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Alpi Orientali Piccole Dolomiti relazioni rock climbing via arrampicata ambiente

Pilastro N/E (o via Stefani)

I Torre Giare Bianche, 1740 m

Sengio Alto, Piccole Dolomiti (VI)

Apritori:

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Difficoltà:

Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

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Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:


Descrizione:

La recente quarta via nata su questa torre del Sengio Alto, in Piccole Dolomiti, risulta essere sicuramente la più alpinistica e probabilmente la più bella.
Partenza in comune su Alba Nueva e poi con intuito alpinistico gira sul versante settentrionale della torre puntando all’estetico pilastro Nord/Est di ottima dolomia che migliora man mano si sale.
Le difficoltà rimangono classiche, generalmente sul IV/IV+ dolomitico, anche se da sotto sembrano maggiori, ma necessita in alcuni punti di auto-proteggersi sulle numerose solide clessidre o regolari fenditure.
Ogni tiro ha il suo da dire e si presenta diverso da quello prima.
Fin troppo presto si è sul finale del pilastro che richiede decisione ed un tocco di intuito per passare il singolo duro movimento.
Sui mughi sommitali si trova la gavetta con libro di vetta che descrive la nostra come già la quinta ripetizione.
Anche per questo scommetto bottiglia di Amarone che nella prossima stagione estiva diverrà una classica delle Piccole, tra le più belle e ripetute.
Come sempre un plauso all’apritore.


Accessi:

Accesso da S (rif. Campogrosso)

Parcheggiare al Rifugio Campogrosso (dal 2022 a pagamento 🙁 )
Imboccare la strada del Re e passare in rassegna il Baffelan e il Primo Apostolo.
Dopo poco imboccare sulla sx il sentiero 175A Bruno Peruffo (ex: sentiero della Loffa ) e oltrepassare il Terzo Apostolo fino all’evidente boale che scende dal passo delle Giare Bianche (scritta rossa su sasso).
Lasciare il sentiero per salire sul bianco greto del vajo che tramite tracce, qualche salto roccioso e roccette conduce alla base di uno sbarramento roccioso (attacco via Stella Cometa). Aggirarlo sulla sx (viso monte ) risalendo la traccia nel pendio boscoso e sopra a questo andare in direzione opposta traversando in leggera discesa fino sotto alla I torre delle Giare Bianche (canalino d’attacco della via le Ricette di Elena). Dopo un’altra decina di metri si giunge alla alla base di un canale detritico ove sulla placca di DX c’è un golfare e piastrina artigianale, segno dell’attacco di Alba Nueva che è in comune con la nostra via.
Tot: 45′ / 60′  dal Rifugio Campogrosso.

Accesso da N (passo Pian delle Fugazze)

Lasciare l’auto a Malga Cornetto o nel P a pagamento poco dopo e imboccare la strada del Re.
Passare il ponte Avis e raggiunto l’ultimo tornante prima di transitare sotto al Primo Apostolo imboccare sulla dx il sentiero 175A Bruno Peruffo (ex: sentiero della Loffa ).
Oltrepassare il Terzo Apostolo fino all’evidente boale che scende dal passo delle Giare Bianche (scritta rossa su sasso).
Lasciare il sentiero per salire sul bianco greto del vajo che tramite tracce, qualche salto roccioso e roccette conduce alla base di uno sbarramento roccioso (attacco via Stella Cometa). Aggirarlo sulla sx (viso monte ) risalendo la traccia nel pendio boscoso e sopra a questo andare in direzione opposta traversando in leggera discesa fino sotto alla I torre delle Giare Bianche (canalino d’attacco della via le Ricette di Elena).
Dopo un’altra decina di metri si giunge alla alla base di un canale detritico ove sulla placca di DX c’è un golfare e piastrina artigianale, segno dell’attacco di Alba Nueva che è in comune con la nostra via.
Tot: 60′ / 75′  da Malga Cornetto..


Schizzo:


Materiale:

NDA, friend medio-piccoli, cordini per le numerose clessidre.

Descrizione dei tiri:

L1: 50/55m, III, IV p. IV+

Superare il risalto (fix Alba Nueva) e dopo un breve ghiaione attaccare l’evidente colata nera sulla dx (chiodo ad anello all’attacco) seguendo poi in verticale lo spigoletto a sx di roccia bianca e lavorata, fino ad un ballatoio sulla dx con 2 golfari (calate dal canale delle vie Alba Nueva/Mission), che si sfruttano per la sosta.
Protezioni: 1 fix della via Alba Nueva, 1 altro fix (di Spanevello), 1 chiodo e 4 clessidre.

L2: 35m, III, poi IV+ (continuo)

Rimontare la sosta e, per facile placche a in obliquo verso sx (clessidra), raggiungere un alberello nel canale. Da qui traversare orizzontalmente per 3/4 metri verso sx su roccia ottima (ben visibile cordone in clessidra a sx). Segue un breve passo tecnico e poi verticalmente su bellissima colata nera (clessidra). Raggiunta un’altra clessidra in alto traversare a dx per un paio di metri e quindi di nuovo verticalmente su belle prese (chiodo), rimontando infine una cengetta (clessidra). Seguire quest’ultima per un paio di metri verso dx e in breve si raggiunge un ballatoio dove comodamente si sosta su 4 chiodi.
Protezioni: 1 chiodo, 5/6 clessidre.

L3: 25, IV con un breve tratto di V

Salire la placche con andamento verso destra (chiodo all’inizio) puntando un ad un chiodo ad anello visibile in alto a dx, poi traversare altri due metri a dx fino a rimontare una facile crestina. Salire il diedrino di sx che più in alto diviene camino e superare la strozzatura con un passo strapiombante ma ben ammanigliato (clessidra all’uscita). Non proseguire lungo il solco ma traversare subito per bella placca verso sx (clessidra) fino alla sosta su 2 clessidre attrezzate posta su un pulpito panoramico a sx. Protezioni: 2 chiodi, 4/5 clessidre, utili friend medio-piccoli per il diedrino-camino.

L4: 25, IV-

Alzarsi un metro a dx della sosta e salire in verticale su roccia molto lavorata (clessidra) fino a raggiungere un’altra grossa clessidra con cordone. Da qui traversare facilmente in orizzontale puntando ad un cordone in clessidra ben visibile una quindicina di metri a dx. Raggiunto il cordone abbassarsi un metro e appena dietro lo spigolo si trova la sosta (non visibile durante il traverso) su 4 chiodi in un pulpito sospeso. Protezioni: 4 clessidre

L5: 30, IV sost.

Bellissima lunghezza: rimontare la sosta per vago diedrino ricco di fessure e puntare direttamente ad un cordone in clessidra su bella parete verticale di ottima roccia scura lavoratissima. Continuare verticalmente, sempre su roccia ottima e lavorata e poi spostarsi leggermente verso sx fino ad uscire su una grande cengia erbosa che sorregge il verticale pilastro finale.Comoda sosta su enorme clessidra con cordoni. Protezioni: 4/5 clessidre.

L6: 35m

Attaccare il pilastro a sx della sosta per fessurina fino al primo chiodo, superare uno strapiombino (clessidra con cordone) e raggiungere una piccola nicchia gialla. Da qui ci sono 2 possibilità di uscita:

1- via originale VI-:

spostarsi a sx della nicchia e vincere un passo in placca verticale poco intuitivo (VI) con clessidrina da attrezzare, poi per roccette friabili con un traverso verso sx (1 ch) raggiungere il culmine del pilastro.

2- variante (CONSIGLIATA) V, V+:

salire a dx della nicchia (chiodo) e proseguire su ottima roccia verticale (altro chiodo) fino al culmine del pilastro, nei pressi di un piccolo mugo.
Da qui una breve crestina di rocce rotte (elementare ma detritica) porta all’ultimo facile muretto sulla SX che si supera in traverso (1 ch).
Sosta su mugo con cordone e Libro di via.
Protezioni: 3 chiodi, 3 clessidre.


Scarica relazione completa in PDF:


Ripetizione del:

2022/10/08: Anna Tusini, Mephisto (V rip.) cordata amici: Luca Lanzoni ed Anna (IV rip.)


Ritorno:

In comune:

Dalla vetta si scende per tracce di sentiero verso NW circa una ventina di metri, fino ad un masso con 2 golfari di calata predisposti (presente un ulteriore golfare in un masso appena sotto la vetta).
Doppia da 25m fino alla forcella tra le due torri.
Si risale (direzione W) il pendio mugoso di fronte alla torre per una cinquantina di metri per facili risalti erbosi (bolli rossi) fino ad incontrare il sentiero di arroccamento 149 nei pressi di una galleria, vicino al Passo delle Giare Bianche 1675m.


Ritorno a passo Campogrosso (traccia GPS sotto):

Passo delle Giare Bianche si tiene direzione S verso il Baffelan e Passo delle Gane 1704m ove si svalica sull’altro versante ed in breve si torna al rif. Campogrosso
Tot: 1 h


Ritorno a malga Cornetto (traccia GPS sotto):

a) Dal sentiero di arroccamento 149 si prosegue verso N in direzione forcella m.Cornetto 1795m e fino al passo sella dell’Emmele 1702m ove si scende rapidamente per tornanti il sentiero 175 fino ad intercettare nuovamente la strada del Re e quindi al P. Tot: 1/1.5 h


b) Dal vicino passo delle Giare Bianche si tiene direzione S verso il passo del Baffelan ove, in corrispondenza di una palina CAI, si scende nel boale del Baffelan fino a giungere alla briglia di contenimento tra il Baffelan ed il I Apostolo. Breve tratto attrezzato con catena e si torna sulla strada del Re appena più a S rispetto all’avvicinamento. Quindi a ritroso sulla strada fino al P. Tot: 1/1.5 h


Note:

  • Stefani ha lasciato la via chiodata (8 chiodi lungo i tiri e 8 di sosta) e successivamente sono stati lasciati alcuni spezzoni in clessidra per segnalare il percorso ma è consigliato comunque portare una serie di friend e diversi cordini per le numerose clessidre che la roccia offre.
  • Roccia generalmente ottima, a tratti molto lavorata: prestare però attenzione alla crestina detritica finale ed a non smuovere sassi che finirebbero alle cordate delle 3 vie sotto.
  • Via non difficile ma sostenuta sul grado, che richiede sapersi proteggere per integrare. Non adatta a neofiti o cordate alle prime armi!
    Anche la gradazione appare, nello stile dell’apritore, più corretta ed allineata con le valutazioni dolomitiche rispetto alla altre vie vicine, che appaiono al confronto decisamente sovragradate.
  • La prima sosta si attrezza su 2 golfari appartenenti alle calate in doppia nel canale in comune alle vie Alba Nueva e Mission. Poco prima dei golfari è presente anche un fix infisso da Spanevello di un suo tiro che parte dalla sosta di Alba Nueva e traversa entrando nel camino di destra, terminando sopra nel canalone. Sembra quindi possibile ed attrezzata la discesa in doppia nel canale tra la I e II torre. Siccome non è stata percorsa personalmente questa soluzione non la consiglio.
  • La soluzione più veloce, anche se sulla carta pare la discesa con 6 doppie attrezzate dalla via Alba Nueva, non è facilmente percorribile siccome dalla cima alla prima doppia ci sono diversi ed infidi metri.
    Sconsigliata a meno di sapere esattamente dove girano le doppie ed avere buona dimestichezza con calate improvvisate sui mughi sommitali ed il relativo detrito che cadrà nel recupero.

Meteo:


Cartine:

Sengio Alto Piccole Dolomiti TCI
Verde = da Campogrosso
Viola = da Malga Cornetto
Rosso = I torre Giare Bianche

GPS

Total distance: 4861 m
Max elevation: 1763 m
Min elevation: 1468 m
Total climbing: 598 m
Total descent: -601 m
Total time: 07:00:52
Download file: via-pilastro-ne-i-torre-bianche.gpx

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Spigolo delle Bregostane

Spigolo Sud della Palacia del Docioril, 2340 m

gruppo Catinaccio, Val di Fassa (TN)

Gino Battisti ci raccontò a voce che questa linea l’aveva addirittura iniziata con una manciata di chiodi nel 1974 poi se ne scordò quasi, preso dagli impegni di guida alpina e dei suoi campi a Pera di Fassa.
Quattordici anni dopo gli si presentò l’occasione di chiuderla con un suo fidato cliente: Enzo Ravaglia il quale la volle dedicare a Donatella, la paziente moglie rimasta in valle.
La guida che compie le prime salite, svolge la maggior parte dello studio, logistica e realizzazione ma poi lascia l’onore al suo “cliente” di battezzare la linea, mi riporta ad un alpinismo di fine ottocento ove i sodalizi tra guide e clienti si rinsaldavano un anno per l’altro.
Sia negli intenti, che nelle prenotazioni degli alloggi ed emolumenti.
E per chi ha il piacere di conoscere Gino vede bene il proseguimento di questo codice morale, sia nelle sue nerborute mani che soprattutto nella sua flebile e pacata voce.


Apritori:

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Difficoltà:

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Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

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Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:



Descrizione

Salita gradevolissima in ambiente dolomitico di primo ordine. La salita data l’esposizione e la relativa bassa quota si presta ad essere una delle prime ad inizio stagione od una delle ultime in autunno già arrivato.

Anche se sono presenti alcuni spit fix alle soste ed in alcuni passi, è comunque richiesta pratica alpinistica e saper integrare.


Accesso:

P all’inizio del paese di Mazzin in Val di Fassa 1480m (link maps.)
A piedi si passa di fianco alla fontana pubblica, poi si prende la strada forestale 580 per la Val d’Udai.
Si segue la strada e dopo circa una mezz’ora di cammino in costante salita sulla nostra destra si intravede la spaccatura sulla Palacia del Docioril che forma sulla sinistra il nostro estetico spigolo.
Si continua ancora fino ad arrivare in fondo alle cascate del Satcront (1h) si prosegue sulla destra (indicazioni rif. Artemoia) e poco dopo quando il sentiero interseca un corso d’acqua si prende il sentiero di destra (1920m circa) che si segue per circa 25 minuti.
Quando diventa quasi pianeggiante si devia a sinistra per un canalino che porta piano piano verso il nostro spigolo, sempre ben visibile.
Il nostro spigolo è quello di sinistra. 
1h 45′ di salita continua.


Schizzo:

Relazione salita:

TiroDifficoltàmDescrizione
L1IV, V25Dritto su una facile placca grigia (2 ch.), che diventa sempre più impegnativa e verticale fino a raggiungere un terrazzino in prossimità dello spigolo. Sosta (1 spit + 1 ch.)
L2IV+, V30Dalla sosta obliquare verso sx, arrivando ad una piccola cengetta (spit). Traversare a sx sulla cengia e salire per un diedrino giallo fessurato. Continuare per fessura fino a dove si allarga a camino. Sosta (2 spit) nel camino sotto uno strapiombo giallo.
L3V, IV, II35Su per bella fessura ed al suo termine per una facile rampa con erba verso sx per canale si arriva alla sosta. Sosta (spit)
L4II, V, V+35Traversare a dx per qualche metro e salire per un diedrino giallo leggermente strapiombante un po’ friabile (spit – V). Continuare leggermente a sx per fessura gialla (V+) fino ad una cengetta sotto una placca (spit). Salire prima leggermente a sx e poi a dx (spit – V+). Continuando poi a dx fino in sosta. Sosta (spit)
L5III, IV40Salire sul filo dello spigolo (spit) e poi salire per placche grigie su roccia compatta. Sosta a sx (1 spit).
L6 IV20Riprendere il filo dello spigolo a dx, fino ad arrivare sotto un giallo strapiombo (libro di vetta). Sosta (spit + 1 cl.) oppure se si è allungato bene si può concatenare con querllo dopo.
L7 IV, V-25Dalla sosta spostarsi a sx e superare lo strapiombo giallo, ben ammanigliato, obliquando a sx (spit). Passato lo strapiombo continuare diritti (2 ch.) e poi obliquare a dx (IV+), evitando uno strapiombo, arrivando sul filo dello spigolo. Continuare sul filo fino a 2 piccoli alberelli. Sosta (1 spit+1 vite con dado)
L8V-, IV, III35Leggermente a sx puntando ad un diedrino giallo leggermente strapiombante (2 ch. 1 spit). Superato il diedrino continuare per placca grigia a sx dello spigolo fino alla cima. Sosta (2 spit)
totIV+,V. passo V+245m

245 m, 8L,  IV+,V passo di V+, D+, RS2, II imp.


PDF:



Schizzo usato:

© La nuova Guida del CATINACCIO – Antonio Bernard 2008

Eccellente come sempre anche il Bernardi (link guida)


Discesa:

Tramite sentiero, per prati direzione W-NW sul crinale che seguiamo in direzione della Val de Dona, verso la quale poi scendiamo puntando all’incrocio del sentiero 580 col 577, tagliando quindi il pendio in direzione W-NW: ci sono tracce di sentiero. Poi a ritroso per l’avvicinamento. Tot 2h


Note:

  • La via presenta un arrampicata relativamente facile sia come grado che orientamento, alcuni passi obbligati però riservano un po’ di ingaggio e decisione per essere superati.
  • E’ una ottima proposta per chi vuole avvicinarsi in modo graduale alle vie in ambiente, venendo dal mondo sportivo.
  • C’è chi la accosta alla Abram al piz Ciavazes come difficoltà e bellezza, questa affermazione mi trova per nulla d’accordo.

Ripetizione del 16/07/2016

compagno: Giorgio Scagliarini

cordata amici: Ivan de Iesu ed Alessandro Graziosi

Cartina consigliata:

006 Tabacco : Catinaccio

GPS


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Spigolo Abram

Piz Ciavazes, 2828 m

gruppo del Sella, Sottogruppo delle Mésules (TN)

Le mie arrampicate sono andate sempre benino, qualche bivacco di emergenza era la norma.
Una volta sono caduto sulla Livanos alla Grande di Lavaredo.
Cinque o sei chiodi sono saltati; solo i chiodi della sosta hanno per fortuna tenuto. Nella caduta, la corda mi ha raschiato il braccio fino all’osso.
Quando sono tornato a casa mio padre mi ha chiesto ironicamente se mi faceva male; forse pensava che non mettevo la stessa passione in altre attività.
Ma, se andava bene, incassavi tutto e zitto!
Faceva parte dell’esperienza alpinistica.
Arrampicando si deve avere anche fortuna.
Queste vie dovrebbero essere ripetute dagli arrampicatori moderni non perché siano per loro difficili, anzi, ma per farsi una esperienza generale sull’arrampicata in montagna.

….

Dopo il K2 sono tornato ancora con la voglia di andare in montagna e ho continuato ad arrampicare, ma ho preso anche il brevetto di volo, prima dell’aereo poi dell’elicottero.
Con il Piper sono stato bloccato al Rifugio Casati sommerso dalla neve per 14 giorni.
In quei tempi il Soccorso Alpino si faceva con questi piccoli e maneggevoli aerei. Abbiamo recuperato uno sciatore sulla Croda da Lago atterrando su una valanga.
Il Piper era come una Volkswagen, mai sentito che si sia fermato un motore.
Con l’elicottero una volta mi sono incendiato in volo.

Erich Abram da “Erich Abram, un alpinista bolzanino“, agosto 2012, Intervista a cura di Ermanno Filippi ed Augusto Golin

Apritori:

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Difficoltà:

Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

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Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:


Descrizione

Spigolo dalla estetica slanciata e che pare volgere lo sguardo sui due versanti opposti non appena viene interrotto dalla cengia dei Camosci.
Anche se la via prosegue fino in cima con difficoltà inferiori è solitamente percorso fino alla cengia dove le cordate possono trovare facile scappatoia e ricongiungersi alla discesa dalla I torre del Sella.


Accesso:

Da Nord:

Giungere al Passo Sella e da lì scendere in direzione Canazei

Da Sud:

Risalire tutta la Val di Fassa tramite la statale 48. Seguire le indicazioni per il Passo Sella. Alla biforcazione per il Passo Pordoi tenere la strada di sinistra (statale 242) che conduce al Sella.

Per entrambe gli accessi:
Dopo vari tornanti si giunge al cospetto della parete sud del Piz Ciavazes

ed ad una altitudine di 2100 m circa parcheggiare in una delle varie piazzole a bordo della strada.

Link P


Avvicinamento:


Dalla strada partono diversi sentieri che in circa 15 minuti conducono alla base della parete.
La via corre lungo lo spigolo destro della parete (S-E) e l’attacco è circa 15m a sinistra dello stesso (clessidra con cordino).

Tot: 20 min


Foto tracciato:


Schizzo usato:

Noi abbiamo usato il Bernardi che è sempre una garanzia e di cui consiglio caldamente l’acquisto delle ottime guide.

© Arrampicare in Val Gardena e dintorni – Mauro Bernardi – 2009

Discesa:

Dall’ultima sosta salire per percorso non obbligato verso l’alto e SX (viso monte) fino alla evidente Cengia dei Camosci che si percorre su traccia elementare ma esposta fino a tratti attrezzati ed un caratteristico tunnel.
Giunti vicino alla base della parete la traccia si ricongiunge con la discesa dalle prime due torri del Sella. Qui occorre o disarrampicare (II/III esposto) oppure effettuare una doppia su soste ad anello attrezzate allo scopo.
Alla base della parete dirigersi decisamente a E (sx viso valle) ed in breve si arriverà al P.

Tot: 45/75 min a seconda del passo e del fare o meno doppie


Note:

  • Il tiro chiave è abbondantemente chiodato e passabile in A0 ( a patto di fidarsi di cunei in legno e cordini consunti) mentre i due tiri sotto richiedono il V senza esitazioni ed anche sopra mi pare ricordare qualche passo degno di nota.
  • La seconda parte gira e non è quasi mai in spigolo ma in parete cercando diedri e pulpiti. Acuire il senso di orientamento per la via pena andare su varianti più difficili (come è successo a noi).
  • Valutare preventivamente ad inizio stagione o dopo nevicate la percorribilità della cengia del Camosci.
  • Purtroppo nella seconda parte della via abbiamo avuto un leggero incidente che ha comportato un notevole rallentamento delle manovre e progressione delle già lente nostre 2 cordate.
    Un plauso speciale a Michele che ha tenuto duro senza mai lamentarsi ed a Mirko, sverginato alla sua prima via dolomitica con 10 ore in parete !

Cartina consigliata:

Tabacco 006-Val-di-Fassa-e-Dolomiti-Fassane-Catinaccio-Marmolada-Monzoni


Ripetizione del 17/07/2010

Compagno: Mirko Razzaboni

Cordata amici: Michele Bartarelli ed Andrea Clò


Bigliografia:


Meteo:

GPS:


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