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Appennino climbing Dolo relazioni Sport Climbing

delle Cuspidi

Torre dell’Amorotto , 930m | Scalelle di Monte Beccara
Civago (RE) | Appennino Tosco Emiliano

 

Dalla relazione di Gianpaolo Simonini (un apritore):

Nell’alta valle del torrente Dolo, a qualche chilometro dall’abitato di Civago (Comune di Villa Minozzo), si trova una stranezza geologica dell’Appennino: imponenti bancate di rocce sedimentate e stratificate (arenarie di Monte Cervarola), in seguito a movimenti orogenetici, hanno modificato la loro giacitura ruotando e disponendosi in modo quasi verticale. Questi spettacolari lastroni di roccia, spessi da qualche decimetro a qualche metro, formano una complessa rete di pareti frastagliate e
rotte chiamate dai locali “Palancà d’la Tura” (Palancate della Torre).
La parete principale di questa formazione s’innalza direttamente sulle acque del torrente Dolo per circa 120 metri ed ha un caratteristico profilo seghettato che ha suggerito il nome ufficiale, usato in cartografia, di “Le
Scalelle”
per questa parte basale del Monte Beccara.
La roccia della grande parete è un’arenaria macigno che alterna tratti di colore nerastro, solidissimi e molto
abrasivi, che la fanno assomigliare al granito; a tratti più fragili, di colore prevalentemente grigio-giallastro,
affetti da sfaldamenti e crolli anche imponenti, cui occorre prestare la massima attenzione.
La Via delle Cuspidi si sviluppa nell’ampia e complessa parete in cui si alternano rocce, cengie e boschetti pensili, salendo e traversando con percorso vario e avventuroso fino a terminare su due caratteristiche cuspidi ben visibili anche da lontano.

Gianpaolo Simonini

Difficoltà:

(

obbligatorio)

Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

Ubicazione:

,

Tipo terreno:

,

Bellezza:


Descrizione:

Via attigua alla più famosa ed estetica Spigolo del Dolo e che prende vita propria dalla seconda sosta della via della Spada.
Ad oggi però è la via con l’obbligatorio più basso tra le tre e se si unisce allo sviluppo di ben 8 tiri (anche se alcuni son trasferimenti) ne esce sicuramente un buon terreno di prova per cordate neofite o fresche di corsi.
E’ indispensabile il casco.


Accessi:

Accesso consueto

Poco prima dell’abitato di Civago sulla strada provinciale che collega Villa Minozzo a Civago, passata la galleria della torre dell’Amorotto, dopo qualche centinaio di metri a sx parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (pochi posti, P a lisca di pesce e vicini alle altre auto!).
Link a P

Proseguire sulla strada principale verso S per poche decine di metri ed all’indicazione “Ferrata” scendere sul sentiero tracciato che in breve conduce sul greto del torrente. Scendere sulla sponda sx idrografica del Dolo (verso N) per alcune centinaia di metri fino a che si perviene sotto alle evidenti placche verticali di arenaria ed il vicino attacco della ferrata.

Total distance: 807 m
Max elevation: 977 m
Min elevation: 809 m
Total climbing: 26 m
Total descent: -183 m
Total time: 00:36:41
Download file: dolo_attacco_vie_falesia_e_ferrata.gpx
Vecchio accesso (pre ferrata)

Parcheggiare l’auto nel piccolo spiazzo (3/4 posti macchina) all’ingresso della galleria che sottopassa la Torre dell’Amorotto, poco prima dell’abitato di Civago, sulla Strada Provinciale che collega Villa Minozzo a Civago.

Link al P

Proseguire a piedi per il sentiero, seguendo le indicazioni “Palestra di Roccia”. Giunti alla base della Palestra di Roccia, seguire il sentiero Gazzano-Civago in direzione Civago (il sentiero costeggia, poco più in basso, la Strada Provinciale). Superati i pilastri del ponte in uscita dalla galleria, si individua poco dopo sulla sinistra il rottame di una vecchia utilitaria. Poco più avanti, sempre a sinistra, un canalone pietroso consente di scendere per circa 130 m fino al torrente. Qui, percorrendo il letto del Dolo verso valle per circa un centinaio di metri (stare sulla sinistra), si giunge ad un’ansa verso destra che conduce ad un tratto rettilineo costeggiato dal paretone di roccia sul cui filo sommitale corre la nostra via.

Si scende per qualche metro fino a portarsi sotto al diedro del primo tiro (ometto, fix visibili, 790 m s.l.m.)

Google maps link


Foto parete:

2023 © www.nikobeta.net

Schizzo:

B&W + Color (thanks to Anna Tusini)


Descrizione dei tiri:

L1 = 15m, 4c

Salire il diedrino di roccia friabile e traversare verso sinistra sulla cengia fino a trovare la sosta successiva. (! Detrito, non scaricare sotto, passaggio falesisti e ferratisti)

L2 = 25m, 5c

Si sale in placca su roccia eccellente e si segue la bella fessura leggermente verso sx, con un passo appena più difficile nelle vicinanze di una radice.
Poi fino alla comoda sosta successiva su un pulpito stando pochi m alla sx di un’altra sosta (via della Spada)
Questo tiro da solo vale la via e presenta i movimenti e roccia più interessanti di tutta questa salita e non solo 😉

L3 = 15m, 4c

Salire verticalmente in placca e rinviare su un alberello.
Vincere la soprastante breve paretina e poi portarsi con movimento decisamente a sx su una cengia erbosa ove si trova la comoda sosta su 2 fix.

L4 = 20m, 5c

Su per placca leggermente terrosa con un singolo passo impegnativo (5c). Sosta comoda alla base di un prato.

L5 = 25m, I

Trasferimento facile (anche in conserva) dapprima si sale leggermente verso sx per arrivare alla base dell’ultima verticale fascia rocciosa. Si oltrepassa l’attacco della var. Fantastica Fessura e si scende fino a portarsi appena sotto S4 ma 25m alla sua sx. Sosta nei pressi di una pianta su 2 fix alla base di uno spigolo.

L6 = 25m, 5a

Portarsi verticalmente e salire nel margine dx dello spigolo su bella e facile placca. Alla fine riportarsi a sx di 5m ove si trova la sosta alla base di un tetro diedrino chiuso da uno strapiombino. Sosta su 2 fix.

L7 = 25m, 5b+

I° CUSPIDE:
Verticalmente sotto lo strapiombino vincendolo appena alla sua dx con una fessura sopra lo stesso (p.sso 5b+), oppure più facilmente tutto a sx su gradoni (5a).
Sopra qualche movimento in placca fessurata esige ancora attenzione.
Secondo tiro più bello della via (IMHO).
Sosta su 2 fix.

L8 = 20m, 5b

II° CUSPIDE:
Ancora su placca con buon grip fino a pervenire sulla spalla dello Spigolo del Dolo dove termina (od inizia) la ferrata.
Allestire sosta comoda sulle invitanti fessure verticali con 2 friend (#2 + #1), oppure usando il fittone della ferrata (basso e scomodo).
(Sosta su 2 fix in alto a sx che noi non abbiamo usato e che paiono “forzare” gli ultimi 3 m di via, imponendo poi ad un ulteriore tiro di conserva di pochi metri per uscire.)


Rientro:

Per tornare al parcheggio si risale la dorsale rocciosa proprio sulla cresta, aiutandosi anche con il cavo della ferrata.
Alla fine di quest’ultima si incontra il libro di via in comune con la ferrata (scrivere propria ascesa).
Si continua ancora in ascesa su traccia nel bosco per qualche decina di metri fino a salire sul sentiero principale tramite alcuni gradini nella terra ed una staccionata.
Qui tenere la sx (viso monte) e scendere alla falesia dell’Amorotto da cui tramite sentiero elementare si arriva in 5 minuti di falsopiano al parcheggio.

Se si tiene la dx alla staccionata si risale poi fino alla galleria e quindi dopo è da ripercorrere per tornare al P, oppure potrebbe essere consigliata nel caso di P prima della galleria.


Ripetizione:

del 22/07/2023 con Alberto Gasparini.
Cordata amici Ivan de Iesu e Jonathan Lami su via della Spada.


Note:

  • Interessante alternativa alla arenaria macigno della Pietra
  • Molto bello il contesto ambientale e la solitudine (almeno prima della ferrata 🙁

Bibliografia:


Meteo:


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detta Cascata di Campitello

di Val di Fassa (TN) – 1600m

L’amico Dario vuole provare una cascata e quale migliore battesimo si poteva pensare.

Dividiamo auto e compagnia con Claudio e Nicola che si fermeranno sulla Fontanazzo DX e noi, insolitamente soli all’inizio, ce la prendiamo comoda su questo bel flusso a pochissimi minuti dal parcheggio e con balconata sul dirimpettaio Sassolungo.

L’ingaggio della salita è notevolmente mitigato dagli spit-fix alle soste e qualche d’uno spuntato pure nella goulotte.

La cascata è molto estetica e completa però nella successione di tipi di ghiaccio e tipologia di progressione quindi consiglio la ripetizione solo con un pò di esperienza alle spalle.


Apritori:

,

Difficoltà:

Obbligatorio:

Sviluppo:

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Quota:

,

Esposizione:

Ubicazione:

,

Tipo terreno:

,

Bellezza:


Accesso:

P nei pressi dell’impianto del Col Rodella, da li la cascata è già ben visibile in direzione S, SE a soli 500m. Il quarto tiro appare interrotto ma solo perchè il flusso è nascosto alla vista.

Passare la pista da fondo e poi salire nel bosco su tracce che in 15 min portano alla base della cascata. Attaccare a sx sulla verticale della sosta e fuori da crolli di frange della goulotte, oppure a dx più facile ma più esposto.


Quota / Probabilità formazione:

1600m / Alta probabilità ****


Foto:

2015
2018

Relazione salita:

Tiro / Pitches
m
Difficoltà / Difficulty
Sosta / Belay anchor
note
L135WI 4+SR spit/fixsi può unire con quello dopo
L220WI 4, M3SR spit/fix 
L34030°, WI 2SR spit/fix 
L430WI 4+SGsi può unire con quello dopo
L520WI 4SR spit/fix 
L64545°, WI 3SR spit/fix 
tot:190 m
Grado:WI 4+
Impegno:II
Tempo salita / discesa4h / 1h
Bellezza:****

Data salita:

24/02/2018 con Dario Sacchetti (Claudio Corsini e Nicola Cattabriga su Fontanazzo DX)

19/02/2015 con Christian Farioli


Schizzo:


Discesa:

  • 3 doppie dalle soste attrezzate a spit fix sul lato SX (dx orografica)

GPS:


Visualizza mappa ingrandita


Note:

  • Se non la più estetica sicuramente tra le migliori della Val Di Fassa
  • Durante la prima ripetizione il chiave era su L4, nella seconda lo abbiamo trovato su L1 partenza tutto a SX 15m a 90° su ghiaccio levigato
  • Su L2 sono spuntati 3 fix di progressione a dx che nel 2015 non c’erano, ciò abbassa notevolmente l’ingaggio di questo tiro sennò molto delicato.

Bibliografia:

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