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Spigolo del Dolo

detta anche: “Lama del Dolo”

Torre dell’Amorotto – 900m

Civago (RE) – Appennino Tosco Emiliano


Apritori:

Alberto Montanari (Sturno) link alla sua solitaria al Sasso delle Nove, ed Antonio Vaccari 12 ottobre 2003

Spittata da Giampaolo Simonini e Aleardo Menozzi nel 2011


Un po’ di storia:

Lo Spigolo del Dolo e’ l’unica via che ho aperto. Non e’ stato banale per noi alpinisti della domenica andare su con pochi chiodi e dadi. Al ritorno dicemmo a tutti che, una volta spittata, la via sarebbe stata ripetuta perchè bellissima.
Tuttavia nessuno ci credeva e nessuno ci andava, anche perchè andare su proteggendosi non era banale.

Gianpaolo ha fatto un ottimo lavoro a spittarla ed adesso la via è giustamente ripetuta.

Fra pochi giorni saranno 10 anni dalla nostra ascensione, ma mi rimane un piccolo dispiacere (se vuoi un poco immodesto) nel vedere che in molte relazioni viene menzionata quale prima salita la chiodatura fatta da Gianpaolo. Mi dispiace che si perda traccia della bella avventura che io e Antonio abbiamo fatto quel giorno nel 2003, perchè è stata proprio una bella giornata.
E anche perchè mi piacerebbe che, nel riportare a Gianpaolo il merito della chiodatura, si ricordasse anche che la via è stata originariamente salita dal basso con protezioni tradizionali (non sapremo mai se e’ stata la prima salita, ma rimane la prima salita nota.

Abbiamo chiesto in lungo e in largo e nessuno ci ha detto di precedenti salite, e noi di tracce precedenti non abbiamo trovato nulla tranne due chiodi presso la sommita’, probabilmente messi dall’alto).

Per questo motivo mi piacerebbe, se fosse possibile, che tu valutassi di sostituire la relazione nel tuo sito con quella allegata a questo messaggio, che mi sono permesso di modificare. La tua relazione e’ la prima che google pesca, sostituirla per me sarebbe importante….

Se ti interessano i dettagli storici, mi permetto anche di allegarti la relazione originale che io e Antonio preparammo subito dopo la nostra salita.

Come potrai vedere, nell’ultimo tiro non siamo saliti per lo spigolo, che era inchiodabile, ma abbiamo sfruttato un bellissimo, e molto duro, diedro sulla parete di sinistra, che potrebbe essere menzionato come variante pepata di uscita.

Fammi sapere cosa ne pensi e se sarai d’accordo avrei piacere che mi aiutassi nel sostituire le relazioni che sono in rete che non riportano la nostra salita.

Ti ringrazio e spero che tu mi possa capire e non ritenga il mio messaggio immodesto…. vorrei solo festeggiare bene il decimo compleanno del nostro spigolo.

A presto, grazie!
Sturno

Sturno

Descrizione:

La via ”Lama del Dolo” percorre il filo sommitale di un imponente lastrone di arenaria che s’innalza, quasi verticale, dalle rive del Torrente Dolo. La zona è ricca di spettacolari bancate di rocce stratificate (arenarie di Cervarola) che in seguito ad un movimento di sollevamento hanno acquisito una giacitura pressoché verticale. Il lastrone della nostra via è sicuramente il più interessante: oltre al bellissimo filo sommitale ha una vasta parete che si getta a picco nelle acque del torrente in un ambiente suggestivo e incontaminato.
La qualità della roccia è nel complesso discreta: ci sono interi tratti solidissimi e abrasivi, ma non mancano massi instabili anche molto grossi ai quali occorre prestare la massima attenzione.
La via è attrezzata a fix: nei tratti più impegnativi la distanza tra le protezioni è quasi da falesia, in quelli più semplici la chiodatura si allunga di molto (sono utili protezioni veloci a dadi e camme). Le soste sono su due fix senza catena.


Accesso:

Parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (3/4 posti macchina) all’ingresso della galleria che sottopassa la Torre dell’Amorotto, poco prima dell’abitato di Civago, sulla Strada Provinciale che collega Villa Minozzo a Civago.

Link al P

Proseguire a piedi per il sentiero, seguendo le indicazioni “Palestra di Roccia”. Giunti alla base della Palestra di Roccia, seguire il sentiero Gazzano-Civago in direzione Civago (il sentiero costeggia, poco più in basso, la Strada Provinciale).
Superati i pilastri del ponte in uscita dalla galleria, si individua poco dopo sulla sinistra il rottame di una vecchia utilitaria.
Poco più avanti, sempre a sinistra, un canalone pietroso consente di scendere per circa 130 m fino al torrente.
Qui, percorrendo il greto del Dolo verso valle per circa un centinaio di metri (stare sulla sinistra).
Si giunge ad un’ansa verso destra che conduce ad un tratto rettilineo costeggiato dal paretone di roccia (via della Spada) sul cui filo sommitale corre la nostra via.
Ci si sposta sulla sponda opposta (destra) e si continua fino alla successiva ansa verso sinistra dove si attraversa di nuovo il torrente proprio sotto al caratteristico becco della Lama del Dolo che cade sul fiume (foto).

Si sale per qualche metro il boschetto d’argine fino a portarsi sotto al diedro del primo tiro (ometto, fix visibili, 790 m s.l.m.).

Aggiornamento 2017:

Probabilmente ora l’accesso più rapido è tramite la ferrata a ritroso ma ciò toglie molto al sapore della via, ahimè.


Esposizione:

E – NE


Relazione salita:

schizzo Lama del Dolo

L1 (5b, 4b), 5 fix, 30 m


Si sale l’evidente diedro facendo attenzione alle rocce lamellari piuttosto friabili sulla sinistra. Dopo pochi passi, conviene abbandonare il diedro e spostarsi sulla solida e abrasiva arenaria nerastra della parete di destra (5b), 3 fix. Successivamente la via si articola tra scavalcamenti di blocchi di arenaria e tratti erbosi (4b, 2 fix). Si giunge alla prima sosta nei pressi di una piccola piazzola con un grosso spuntone

L2 (4b), 3 fix , 25 m


Si sale un breve tratto appoggiato (4b), 1 fix, che conduce ad un vasto spiazzo; si procede ancora per una decina di metri superando un altro salto (4b), 1 fix, fino a giungere ad un altro spiazzo, più piccolo, proprio all’attacco di un bel pinnacolo appuntito alla cui base è collocata la seconda sosta

L3 (5c, 5b), 5 fix, 15 m


Si sale per circa 4 m in tecnica Dülfer, sfruttando una crepa (5c), 2 fix, poi su placca e dopo un movimento delicato si esce a sinistra della cuspide (5b), 2 fix. Si giunge ad un tratto orizzontale (1 fix) e si raggiunge la terza sosta

L4 (4b, 5b), 7 fix, 30 m


Si attacca un secondo pinnacolo, non difficile ma molto friabile se si resta sul filo, a causa di grossi massi pericolanti. Conviene attraversare a sinistra in traverso esposto per circa tre metri, e risalire in placca il pinnacolo, dando le spalle al Dolo (4b), 4 fix. Si raggiunge di nuovo il filo su un piano inclinato a circa 65° (1 fix), per arrivare ad un passaggio delicato su roccia friabile (5b), 1 fix, che consente di sormontare definitivamente il pinnacolo. Arrivati alla sua sommità, un ulteriore tratto orizzontale (1 fix) porta alla quarta sosta, ricavata sulla parete di un caratteristico pilastro a parallelepipedo fessurato, alto circa 3 m

L5 (3c), 1 fix, 15 m


Con una facile progressione (3c), 1 fix, si scavalcano grossi massi ed una forcelletta in cui si debbono appoggiare i piedi su grossi macigni instabili (attenzione!), per poi risalire ad una piazzola proprio sotto l’ultimo strappo

L6 (6a), 4 fix, 25 m


Si sale l’ultimo pinnacolo con una bella e delicata arrampicata in placca, sfruttando per l’uscita i bordi del lastrone e dei caratteristici buchi a conca (6a), 4 fix. Giunti alla cima della cuspide si trova una catena nuova, non si sosta ma si continua su un facile tratto inclinato a 20° (protezione possibile su un arbusto di biancospino) fino alla sosta finale a 905 m s.l.m.

  • Dislivello: 115m
  • Sviluppo: 140m
  • Tiri: 6
  • Difficoltà: 5c, 1p. 6a (5b obbl.), S2, II
  • Attrezzatura: NDA Normale dotazione alpinistica. Ottimi i friend medi. Tutte le soste sono attrezzate.

Ripetizione del 05/05/2012

compagno: Marco Bulgarelli

Cordata amici: Davide C. & Roberto S + Mirko R. & Andrea P.


Schizzo:


Discesa:

  • Per tornare al parcheggio si risale il bosco di querce fino ad un altro muro di rocce, parallelo a quello della via ma collocato qualche metro più a destra (questo muro va a costituire, poco più in alto, la parete della Palestra di Roccia di Civago).
    Lo si costeggia tenendolo sulla destra fino a incontrare, dopo qualche decina di metri, una stretta fenditura.
    Da qui si può passare dall’altro lato attraversando la fessura (togliere lo zaino) oppure, in alternativa, salire con qualche passo di II o III sul filo del muro e proseguire sulla sua sommità.
    Continuando ancora in salita per qualche decina di metri si raggiunge una coppia di piccoli gendarmi di roccia e poco dopo si arriva alla base della Palestra di Roccia di Civago.
    Per comodo sentiero si torna al parcheggio nei pressi della galleria.
    Tot: 15/20 min

Note:

  • interessante alternativa alla arenaria macigno della Pietra di Bismantova
  • Molto bello il contesto ambientale e la solitudine (almeno prima della ferrata che dicono abbia sormontato la via in alcuni punti, deprecabile azione !)
  • Il guado del Dolo fa parte integrante della via ed anzi forse è l’unicum di una via del genere. Mio consiglio, non preferitegli scorciatoie.

GPS

Via e ritorno.

Total distance: 693 m
Max elevation: 993 m
Min elevation: 825 m
Total climbing: 196 m
Total descent: -75 m
Total time: 03:10:35
Download file: Lama del Dolo 05-05-2012.gpx

Bibliografia:


Meteo:

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della Spada

Torre dell’Amorotto – 900m

Scalelle di Monte Beccara
Civago (RE)

Appennino Tosco Emiliano

 

Apritori:

Aleardo Menozzi e Giampaolo Simonini nel luglio 2011


Dalla relazione di Menozzi:

Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentate e stratificate (arenarie di Monte Cervarola), in seguito a movimenti orogenetici, hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia, spessi da qualche decimetro a qualche metro, formano una complessa rete di pareti frastagliate e rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre).
La parete principale s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 120 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le Scalelle” per questa parte basale del Monte Beccara.
La Via della Spada sale al centro dell’ampia parete con un percorso che cerca di sfruttare le zone in cui la roccia è più solida: questa arenaria presenta infatti tratti di colore nerastro, solidissimi e molto abrasivi, che la fanno assomigliare al granito mentre in altri tratti si osservano bancate più fragili, di colore prevalentemente grigio-giallastro, affette da sfaldamenti e crolli anche imponenti, cui occorre prestare la massima attenzione!
Si segnala che sul profilo seghettato di questa parete corre l’altra via “Lama del Dolo”, sempre attrezzata a fix e che, qualche centinaio di metri più a valle, si trova la breve via “Lumache Molli” attrezzata invece a chiodi (45 m, VI).
Più in alto, su un altro lastrone di roccia, ci sono i monotiri della falesia di Civago.

Nota.
Dopo il crollo avvenuto qualche anno fa (crollo che ha cambiato parzialmente la configurazione della via nei primi due tiri), grazie al lavoro delle guide alpine White&Blue che hanno eseguito grossi lavori di disgaggio per la realizzazione della falesia, ora la via risulta nuovamente percorribile. 
Si è provveduto al ri-attrezzamento di S2 in un nuovo, comodo pulpito.
La preesistente sosta, che conseguentemente al crollo di una grossa lastra triangolare era diventata una scomoda “sosta appesa”, è stata rimossa.
La chiodatura della via in questo tratto, trasformatosi da facile diedro a placca lavorata, è stata altresì leggermente infittita.

da http://appenninisti.blogspot.com/2022/01/via-della-spada.html

Descrizione:

Via attigua alla più famosa e bella Spigolo del Dolo.
La linea è completamente protetta a fix, portare 14 rinvii (se si effettua la sosta intermedia del IV tiro sono sufficienti 12 rinvii). Occorre anche il materiale per allestire le soste in quanto queste sono su due fix senza catena.
E’ indispensabile il casco.


Accesso:

Parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (3/4 posti macchina) all’ingresso della galleria che sottopassa la Torre dell’Amorotto, poco prima dell’abitato di Civago, sulla Strada Provinciale che collega Villa Minozzo a Civago.

Link al P

Proseguire a piedi per il sentiero, seguendo le indicazioni “Palestra di Roccia”. Giunti alla base della Palestra di Roccia, seguire il sentiero Gazzano-Civago in direzione Civago (il sentiero costeggia, poco più in basso, la Strada Provinciale). Superati i pilastri del ponte in uscita dalla galleria, si individua poco dopo sulla sinistra il rottame di una vecchia utilitaria. Poco più avanti, sempre a sinistra, un canalone pietroso consente di scendere per circa 130 m fino al torrente. Qui, percorrendo il letto del Dolo verso valle per circa un centinaio di metri (stare sulla sinistra), si giunge ad un’ansa verso destra che conduce ad un tratto rettilineo costeggiato dal paretone di roccia sul cui filo sommitale corre la nostra via.

Si scende per qualche metro fino a portarsi sotto al diedro del primo tiro (ometto, fix visibili, 790 m s.l.m.)

Google maps link

Aggiornamento 2013:

Parziale crollo della partenza del secondo tiro. Terreno friabile e delicato. ! Attenzione.

Aggiornamento 2020:

Ci giunge notizia della nascita di una nuova e bella falesia di arrampicata sportiva a ridosso della via, per mezzo delle guide WB mountain.


Esposizione:

S – SW


Ripetizione del 16/07/2011 con Paolo Dante Gatti (probabile prima ripetizione)


Foto parete:

su gentile concessione di http://appenninisti.blogspot.com/

Schizzo:

Mia relazione si riferisce al 2011 prima del crollo.


Descrizione dei tiri

Relazione di A.Menozzi:

L1 = 15m 4c

(+5m di cengia)
Salire il diedrino di roccia friabile e traversare verso sinistra sulla cengia fino a trovare la sosta successiva.

L2 = 20m 5c

Si segue la bella fessura fino alla sosta successiva su un pulpito (attenzione: i primi fix sono in comune con un monotiro che però prosegue dritto mentre la via segue la fessura che piega a sinistra).

L3 = 15m 4c

(evitabile, perdendo il contatto visivo col compagno).
Salire dal pulpito e rinviare sul fix a destra sulla placca. Proseguire su roccia lavorata fino al terrazzino panoramico della sosta.

L4 = 30m 4c

(+tratto di bosco ripido)

Scalare la placca di roccia lavorata fino a una cengetta e, facendo attenzione alla roccia friabile, salire la breve fessura soprastante. A questo punto bisogna risalire più o meno dritti il boschetto facendosi guidare da alcuni cordini sugli alberi e da un fix, fino a giungere alla base della parete verticale dove si trovano i due fix di sosta.

L5 = 25m 6a+

Salire a destra l’esile rampetta e scalare la fessura fin sotto a una fascia aggettante. Spostarsi decisamente verso destra su questa specie di cornicione e proseguire verso sinistra in fessura fin sotto il tetto incombente. A questo punto (fix ravvicinati) infilarsi nel camino con passo delicato sfruttando una presa non visibile sul suo lato sinistro.

L6 = 10m 4b

(evitabile, perdendo il contatto visivo col compagno).
Risalire la rampa fino alla sosta finale con catena.


Difficoltà:

5b, 6a, 1 passo 6a+ (5b obbl.)

6L, 115m, S2, II imp.


Rientro:

Per tornare al parcheggio si risale il bosco di querce fino a un altro muro di rocce, parallelo a quello della via ma collocato qualche metro più a destra. Lo si costeggia tenendolo sulla destra fino a incontrare, dopo qualche decina di metri, una stretta fenditura. Si passa dall’altro lato o attraversando la fessura (togliere lo zaino) o scavalcando le rocce con qualche passo di II o III. Si continua ancora in salita nel bosco per qualche decina di metri fino a incrociare il sentiero che risale fino al parcheggio.


Note:

  • interessante alternativa alla arenaria macigno della Pietra
  • Molto bello il contesto ambientale e la solitudine (almeno prima della ferrata 🙁

GPS

Traccia di salita della Lama del Dolo, la Spada rimane più a sx (W).

Total distance: 693 m
Max elevation: 993 m
Min elevation: 825 m
Total climbing: 196 m
Total descent: -75 m
Total time: 03:10:35
Download file: Lama del Dolo 05-05-2012.gpx

Bibliografia:


Meteo:


Ritieni utile la relazione?

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foto dal sito di Gianpaolo Simonini

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Da una ripetizioni di Elia Lazzari ed amici