detta anche via della Mansarda
Monte Brione, 374m – valle del Sarca (TN)
Vedo quasi di sfuggita una foto del grande Matteo impegnato con Luca, nell’ormai inossidabile cordata, sotto a questo tetto e con lo sfondo una soleggiata e ridente Valle del Sarca. Od almeno mi pare perchè da quella angolatura ogni riferimento con il castello, le placche di Baone, la Mandrea e Padaro mi paiono fuori asse. Da dove sarà mai stata scattata quella bella immagine?
Dopo pochi giorni esce la relazione e tutto diviene chiaro: il monte Brione, una pinna calcarea incastonata proprio in mezzo alla valle del Sarca, un coltello a lama bassa ma affilata che doveva tagliare in due la quaternaria lingua glaciale o forse solo stuzzicarne il palato. Sicuramente lame più affilate hanno insanguinato in tempi più recenti questo baluardo di osservazione, controllo e quindi disputa di guerra. Ora noi veniamo in auto a divertirci nelle mezze stagioni, ma qui i nostri nonni ci hanno lasciato la pelle, combattendo in rigidi inverni per difendere queste pareti e pendi che a malapena stanno insieme, friabili se paragonate al loro coraggio, valore ma ahimè anche impotenza e vacuità delle azioni.
L’A1 dichiarato dagli apritori diviene più giustamente corretto in A2 dai SassBaloss, mi trovo d’accordo. Tutti i chiodi e fix sono nella giusta posizione ma senza una buona tecnica sulle staffe quella “mansarda” di 15m può divenire un originale girone di espiazione delle colpe.
I tiri scorrono discontinui ed ammetto occorre essere amanti del genere per provare un puro piacere che queste vie possono offrire, ma prese dal verso giusto, solo e vero “plaisir”.
Di sicuro non le troverete affollate, ecco quello penso i ripetitori ve lo possano confermare.
Apritori:
Difficoltà:
Obbligatorio:
Sviluppo:
Quota:
Esposizione:
Ubicazione:
Tipo terreno:
Bellezza:
Accesso:
Arrivare a piacere da Riva o Nago e parcheggiare qui su strada Monte Brione.
Dirigersi verso S passando alcune case fino a che sulla DX si intravede una costruzione in cemento ed un sentiero accennato.
Salire per percorso non obbligato e non segnato per il bosco, superare una rete paramassi in corrispondenza di una apertura e poi arrivare nei pressi di un muro a secco con una scala metallica.
Lì non oltrepassare ma anzi abbassarsi un poco ed andare a dx (viso monte) con illogico ma proficuo traverso per aggirare un contrafforte di roccia dubbia.
Il tetto è in vista ormai e seguendolo da sotto in traverso verso N si arriva alla base della parete, si oltrepassa una recinzione scardinata e finalmente si giunge all’imbocco di una grotta fortificata per la Grande Guerra.
Attacco appena a sx, su rocce gialle e cordino penzolante.
Relazione salita:
L1 = 25m, A1 + 5b, 11 ancoraggi. S1= 3 fix
L2 = 30m, 5c obb, 9 fix. S2= 2 fix
L3 = 15m, 5b + A0,A1, 18 ancoraggi (alcuni ridondanti ed obsoleti). S3= 2 fix
L4 = 25m, A1,A2, 20 ancoraggi (tiro chiave). S4= 4 fix + 2 maglie rapide
L5 = tiro non percorso
115m, 5b/5c + A1/A2, II
Ripetizione
del 11/03/2017 con Dario Sacchetti
Schizzo:

Discesa:
- 2 doppie: la prima sui 20m da S5 a S4, la seconda di 50m da S4 a terra (48m nel vuoto 😉
- discesa per sentiero (non sperimentato)
Note:
- linea un po’ tortuosa ma logica nella parte in libera ed audace nelle parte in artificiale. La modesta quota e vicinanza con la civiltà non deve però farla sottovalutare, ogni ritirata intrapresa L4 diviene problematica, cvd.
- Abbiamo strappato un chiodo a pressione ad anello su L3, penso sia uno di quelli ridondanti ma in ogni caso forse meglio portarsi un perforatore e 2 spit-rock per ogni evenienza. Ci scusiamo.
- Fermarsi al Tetley’s pub dopo potrebbe essere già buon motivo per essere qui in prossimità della via
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