Prima di Arco svoltare a dx per Bolognano. Seguire qualche tornante e poi P qui (maps link) Pochi posti auto e stare attenti a non invadere la carreggiata e lasciare posto ad altri climber.
Schizzo:
Discesa:
si esce dalla via e pochi metri a sx più in alto si intercetta una traccia che traversa verso W e poi scende riportandosi sul sentiero che divide le due parti e quindi in breve a ritroso si torna al P. Tot: 20/30 min
Note:
via plaisir ma che richiede comunque il sapersi muovere e proteggere sul V.
Si possono concatenare anche altre vie superiori nella parete del Pezol, che rimane 5 min ad W.
Ripetizione:
compagni: Alberto Gasparini, Johnathan Lami, Anna Tusini.
Cartina:
GPS:
Total distance: 1487 m Max elevation: 500 m Min elevation: 383 m Total climbing: 161 m Total descent: -180 m Total time: 03:17:57
Un sito come questo costa circa 250€ all’anno di solo hosting, antivirus ed aggiornamenti plug-in. Il tempo e passione non li monetizzo certo ma questo sito è online da 20 anni circa e quindi i conti sono facili. Dona per lo sviluppo del sito e permettermi di togliere questa odiosa pubblicità. Anche un caffè fa la differenza, mi fa capire che apprezzi il mio lavoro. G r a z i e !
Ennesima apertura di Gigi Pinamonte che sta più a nord delle altre e risulta un po’ compressa con la vicina Evitando el Friotanto da dover scappare, a destra, in un boschetto pensile per evitarla. Rispetto alle altre risulta però quasi una via alpinistica travestita, per via dei traversi, del terreno friabile ed ancora da disgaggiare ma soprattutto della chiodatura che è “artigianale e datata” (come nello stile dell’apritore) ma pure eterogenea con cordoni e chiodi. Una via dallo stile “Grill” in val d’Adige insomma ed anche se mi toglierò sempre il cappello di fronte agli apritori, c’è da incominciare a chiedersi fino a che punto vogliamo spingerci nell’attrezzatura sistematica di una parete e con che stile? Ai ripetitori l’ardua sentenza, anche se mi pare di capire che le continue file agli attacchi abbiano già decretato il verdetto.
Almeno tra noi “alpinisti della domenica”.
Apritori:
Gigi Pinamonte, 2020
Accesso:
Uscita Affi seguire le indicazioni per Verona-Trento-Valpolicella. Passato il cavalcavia Rivoli, Caprino Veronese e successivamente per Spiazzi. Prima di raggiungere la frazione si nota sulla destra il ristorante “La Baita” e subito dopo una strada in discesa con indicazioni per Ca’ Scala, Broieschi, Porcino. Solitamente si seguiva la strada per circa 1 km fino a che sul lato sinistro della strada si individuava un piccolo slargo e si parcheggiava qui (link) ma sono stati segnalati numerosi furti.
Ora conviene lasciare le auto sulla strada principale appena dopo “La Baita”link al P (! Lasciare liberi gli accessi e pensare ad anche gli altri climber)
Quindi scendere per la strada in direzione SUD per circa 600 m fino a che, dopo le recinzioni, sul lato sinistro si intravede una traccia che sale nel bosco. Costeggiare per un po’ la strada poi scendere per il sentiero nella boscaglia che perde velocemente quota in direzione E-SE. In breve si arriva ad un bivio con palina CAI in legno. Qui andare a sinistra (N) imboccando un marcato sentiero con bella vista sulla val d’Adige e dopo poco sulla solare parete di Castelpresina.
Con breve discesa su placche si raggiunge la base della parete. Passare tutta la zona degli strapiombi e risalire, poi quando il sentiero si abbassa proseguire ignorando gli attacchi di Ciao Sic, Prosciutto Cotto di Parma, Instabilità Emotiva, ecc.. La nostra parte 10m a dx di Evitando el Frio, dopo lo spigolo, alla base di una tetro camino. Attacco con 1 spit fix senza piastrina e piccola scritta “progetto” non evidente.
Total distance: 1955 m Max elevation: 684 m Min elevation: 520 m Total climbing: 210 m Total descent: -267 m Total time: 00:40:56
Usciti dalla via riprendere evidenti tracce di sentiero che prima salgono verso NW ed intercettano il sentiero per la Sgrenza e poi si abbassano (targhette metalliche S4) fino al greto di un ruscello, per poi risalire verso S riportando al P. TOT: 20-25 min
Usciti dalla via riprendere evidenti tracce di sentiero che prima salgono verso NW ed intercettano il sentiero per la Sgrenza, non abbassarsi ma stare alti ed una traccia ad W su calcare bianco (ometti) che in breve porta ad un grosso castagno proprio al centro del tornante dove si è P. ! Attenzione: anni fa questo accesso era stato vietato per disguidi con il proprietario del fondo. TOT: 10 min
Note:
La via regala qualche bel tiro: il primo è originale, il secondo forzato, il terzo piacevole, il quarto atletico e l’ultimo mi ha ricordato le placche delle classiche della fascia mediana, quindi il massimo per chi ama questo genere démodé.
Via ancora da pulire ed anche se consolidata con cemento in qualche punto occorre prestare attenzione a chi sta sotto. Se avete altre cordate avanti desistere (vedi video sotto)
Nome dato dall’apritore in risposta all’aver salito una linea forse non sua o che è rimasta per troppo tempo un “progetto”. Lo stile anarchico di Pinamonte divide nettamente ed anche se non lo conosco ammetto mi è simpatico.
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Un caffè
5€
10€
Video piccolo disgaggio in parete:
Noi eravamo soli in parete quel giorno ma disgaggi simili al fine settimana sono altamente pericolosi per tutte le cordate sotto!
Urlate sempre S A S S OOOOOOOOOOOO !!! anche per cose molto più modeste.
Quelle sonore batoste che Bud Spencer e Terence Hill si davano ad ogni film per poi tornare a riappacificarsi più amici di prima, da piccolo faticavo a capirne il motivo, mi facevano solo sorridere. Ora invece è più chiaro quanto poco occorra a due persone per allontanarsi e lasciarsi andare al reciproco oblio. A volte pure senza cazzotti, senza che l’amico o noi stessi manifestiamo platealmente quello che proviamo, quello che pensiamo non vada più nella relazione. L’amicizia, quella vera, merita una correttezza ben diversa.
Aprire questa vietta è stato possibile proprio grazie alle diverse amicizie che a più riprese, senza fretta o spasmi, hanno dato il loro corale contributo. Ed ammetto che quando, dalla prima sosta, osservavo comodamente l’amico di turno contorcersi per trovare il giusto piazzamento, fra me e me è sorta proprio spontanea la consapevolezza che:
“Chi trova un amico trova un tesoro!”
Apritori:
N.Bertolani, C.Bassoli, T.Fiorini dal basso (giugno – luglio 2020)
var. Diretta: N.Bertolani, M.Bulgarelli, I. de Iesu, T.Fiorini dal basso (gennaio – giugno 2020)
Descrizione:
Sesta via a più tiri nata al Sassomorello su quella che era un’altra linea naturale della parete ad una prima osservazione dal basso.
Una via esplorativa con qualche bel passaggio nel solito ameno paesaggio di Sassomorello (link).
Si parte su una liscia placca fessurata che obbliga a tecnici e non intuitivi movimenti, sosta su una comoda terrazza alla base di un tetto che condivide la medesima fessurazione. Seguirla proteggendosi con solidi friends e nuts per poi scoprire, sorpresi, un celato appiglio che permette un facile rimonto sullo sperone aggettante.
Traverso su facile placca nerastra che però, verso la fine, impone dover scendere con i piedi vicino al baratro per assicurarsi ed assaporare un po’ di esposizione.
Segue un percorso discontinuo che permette di approdare però alla base della fascia sommitale, ove poggiano le fondamenta della maestosa torre.
Per l’ultimo tiro si sale un inspiegabile nastro bianco verticale che ahimè, all’ultima sosta, svela la sua genesi proprio a fianco del libro di via.
Per mezze giornate spensierate o dal meteo incerto, anche e soprattutto nelle terse giornate invernali, evitare l’estate.
Accesso:
dal BASSO:
da Nord:
Sulla Provinciale 21 tra Serramazzoni e Prignano (MO) scendere per una stretta svolta sulla via Casinatenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante tenere a dx la via Bertoni e parcheggiare appena prima di una svolta a sx di 90° e di un ponticello.Link al P con google maps.
da SUD:
(consigliato per i romantici siccome regala una bella visione d’insieme della parete dal basso) Indicazioni Gombola(MO), passato il bel paese con vista sul borgo (fermatevi) si tiene laviaValrossennafino al bivio nei pressi dell‘abbandonato ponte romano Cervaro (link) Lì imboccare la via Badaglia tenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante diviene via Bertoni e la vista si apre su una magnifica vallata con ruderi e la rocca del Sassomorello che domina in alto. Parcheggiare appena dopo una svolta a 90° che passa su un ponticello. Link al P con google maps. Dal P: 5 min tot.
dall’Alto:
(consigliato se dopo si vuole concatenare con Antenna 1 Rock station, provare alcuni monotiri od anche solo rinfrescarsi e mangiare qualcosa all’ombra su comode panchine).
Parcheggiare nel borgo di Sassomorello tra la chiesa di San Bartolomeo (link approfondimento) ed i cassoni della differenziata. (link a P su google maps). Seguire per 30m verso S la strada principale via Don Luigi Spallanzani che diviene strada bianca e scende verso W. Percorrerla con vista sulle pareti ed il bel borgo di Sassomorello sempre in bella mostra, fino al limite di una casa ove una palina CAI indicherà andare sulla dx (direzione SUD). In falsopiano seguire una traccia che poi scende fino ad una zona paludosa (palina CAI) ed in breve si è sotto alla parete principale ove si passa un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa). Stare sul sentiero e poco dopo si lascia sulla sx la via Chi Trova un Amico trova un Tesoro. Poco dopo un allevamento di api si sale per sentiero fino alle altre vie (ometti) Il Bucato, Colpo di Calore, Tramonto Inaspettato. Dal P: 15/20 min tot.
Attacco:
Camminare sulla carrareccia in direzione W lasciando le arnie sulla DX e dopo qualche centinaio di metri, ad un grosso masso alla SX del sentiero, notare sulla DX un chiaro ometto da cui, guardando bene, si intravede già la targhetta di via.
Entrare nel bosco per esili tracce e puntare ad uno sperone con strapiombi sulla sua sinistra. Seguendo ometti ed in poche decine di metri si è alla base, sotto ad una invitante e sinuosa fessura ove si trova l’attacco con targhetta (foto). Se si arriva alla sorgente (attacco via Mascherata della Morte Rossa) tornare indietro. Tot: 10/15 min dal P
Attaccare la parete alla base dove inizia l’evidente bella fessura. Salire da dx a sx sfruttando la fessura, con tecnici movimenti e spalmo di piedi cercando un non scontato equilibrio (p.sso 6a) poi vincere la verticale fessura cieca sempre fidandosi dei piedi. In prossimità del terrazzo il terreno si abbatte e si sosta comodi sotto al tetto (1 resinato + 1 fix)
L2
35
V, 4a, 3c
7 fix
Salire sopra la sosta sfruttando la fessura che da verticale diviene presto orizzontale quando incontra il tetto. Proteggersi con solidi friends e nuts medi e percorrerla verso sx in bella ed insolita arrampicata fino a che torna verticale (1 fix impedisce possibile incastro corde). Tramite una celata presa naturale portarsi sullo spigolo in bella esposizione e poi salire in diedro. Al secondo fix non salire ma traversare a sx su bella e rugosa placca fino a pervenire sulla cengia ove si rinvia alti (1 fix da allungare). Traversare ancora verso sx scendendo e portandosi sul ciglio dello strapiombo sottostante (2 fix) in bella esposizione. Risalire infine su cengia ove si trova la sosta su 2 resinati (1 fittone+ 1 golfare)
L3
5
35
5a, I
1 fix
Rimontare la placca verticale sopra la sosta con un passo non immediato (1 fix). Il terreno dopo si abbatte e per detriti si cammina in direzione di una pianta con cordino in alto e poi per tracce fino alla base di una nerasta placca. Sosta alla base della placca da allestire su tronco segato od una delle numerose piante.
L4
20
10
4c, III
4 fix
Attaccare la placca nel punto più verticale con partenza strapiombante ma in breve interrotta da cengia (2 fix). Per terreno elementare ci si porta sotto ad una fascia con un breve ma caratteristico diedrino con naso. Ora in vista delle mura sommitali salire la facile placca (1 fix) e poi il diedrino (1 fix). Sosta su pianta con cordone.
L5
15
30
III, I
2 fix, 1 res
Partenza a vincere un breve risalto friabile e sopra rinviando su un altro caratteristico naso (1 fix). Facile placca appoggiata (1 fix) e tenere in direzione della fascia sommitale alla SX della colata bianca e sotto a grossi blocchi aggettanti (1 resinato da allungare). Camminare sulla cengia verso DX fino a far sosta su 2 resinati, giusto alla SX della colata bianca.
L6
15
5a
2 fix + 1 golfare
Entrare nella colata bianca tramite una bella lama e subito dopo spostarsi a DX su placca verticale (1 fix). Salire la placca puntando ad un diedrino sommitale di uscita (1 fix + 1 golf.). Sosta su 1 golfare da integrare con i paletti della recinzione. Libro di via.
sviluppo
105
75
m
sviluppo totale
180
m
gradazione
IV, V, 1 passo 6a (5b obbl), RS2, D, 2 imp.
Discesa:
A)
Alla recinzione prendere la cengia esposta verso SX (! proprietà privata, evitare schiamazzi). Dopo poche decine di metri girando intorno la base della torre prendere la strada principale appena dopo un rudere. Questa strada bianca è la via Don Luigi Spallanzani che scende fino ad una casa. Sulla dx vi si trova una palizzata come traccia di una antica carrozzabile (bollo CAI). Ora si è in vista della parete W con sempre il borgo di Sassomorello in bella mostra. Scendere ancora fino a che al termine dei paletti di recinzione non si incrocia una carrareccia abbandonata e spesso paludosa (palina CAI e bolli rossi). Qui girare a sx in direzione N ed in vista della base della parete. In breve la strada diviene sentiero, passiamo prima un rigagnolo di fonte (attacco via Mascherata della Morte Rossa) e dopo un allevamento di arnie. In breve ci riconduce alla strada del P. 20 min tot.
B)
discesa in doppia sconsigliata ma possibile da S1 ed S2. Dopo si può interrompere la salita nelle varie cenge e scendere per tracce nel bosco.
Carina la fessura del primo tiro da salire con movimenti inusuali ed il tetto fessurato del secondo tiro da proteggere con il giusto friend o nut.
La via è una “brutta via” ma penso possa donare a cordate neofite o fresche di corsi la possibilità di cimentarsi su 6 tiri di corda, una progressione in conserva, muoversi sul facile ma friabile ed il tutto in un contesto di pace ed isolamento che si fatica a trovare in molti ambienti “alpini”
Il nome deriva anche da un gioco di parole, trovare il giusto friends per L2 è come trovare un tesoro.
via concatenabile con le altre limitrofe oppure con maggiore logica ad Antenna Uno Rock Station( link) In quest’ultimo caso, dopo che si è arrivati in croce, occorre scendere per la mulattiera tra la chiesa e le case tralasciando sulla SX la falesia, fin quasi alla corda fissa che scende dal cimitero. Valutare in questo caso il P nei pressi del cimitero (link al P) e poi attaccare scendendo la via Spallanzani (discesa A)
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La Mascherata è stata la mia prima esperienza a Sassomorello. Era Ottobre 2019 e Niko mi aveva proposto del “ravanaggio” in appennino per chiudere una vietta. Era da un po’ di tempo che stava andando in avanscoperta in basso appennino alla ricerca di potenziali zone e linee arrampicabili, ma soprattutto di roccia che si concedesse perché, come sappiamo, la friabilità, o anche “sbriciolosità” appenninica, è il primo ostacolo con cui fare i conti. Spesse volte l’esito restituisce un no categorico. Questa ricerca di Niko non punta a mettere la propria “bandierina” su zone vergini. Il suo peregrinare è un modo per ritrovarsi, rigenerarsi, riscoprire. L’alpinismo è il mezzo, non il fine e pure fra i colli del basso appennino, volendo, è possibile far riaffiorare del genuino alpinismo esplorativo. Tra l’altro, è anche una buona alternativa rispetto macinare km e km di asfalto per raggiungere luoghi spesso oltremodo battuti e addomesticati. Tornando a questo primo approdo, inizialmente non sapevo esattamente cosa aspettarmi, anche perchè “voci beffarde” prefiguravano una sorta di disperato naufragio fra roccia sbriciolosa e la faticosa ricerca del “meno peggio”. Ad ogni modo la prima impressione al momento dell’arrivo è stata molto positiva, perchè Sassomorello appariva un ambiente incantevole, ammantato da una pace agreste, un luogo che zittisce all’istante il brusio dei pensieri urbani. Dopo aver assorbito un po’ di quella pace apparecchiamo per terra l’usuale “ferraglia” rincarando la mole anche con l’attrezzatura utile per chiodare e pulire la via. Ci dividiamo tutto un po’ per uno ma, nonostante ciò, non possiamo che avvertire di aver fatto un bel passo verso l’estetica di un albero natalizio. Mi chiedo se una volta in parete si riuscirà a prendere ció che serve dall’imbrago più o meno agilmente e Niko, ironicamente, e quasi a voler aggiungere un ulteriore postulato alle leggi di Murphy rassicura: “ciò che cerchi o di cui hai bisogno non sarà mai comodo né al posto giusto, è inevitabile”. Ci incamminiamo oltre la chiesetta per il sentierino che scende a valle. Alla nostra sinistra appaiono fra la vegetazione i neri balzi rocciosi e ora la chiesetta predomina dall’alto. Nel raggiungere l’attacco inauguriamo i lavori con un po’ di giardinaggio, togliendo di mezzo dei rovi che, nell’ultimo tratto di avvicinamento, rendevano difficoltoso l’accesso. La parete scura di ofiolite si apre tra il verde. Alla sua base però scorre un rivolo d’acqua, esattamente sotto l’attacco però, mal che vada…partenza bagnata partenza fortunata. Sono visibili i primi tre spit, precedentemente piazzati, e assieme ad essi la logica della linea. In questo primo tiro facciamo solo pulizia, un po’ con delicatezza tramite spazzola e un po’ con decisione grazie al martello. Sentiamo come cantano i rintocchi sugli agglomerati rocciosi, ma in genere si spera che cantino il meno possibile, poichè se è così il ritornello è chiaro: ti stanno dicendo che non sopporteranno molti carichi o trazionamenti, quindi meglio svincolarli subito. Uno alla volta iniziamo l’ascensione, e su questa placca verticale muovo i primi passi conoscitivi…forse non l’ideale da cui partire, ma tant’è. Tutti i neuroni riuniti assieme in tavola rotonda cercano così di capire la tenuta delle tacche, di appigli e appoggi. Arrivo alla prima sosta in libera sebbene un po’ “spremuto”. La sensazione è strana: da un lato mi rendo conto che la buona chiodatura garantisce pienamente la sicurezza, però dall’altro la sensazione psicologica provata nel gestire e capire questa roccia è inusuale, è quella che si prova su vie alpinistiche in passaggi caratterizzati da friabilità. Per il secondo tiro, non essendo sicuri di quale sia la linea migliore, procediamo per lo più in artificiale. Saliamo da una concavità aggettante ma che comprendiamo essere forse un po’ forzata. La prossima volta sarà meglio provare a salire appena prima, dove sembra ci siano appigli più marcati. Siamo ora sulla fascia boschiva mediana e all’uscita troviamo il cranio o bacino di un piccolo animale. Ivan, in un impeto creativo (e pure un po’ trash) dettato da un non ben precisato collegamento mentale, lo dipinge di rosso e ci racconta una scena chiave del racconto di Edgar Allan Poe “La Mascherata della Morte Rossa“. Compiaciuti del suo slancio artistico non possiamo che decidere di donare questo nome alla via. Ora la linearità della via va ad interrompersi e rimane comunque da stabilire e attrezzare una linea di uscita cercando il più possibile di rimanere su roccia. Ci portiamo con un trasferimento ad una breve placca appoggiata sulla sinistra. Va rimontata in aderenza e a metà ci sarà da applicare uno spit. Qui ho l’occasione per fare la prima esperienza di chiodatura. Preso il materiale necessario dai compagni, mi alzo di circa un metro e mezzo e mi fermo per operare su quella piccola porzione di roccia: sentire come suona, decidere il punto migliore, constatare se lo spit lavorerà bene, recuperare il trapano agganciato sotto di me, forare, pulire il foro, inserire e stringere lo spit con la sua chiave. Fatto…però piccolo dettaglio: dopo svariati minuti in cui, senza appigli, sono fermo in aderenza sulle punte dei piedi ho i polpacci letteralmente in fiamme, che manco su una cascata di ghiaccio… Ora, con un secondo trasferimento, ci portiamo ad un masso inciso da una grossa spaccatura e oltrepassato questo balzo roccioso, non rimane che percorrere l’ultimo tratto di pendio erboso che riconduce al borghetto. Qui finisce la mia prima esperienza a Sassomorello. Ho constatato decisamente che la differenza fra attrezzare una via dal basso e percorrerla trovando tutto già bello allestito è enorme. Se prima davo la cosa per scontata penso che d’ora in poi durante le mie arrampicate un pensiero di gratitudine sarà sicuramente rivolto ai chiodatori.
Tommaso Fiorini
Apritori:
I. de Iesu, N. Bertolani, T. Fiorini, dal basso ottobre 2019)
Accesso:
dal BASSO:
da Nord:
Sulla Provinciale 21 tra Serramazzoni e Prignano (MO) scendere per una stretta svolta sulla via Casinatenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante tenere a dx la via Bertoni e parcheggiare appena prima di una svolta a sx di 90° e di un ponticello.Link al P con google maps.
da SUD:
(consigliato per i romantici siccome regala una bella visione d’insieme della parete dal basso) Indicazioni Gombola(MO), passato il bel paese con vista sul borgo (fermatevi) si tiene laviaValrossennafino al bivio nei pressi dell‘abbandonato ponte romano Cervaro (link) Lì imboccare la via Badaglia tenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante diviene via Bertoni e la vista si apre su una magnifica vallata con ruderi e la rocca del Sassomorello che domina in alto. Parcheggiare appena dopo una svolta a 90° che passa su un ponticello. Link al P con google maps. Dal P: 5 min tot.
dall’Alto:
(consigliato se dopo si vuole concatenare con Antenna 1 Rock station, provare alcuni monotiri od anche solo rinfrescarsi e mangiare qualcosa all’ombra su comode panchine).
Parcheggiare nel borgo di Sassomorello tra la chiesa di San Bartolomeo (link approfondimento) ed i cassoni della differenziata. (link a P su google maps). Seguire per 30m verso S la strada principale via Don Luigi Spallanzani che diviene strada bianca e scende verso W. Percorrerla con vista sulle pareti ed il bel borgo di Sassomorello sempre in bella mostra, fino al limite di una casa ove una palina CAI indicherà andare sulla dx (direzione SUD). In falsopiano seguire una traccia che poi scende fino ad una zona paludosa (palina CAI) ed in breve si è sotto alla parete principale ove si passa un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa). Stare sul sentiero e poco dopo si lascia sulla sx la via Chi Trova un Amico trova un Tesoro. Poco dopo un allevamento di api si sale per sentiero fino alle altre vie (ometti) Il Bucato, Colpo di Calore, Tramonto Inaspettato. Dal P: 15/20 min tot.
Attacco:
Camminare sulla carrareccia in direzione W lasciando le arnie sulla DX. Dopo qualche centinaio di metri in falsopiano, appena dopo aver passato il rigagnolo della sorgente “Fontanina”, notare sulla DX una evidente placca nerastra verticale. Guardando meglio si intravede già la targhetta di via e la fila di fix (il primo rosso) Tot: 5/10 min dal P
Descrizione via:
Questa vietta parte nel tratto della bastionata più verticale e promettente come arrampicata. Una nera placca verticale a ridosso del rigagnolo della sorgente regala già dai primi movimenti una intensa ma sicura arrampicata che finisce alcuni metri sopra alla prima comoda sosta attrezzata pure per la moulinette. Il secondo tiro cerca sempre la roccia più arrampicabile ed il maggior sviluppo quindi, dopo una partenza verticale, occorre far i conti pure con un traverso in strapiombo tutt’altro che banale. Finisce presto però su un pillow che esce come un arrotondato trampolino e tramite cui, sempre in traverso, si perviene alla seconda sosta su roccia insolitamente affidabile. Peccato ora finisca la verticalità e sopra si è cercato di uscire con logica ma con istinto esplorativo fino alla cresta che termina nei pressi della bella torre e gruppo di case.
In sintesi un’altra linea esplorativa di qualche tirello a Sassomorello che però, se limitata alla moulinette concatenata delle prime due lunghezze, diviene un gran bel tiro di 25-30m protetto S1 con arrampicata e movimenti inconsueti per l’arrampicatore sportivo.
L1 = Attaccare la placca con decisione e tramite un buon appiglio destro rimontare lo strapiombino (6a). Traversare a DX sempre su placca fin sotto al muro finale da salire più con tecnica che forza fidandosi di accennati appoggi. Sosta comoda su 2 fix e 2 resinati attrezzati per la moulinette (vedi foto) alla sommità di questo pilastro. 15m, 6a, 5b, 6a+
L2 = traversare a SX in direzione di un grottino che si vince con movimenti atletici su netti appigli. Arrivati ad una netta protuberanza rocciosa (classico pillow lavico) la si usa per traversare ulteriormente su terreno più semplice che diviene banale man mano si sale. 25m, 5c, 6b, 5b, II
Ora ci si può calare da S2 oppure se si vuole proseguire
L3+L4+L5 (100m trasferimenti + brevi tratti arrampicata)
Consiglio per cordate affiatate procedere per queste lunghezze in “conserva media protetta” facendo esperienza preziosa che servirà su ben altre creste e contesti. Per le altre cordate si possono affrontare questi tiri assicurandosi appena prima ed appena dopo i passaggi.
Dalla sosta S2 si sale per percorso non obbligato ma dettato da qualche segno come ossa rosse, ometto, bolli rossi e cordini su piante. Quindi con logica si cerca dapprima una placca di 4a (1 fix), poi un diedro aggettante 4b (2 fix + friend) fino a pervenire ad un’altra compatta placca (1 fix) che deposita nei pressi di una cengia ove le difficoltà sono finite e si trova il libro di via (1 fix). Traversando alcuni metri sulla DX in direzione e con bella vista sul borgo si salgono gli ultimi due saltini (2 fix) e di perviene sulla cresta giusto una cinquantina di metri a SX della torre. Se si vuole aggiungere un tiro ed uscire in sommità traversare a DX fin sotto ad una evidente colata bianca ed uscire sull’ultimo tiro di Chi trova un Amico trova un Tesoro).
Discesa:
A) Traversare su prati in direzione N non alzandosi di quota e dopo poche decine di metri si perviene alla strada principale vicino ad un rudere ristrutturato. Qui parte una strada bianca a SX, via Don Lazzaro Spallanzani. Percorrerla scendendo fino ad una casa e poi sulla DX scendere a fianco di una palizzata (traccia di una antica carrozzabile) con bollo CAI. Ora si è in vista della parete W con sempre il borgo di Sassomorello in bella mostra. Scendere ancora fino a che al termine dei paletti di recinzione non si incrocia una carrareccia abbandonata e spesso paludosa (palina CAI). Qui girare a SX in direzione N ed in vista della base della parete. In breve la strada diviene sentiero quindi passiamo prima un rigagnolo di fonte (attacco via Mascherata della Morte Rossa) e dopo un allevamento di arnie. In breve ci riconduce alla strada del P.
TOT: 20 min
B) discesa in doppia sconsigliata ma possibile da S1 ed S2 (L1 scalabile anche in moulinette)
Compagni:
Ivan de Iesu e Tommaso Fiorini il 19/10/2019
Ivan de Iesu (pulizia L2) il 9/05/2020
Claudio Bassoli il 20-06-2020
Andrea Righetti (pulizia, resinatura e prima libera) il 12-09-2020
via concatenabile con le altre limitrofe oppure con maggiore logica ad Antenna Uno Rock Station( link) In quest’ultimo caso, dopo che si è usciti, occorre scendere per la mulattiera tra la chiesa e le case (direzione E) tralasciando sulla SX la falesia, fin quasi alla corda fissa che scende dal cimitero. Valutare in questo caso il P nei pressi del Chiesa (link al P) e poi attaccare scendendo la via Spallanzani (discesa A)
Un sito come questo costa circa 250€ all’anno di solo hosting, antivirus ed aggiornamenti plug-in. Il tempo e passione non li monetizzo certo ma questo sito è online da 20 anni circa e quindi i conti sono facili. Dona per lo sviluppo del sito e permettermi di togliere questa odiosa pubblicità. Anche un caffè fa la differenza, mi fa capire che apprezzi il mio lavoro. G r a z i e !