 fix identificano l’attacco della via.
Tot: 10÷15 min dal P


Descrizione generale:

Via dal spiccato sapore alpinistico ed esplorativo che sale alla vetta del monte Calvario cercando le pareti con la roccia od estetica migliore.
Purtroppo la qualità e precarietà generale non consente di piazzare efficaci protezione veloci o tradizionali, con sufficienti margini di sicurezza, se non in sporadici casi. Si è reso quindi indispensabile l’adozione di spit-fix e resinati alle soste più delicate.
Anche se l’apertura è stata condotta tutta in artificiale dal basso (a parte l’ultimo tiro) la chiodatura presuppone esperienza alpinistica per gestire sia i run-out che i diversi allunghi di rinvio, resi necessari per scovare il piazzamento più ben sonante.

Nel complesso una salita esplorativa e discontinua che però permette qualche tiro di corda interessante ma soprattutto passare una mezza giornata in un contesto ambientale unico e severo, malgrado la quota e la lussureggiante flora.


Foto Parete :

Foto parete da E dalle miniere di Toggiano.
L2 + L3 + L4 visti dopo L1

Schizzo via:


Descrizione tiri:

L1 = 20m, 6a, S1 (11 fix):

Dalla targhetta alzarsi qualche metro verso sinistra su placca verticale con atletica arrampicata facilitata da qualche presa migliorata. Seguire la fessura a banana verso SX standone sotto e salendo alla sosta non appena è possibile. Sosta comoda su 2 fix con cordone.

Trasferimento 1 = 50m:

Traversare a dx (1 fix) e rimontare sulla cresta invertendo il senso fino ad un albero ove recuperare il compagno/i. Attraversare il canale detritico e portarsi nell’altra parete nera alla base di un diedro, qualche metro a dx di una evidente vena bianca, in una nicchia con 1 fix.

L2 = 30m, 6a, S2 (9 fix ):

Dalla sosta (1 fix) alzarsi a sx per un friabile pilastrino (utile friend #1) e poi per placca fino ad un comodo terrazzino. Da qui con determinazione vincere la nera placca sovrastante usando una bella fessura a sx per degli inconsueti incastri di dita (utile friend #0.5 o #0.75). Appena sopra le difficoltà calano e si rinvia una insolita clessidra se si ha un cordino appresso. Ancora per fessura fino ad un ristabilimento su detrito e sosta su pianta con cordoni e maillon.

Trasferimento 2 = 25m:

Traversare a sx puntando alla base del caratteristico gendarme roccioso con orecchia. Sosta su 1 fix alla base dell’orecchia (tenersi un poco lunghi sulla sosta in modo da spostarsi dentro all’orecchia al bisogno 😉

L3 = 20m, 6a, S1 (9 fix ):

Alzarsi verticalmente alla sosta aiutandosi in sostituzione sull’orecchia o con più difficoltà in placca a sx (attenzione a quello che si scarica che finisce in sosta sotto). Ad un certo punto si deve andare in piena placca sotto ad un breve strapiombino che si vince leggermente a sx, usando una rovescia in una rientranza e con buoni appigli netti ma di difficile lettura (2m di 6a). Sopra il terreno diviene elementare ma terroso (1 fissa), quindi si esce sulla dx su cresta esposta fino ad un albero con catena di sosta.

(Il tiro originale traversava a sx ed entrava nel diedro camino che si forma tra i due gendarmi rocciosi. Questo tiro è sconsigliato per via della pessima qualità della roccia.)

Trasferimento 3 = 40m:

Traversare per tracce di sentiero puntando alla forcella che si forma tra la cima principale e la cresta ove poggiamo i piedi. Allestire sosta nei pressi della forcella su 2 resinati, oppure se si vuole interrompere la scalata uscire per sentiero attrezzato sulla dx e che conduce alla croce in vetta (5 min).

L4 = 40m, III 1, p.sso 5a, S1 (8 fix + 6 resinati ):

Salire su terreno facile ma detritico alla base del tetto a banana con andamento verso sx. Traversare poi per cengia accennata su detrito, erba e terra fino a doppiare lo spigolo con un passo delicato (5a). Ora per roccia delicata seguire i resinati fino ad una nicchia alla base di un pilastrino (se tirano le corde possibilità di allestire una sosta intermedia su 1 resinato + 1 friend #2 in buco).
Salire il pilastrino e poi per terreno più facile traversare sotto lo strapiombo della cima fino alla sosta inox omologata (libro di via).

Tiro facile ed alpinistico che regala una bella visione dei pillows, vene di quarzo e formazioni magmatiche però si svolge su pessima roccia lasciata intenzionalmente poco ripulita per dare modo ai ripetitori di “intuire” il terreno di gioco di chi apre le vie.


Discesa:

  • Dalla cima le difficoltà sono finite e si può scendere per sentiero fino all’eremo e da li si imbocca sulla sx la traccia che scende per il “parco delle ofioliti” fino al greto di un torrente. Ora in breve si è sul ponticello di legno e si sbuca sulla strada asfaltata e quindi al P.
    Tot: 15/20 min
  • discesa in doppia sconsigliata ma attrezzata e possibile da S1, S2 ed S3. Dopo risulta alquanto laboriosa e comunque è molto più agevole e veloce uscire in vetta usando, nel caso, la traccia per bosco a dx dell’ultimo tiro.

GPS:

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Note:

  • Malgrado la fitta spittatura e l’opera di pulizia sui primi 3 tiri la salita riserva comunque un certo “ingaggio psicologico” soprattutto per chi non è abituato a muoversi su terreni friabili.
    Il tatto e sensibilità che si può maturare su queste rocce vi sarà però di prezioso ausilio su ben altre strutture e gruppi montuosi 😉
  • utili ma non indispensabili qualche friends medio grande #1, #2 ed un cordino per integrare ove possibile.
  • roccia “indimenticabile” e spazi aperti contestualizzano questa salita destinata ad alpinisti “classici” che prediligono l’assoluta tranquillità ed isolamento rispetto ad itinerari più divertenti ma inflazionati
  • Terzo tempo a Montefiorino in uno dei due bar, uno con bella visuale sul Cusna l’altro sul Cimone, a voi la scelta.
  • Il nome pare derivi da un voluto doppio senso che mette in discussione la poca curiosità e fantasia dei moderni alpinisti, tutti intenti a mettersi in coda agli attacchi delle vie più blasonate o di moda sui social, ma completamente ignoranti delle infinite possibilità che la fantasia ed un sano spirito esplorativo, possono portare nella loro vita.

Bibliografia:


Meteo:

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