Piz Ciavazes, 2828 m
gruppo del Sella, Sottogruppo delle Mésules (TN)
Le mie arrampicate sono andate sempre benino, qualche bivacco di emergenza era la norma.
Una volta sono caduto sulla Livanos alla Grande di Lavaredo.
Cinque o sei chiodi sono saltati; solo i chiodi della sosta hanno per fortuna tenuto. Nella caduta, la corda mi ha raschiato il braccio fino all’osso.
Quando sono tornato a casa mio padre mi ha chiesto ironicamente se mi faceva male; forse pensava che non mettevo la stessa passione in altre attività.
Ma, se andava bene, incassavi tutto e zitto!
Faceva parte dell’esperienza alpinistica.
Arrampicando si deve avere anche fortuna.
Queste vie dovrebbero essere ripetute dagli arrampicatori moderni non perché siano per loro difficili, anzi, ma per farsi una esperienza generale sull’arrampicata in montagna.….
Dopo il K2 sono tornato ancora con la voglia di andare in montagna e ho continuato ad arrampicare, ma ho preso anche il brevetto di volo, prima dell’aereo poi dell’elicottero.
Erich Abram da “Erich Abram, un alpinista bolzanino“, agosto 2012, Intervista a cura di Ermanno Filippi ed Augusto Golin
Con il Piper sono stato bloccato al Rifugio Casati sommerso dalla neve per 14 giorni.
In quei tempi il Soccorso Alpino si faceva con questi piccoli e maneggevoli aerei. Abbiamo recuperato uno sciatore sulla Croda da Lago atterrando su una valanga.
Il Piper era come una Volkswagen, mai sentito che si sia fermato un motore.
Con l’elicottero una volta mi sono incendiato in volo.
Apritori:
Difficoltà:
Obbligatorio:
Sviluppo:
Quota:
Esposizione:
Ubicazione:
Tipo terreno:
Bellezza:
Descrizione
Spigolo dalla estetica slanciata e che pare volgere lo sguardo sui due versanti opposti non appena viene interrotto dalla cengia dei Camosci.
Anche se la via prosegue fino in cima con difficoltà inferiori è solitamente percorso fino alla cengia dove le cordate possono trovare facile scappatoia e ricongiungersi alla discesa dalla I torre del Sella.
Accesso:
Da Nord:
Giungere al Passo Sella e da lì scendere in direzione Canazei
Da Sud:
Risalire tutta la Val di Fassa tramite la statale 48. Seguire le indicazioni per il Passo Sella. Alla biforcazione per il Passo Pordoi tenere la strada di sinistra (statale 242) che conduce al Sella.
Per entrambe gli accessi:
Dopo vari tornanti si giunge al cospetto della parete sud del Piz Ciavazes
ed ad una altitudine di 2100 m circa parcheggiare in una delle varie piazzole a bordo della strada.
Avvicinamento:
Dalla strada partono diversi sentieri che in circa 15 minuti conducono alla base della parete.
La via corre lungo lo spigolo destro della parete (S-E) e l’attacco è circa 15m a sinistra dello stesso (clessidra con cordino).
Tot: 20 min
Foto tracciato:
Schizzo usato:
Noi abbiamo usato il Bernardi che è sempre una garanzia e di cui consiglio caldamente l’acquisto delle ottime guide.
Discesa:
Dall’ultima sosta salire per percorso non obbligato verso l’alto e SX (viso monte) fino alla evidente Cengia dei Camosci che si percorre su traccia elementare ma esposta fino a tratti attrezzati ed un caratteristico tunnel.
Giunti vicino alla base della parete la traccia si ricongiunge con la discesa dalle prime due torri del Sella. Qui occorre o disarrampicare (II/III esposto) oppure effettuare una doppia su soste ad anello attrezzate allo scopo.
Alla base della parete dirigersi decisamente a E (sx viso valle) ed in breve si arriverà al P.
Tot: 45/75 min a seconda del passo e del fare o meno doppie
Note:
- Il tiro chiave è abbondantemente chiodato e passabile in A0 ( a patto di fidarsi di cunei in legno e cordini consunti) mentre i due tiri sotto richiedono il V senza esitazioni ed anche sopra mi pare ricordare qualche passo degno di nota.
- La seconda parte gira e non è quasi mai in spigolo ma in parete cercando diedri e pulpiti. Acuire il senso di orientamento per la via pena andare su varianti più difficili (come è successo a noi).
- Valutare preventivamente ad inizio stagione o dopo nevicate la percorribilità della cengia del Camosci.
- Purtroppo nella seconda parte della via abbiamo avuto un leggero incidente che ha comportato un notevole rallentamento delle manovre e progressione delle già lente nostre 2 cordate.
Un plauso speciale a Michele che ha tenuto duro senza mai lamentarsi ed a Mirko, sverginato alla sua prima via dolomitica con 10 ore in parete !
Cartina consigliata:
Tabacco 006-Val-di-Fassa-e-Dolomiti-Fassane-Catinaccio-Marmolada-Monzoni
Ripetizione del 17/07/2010
Compagno: Mirko Razzaboni
Cordata amici: Michele Bartarelli ed Andrea Clò
Bigliografia:
Meteo:
GPS:
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G r a z i e !
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