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Pilastro Stenghel + raccordo d’attacco (Placca Lumache)

Pilastro Stenghel 1655m

Monte Cornetto – Sengio Alto (TN)

Non conoscevo bene Giuliano ma lo stimavo molto lo stesso.
Un giorno, a cavallo tra ottobre e novembre, eravamo io e Claudio in Val del Sarca a cercare un po’ di sole in quell’inizio d’autunno.
Giuliano era a fianco e sbucò senza rumore da uno spigolo assolato quando la verticalità permise alle nostre due cordate di incrociare gli sguardi e parole.
Al bar della Lanterna quel tepore che ci accompagnò in via ci permise di gustarci pure una birra all’aperto e riprendere le chiacchiere, interrotte prima dalla divergenza delle linee salite.
Ci scambiammo veloci opinioni sulla giornata e tu ci consigliasti un “diedro appena più in là“, salito da te anni prima e che era altrettanto bello, forse pure più del Baldessarini.
Alla nostra domanda se ci fosse anche lì del sesto, mi ricordo ancora la tua risposta:

” No, no! Quale sesto. Io il sesto non l’ho mai salito da primo! “

Fra me e me pensai che, oltre al fatto che era chiaro davamo a quel grado un valore diverso, molto diverso, era altrettanto chiaro quale umiltà di persona avessi di fronte.

Ci salutasti con tre libri in omaggio, due per noi ed uno per la sezione.

Mi divennero subito chiare le belle parole che avevo sentito sul tuo conto prima di allora.

Non potevamo che aggiungerne altre.

Ciao Giuliano.


Apritori:

L’apritore ha chiesto di rimanere in anonimato per dare maggiore importanza e risalto alla figura di Giuliano Stenghel a cui ha deciso di dedicare il toponimo del breve, ma elegante, pilastro.
Pare che abbia salito questo concatenamento con un solo chiodo e qualche protezione veloce che, sicuramente, non gli sono servite più di tanto nelle compatte placche che spesso qui si ritrovano.


Accesso / Attacco:

da SUD:

Dal Rifugio Campogrosso (link al P) 1443m seguire il comodo sentiero 170 E5 verso la Forcelletta N/O e Passo degli Onari, dapprima attraverso un bosco di faggi e poi per prati.
Prima della Malga Bovental 1435m (chiamata anche Boffetàl) si prende il 170 in direzione N verso il Passo degli Onari.
A due grossi ometti quasi sul sentiero prendere quello più a monte abbandonando il sentiero.
Dopo una ventina di metri si è in prossimità della bella placca nerastra che segna l’attacco della via (cordoni in clessidra e sosta S1 visibili sopra).
TOT: 30/40min da Campogrosso, 10 min da Malga Bovental.

da NORD:

Giungere a Pian delle Fugazze (link al P) 1162m e P, prendere la “strada delle Sette Fontane” e poi il comodo sentiero 173 verso malga Boffetal. Oltrepassata si prende a sx il 170 in direzione N verso il Passo degli Onari.
A due grossi ometti quasi sul sentiero prendere quello più a monte abbandonando il sentiero.
Dopo una ventina di metri si è in prossimità della bella placca nerastra che segna l’attacco della via (cordoni in clessidra e sosta S1 visibili sopra).

Tot: 30/40 min da Pian delle Fugazze o 10 min da Malga Bovental.


Relazione:

Difficoltà:V+, D+
Proteggibilità:R1 il pilastro Stenghel, R2 il raccordo d’attacco (Placche delle Lumache)
Impegno:II
Sviluppo:170 m + 20 m di trasferimento
Tiri:6
Attrezzatura:NDA, diversi cordini (anche aperti) per le numerose clessidre, friend medio-piccoli
Esposizione:W-SW
Tipo di roccia:dolomia dalla buona all’ottima
Periodo consigliato:Data la comodità d’accesso, di discesa e la favorevole esposizione è possibile percorrere l’itinerario anche nelle belle giornate invernali
Tempo salita:circa 3.5 h
Bellezza:***

Tracciato via:


Schizzo :


Descrizione:

L1          25m          IV/V p. V+          

Salire verticalmente la placca compatta rimanendo nel suo margine dx (2 cl), quindi spostarsi leggermente a sx e superare un’altra breve placca (1 ch) fino a prendere delle lame gialle (1 cl sulla dx) che portano ad una fessura. Superarla (ottimo posto per friend rosso) uscendo a sx su buoni appigli. Vincere un’ulteriore placca (1 ch e 1cl) che conduce direttamente alla sosta su 4 clessidre.

L2          20m          IV-, III   

Traversare orizzontalmente circa 4 metri fino ad una sosta intermedia su 2 dadi incastrati e cl con cordino (sosta originale di apertura, da evitare), quindi rimontare in verticale la placca, ora appoggiata, che si segue facilmente verso dx (1 cl e 1 dado incastr.) fino a uno spigoletto giallo al margine di quest’ultima. Sosta su clessidra e un chiodo.

L3          25m          p. V+, IV, I          

Aggirare l’aggettante spigoletto giallo, quindi rimontare un breve strapiombetto (dado incastrato per azzero) che dà accesso a un caratteristico diedro obliquo (posti per friend medi e 1 cl formata da sassi incastr. a circa metà della rampa). Uscire verso dx su di una cengia erbosa che, seguita per una decina di metri verso dx, porta alla base di un tozzo pilastro staccato, dove si sosta su 3 ch.

*Da qui è possibile anche evitare il successivo sperone seguendo la traccia che lo aggira a destra e in 2 minuti porta direttamente all’attacco del Pilastro Stenghel.

L4          30m          V+, III, IV            

Salire la breve fessura in dulfer sopra la sosta (ottimi posti per friend medi) fino ad uno strapiombetto, traversare quindi orizzontalmente 2 metri a dx su piccoli appigli (chiodo con anello) e proseguire ora in facile traverso orizzontale, sempre verso dx, su roccia ricca di clessidre. Riprendere a salire verticalmente a dx degli strapiombetti (1 cl) su buoni appigli fino alla cima dello sperone (1 cl formata da massi incastr. un metro prima di uscire). Da qui è possibile Spostarsi orizzontalmente circa 3/4 metri verso dx e sostare su mugo con cordone e maglia rapida (per poi disarrampicare 5m o fare una breve calata) oppure proseguire per la crestina fino in cima e scendere a piedi.

*Da qui è possibile concludere la salita rientrando per la comoda traccia (ometti) che riporta velocemente al sentiero n. 170.

trasferimento    20m                        

Portarsi alla base dell’evidente “Pilastro Stenghel” (chiodo con cordino visibile alla base).

L5          30m          IV/V p. V+, IV, III             

Salire la bella placca di roccia ottima, seguendo i numerosi chiodi (6 chiodi e 1 cl), fino a quando la parete diviene meno verticale, quindi traversare facilmente a sx sfruttando una grossa lista rocciosa per le mani, portandosi sul filo dello spigolo. Sosta su grosso mugo in una comoda cengetta 3 metri a sinistra del filo dello spigolo.

L6          20m          V, III,II  

Tornare 2 metri a dx della sosta e proseguire verticalmente sul filo dello spigolo superando una bella placca lavorata di roccia ottima (3 cl) fino ad una cengetta. Salire la breve paretina in obliquo verso sx (grossa clessidra) e poi tornare a dx fino a riprendere il filo dello spigolo (1cl) portandosi alla base del breve ma aggettante “naso” fessurato. Vincerlo (1 ch e ottima fessura per friend medio) e quindi traversare a dx su cengetta per tre metri (2 cl). Per facili roccette in breve si raggiunge la sommità del pilastro dove comodamente si sosta su un mugo con cordone e maglia rapida (Libro di via).


Compagni:

Anna Tusini e Claudio Bassoli il


Discesa:

  1. Dalla cima del pilastro scendere alla forcelletta mugosa per tracce ed ometti e poi risalire in direzione N (SX viso a monte) su evidente traccia ad un’altra forcella stavolta rocciosa. In breve ad a mezzacosta ricollegarsi all’evidente sentiero con galleria che porta verso il Passo degli Onari.
    Da qui è possibile rientrare a Campogrosso o Pian delle Fugazze (40 min) o proseguire in funzione di un possibile concatenamento di altri itinerari alpinistici sul m.Cornetto, come lo Spigolo Soldà, la via degli Ometti, ecc…
  2. Se si vuole concatenare la Stefani-Bertolotti o lo Spigolo Bellavista meglio e più veloce fare una doppia da 40m, attrezzata su mugo in sommità, verso la base della evidente fessura-camino di attacco.

Cartina:


GPS:

Total distance: 3231 m
Max elevation: 1653 m
Min elevation: 1451 m
Total climbing: 320 m
Total descent: -201 m
Total time: 06:31:41
Download file: v.spigolo.Stenghel_gpx _2020-09-10_0947.gpx

Note:

  • Valida alternativa per raggiungere il frequentato Spigolo Soldà al Cornetto o la Via degli Ometti accorciando l’avvicinamento a piedi.
  • Anche se il grado non è mai tecnicamente elevato è abbastanza continua nelle difficoltà e qualche passaggio esige il muoversi agevolmente sul IV+/V dolomitico. Siccome gira pure parecchio non ritengo sia adatta a cordate neofite, per queste molto meglio il Bellavista che rimane globalmente più facile ed intuitivo.
  • Questi due itinerari concatenati alla splendida Stefani-Bertolotti e alla Via degli Ometti prendono il nome di Concatenamento sud/ovest del Cornetto”, che con i suoi 700m di arrampicata effettiva porta direttamente in vetta al Cornetto.

Bibliografia:


Meteo:

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Spigolo della Luna

Val d’Assa 850m

Bastionata del Raparo

Val d’Astico o Valdastico (VI)

Sulla luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.

Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.

Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.

Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella luna
lui da un pezzo ci sa stare…

A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.

Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla luna e sulla terra
fate largo ai sognatori!

Gianni Rodari, primi anni ’60

Apritore:

Matthias Stefani in autosicura il 05 maggio 2020


Descrizione itinerario:

Itinerario alpinistico con vista panoramica che serpeggia con logica tra i punti deboli dello spigolo N/W della bastionata del Raparo.
L’ambiente isolato e suggestivo, immerso in una valle appartata e tranquilla, regala un’incantevole visione sulle pareti del Bostel e sulla Val d’Assa da una prospettiva inconsueta.


Accesso:

Accesso 1: Lungo ma panoramico (Pedescala)

(quello da noi scelto e che consiglio per la bellezza del luogo)
dalla Val d’Astico:
dalla strada provinciale SP350, in direzione Trento, raggiungere l’abitato di Pedescala. Svoltare a destra alla prima strada che s’incontra e proseguire fino al cimitero, dove si lascia l’auto. Link al P
Imboccare la strada sterrata che s’inoltra lungo la Val d’Assa proseguendo per 3 km fino a quando la forestale oltrepassa il torrente (appena dopo un largo spiazzo con dei caminetti).
Circa 50 metri dopo, sulla destra, imboccare il sentiero n. 633 (tabella indicazioni CAI) e dopo poche decine di metri, al bivio, tenere la sinistra e seguire il ripido sentiero che velocemente prende quota. Dopo una trentina di minuti, in corrispondenza dello spigolo, nei pressi di un enorme masso con bollo CAI, lo si abbandona prendendo un’esile traccia sulla sinistra (ometti) che in breve conduce all’attacco dov’è presente una luna gialla incisa
Tot: 60/75 min

Accesso 2: rapido (Altopiano Sette Comuni)

dall’altopiano dei Sette Comuni:
dalla strada statale 349 del Costo raggiungere il paese di Treschè Conca e seguire le indicazioni per contrà Mosca, dove si lascia l’auto nel piccolo parcheggio poco sotto l’abitato, link al P.
Imboccare la forestale che scende a valle e dopo 250 metri prendere la prima strada a destra che s’incontra (bollo CAI n. 633).
Proseguire fino ad un grande prato aperto dopo il quale la strada diviene sentiero (palina CAI n. 633).
Percorrerlo in discesa (tratto attrezzato con corde fisse) fino a un enorme masso con bollo CAI (circa un centinaio di metri dall’ultima catena fissa). Abbandonarlo prendendo un’esile traccia sulla destra (ometti) che in breve conduce all’attacco dell’itinerario dov’è presente una luna gialla incisa
Tot: 20/30 min (in discesa)


Relazione:

Difficoltà:IV, IV+, p.V (IV+ obbl.), D-
Proteggibilità:R1
Impegno:II
Sviluppo:170 m
Tiri:6
Attrezzatura:NDA, friend medi e vari cordini (anche lunghi) per attrezzare le soste
Esposizione:N, NW
Tipo di roccia:Dolomia
Periodo consigliato:Primavera ed autunno.
Tempo salita:circa 2.5 ore
Bellezza:****
Cartografia:

Relazione completa scaricabile:


Descrizione tiri:

L1: 30m, IV p.IV+

Rimontare le facili balze rocciose fino a una breve fessura che si supera in dulfer uscendone a sx; superare un piccolo strapiombo giallo con buone maniglie portandosi alla base di un corto ma liscio diedro. Salirlo per 2/3metri e uscirne a sx ad un albero che conduce a una cengetta. In breve, verso sinistra, si guadagna la sosta su 2 chiodi

PROTEZIONI: 1 chiodo e 3 clessidre. Ottimi posti per friend medi.

L2: 30m, IV p.V/A0

Salire verticalmente alla sosta sfruttando una bella lama fessurata fino a un pulpito erboso a sx; vincere una breve placca molto compatta e quindi traversare orizzontalmente per 5metri verso destra, sfruttando delle ottime prese per le mani, portandosi sul filo dello spigolo. Proseguire verticalmente e superare infine una grossa lama fessurata che conduce a una panoramica terrazza erbosa, dove comodamente si sosta su 3 chiodi.

PROTEZIONI: 4 chiodi e un albero con cordone per eventuale A0. Ottimi posti per friend medi.

L3 (ORIGINALE): 20/25m, IV p.IV+

Rimontare la sosta e salire lungo la bella fessura svasata a sx, che più in alto diviene liscio camino, fino a raggiungere l’aereo e panoramico “Pulpito della Luna”, dove comodamente si sosta su 3 chiodi.

PROTEZIONI: 1 clessidra, 1 caratteristico cuneo di legno.

L3: (“VARIANTE DELLE STELLE”) 25/30m, IV, p.VI/A0, V

Bellissima lunghezza: alzarsi un paio di metri sopra la sosta fino a prendere una bella lista rocciosa per le mani che si segue verso destra raggiungendo il filo dello spigolo, su roccia ottima e compatta. Rimontarlo con un singolo passo difficile (chiodo con cordone per A0) e proseguire verticalmente in massima esposizione fino al bellissimo e panoramico “Pulpito della Luna”, al termine del quale si sosta su 3 chiodi.

PROTEZIONI: 6 chiodi.

L4: 20/25m, IV p.IV+

Aggirare lo spigolo sulla dx entrando in un bellissimo camino di roccia compatta; seguirlo fino a un piccolo tetto che si aggira con un breve ma esposto traverso verso destra (1 cl con kevlar). Proseguire ancora pochi metri per il camino, sempre su roccia ottima, fino a rimontare il breve spigoletto di sx, dove comodamente si sosta su 3 chiodi (E’ possibile evitare questa sosta e unire parte della successiva lunghezza fino a una sosta intermedia ben visibile 10/15m più in alto).

PROTEZIONI: 1 chiodo e 3 clessidre. Ottimi posti per friend medi.

L5: 25m, IV p.IV+

Spostarsi 2 metri a dx della sosta fino ad un chiodo con cordone e dopo aver superato una balza proseguire in dulfer lungo l’invitante fessura per pochi metri; quando inizia a divenire strapiombante traversare per bella placca verso sx fino ad un chiodo giallo ben visibile in alto, quindi ritornare verso dx sfruttando un’ottima lista per le mani che conduce al principio di una cengia erbosa, dove è presente una sosta intermedia. Oltrepassarla e seguire la cengia a piedi verso destra per una decina di metri, fino a raggiungere una comoda sosta da attrezzare su 3 chiodi.

PROTEZIONI: 4 chiodi. Ottimi posti per friend medi.

L6: 30/35m, III, IV, pp. V/A0

Salire a destra della sosta e per facili balze rocciose portarsi sotto un piccolo strapiombino che si supera direttamente (oppure si può aggirare più facilmente a sx) e permette di rimontare una mensola rocciosa. Da qui l’uscita originale traversa 3/4m verso sx uscendo dalla parete lungo delle fastidiose balze erbose. Proseguire invece lungo una breve ma caratteristica fessura in Dulfer sulla dx che porta sotto a un piccolo tettino con buone maniglie(chiodi ben visibili), superarlo e verso dx si raggiunge un caratteristico pulpito panoramico affacciato sulla Val D’Assa, dove si sosta su un albero.

PROTEZIONI: 5 chiodi e 1 clessidra. Ottimi posti per friend medi.

Libro di via poco più avanti sul sentiero.


Compagni:

Mephisto
Anna Tusini e Riccardo Pittino (cordata amici)


Ritorno:

Dall’ultima sosta alzarsi per una decina di metri nel bosco fino ad intersecare un’evidente traccia di camosci. Seguirla verso destra (viso a monte) costeggiando il ciglio della parete per pochi minuti fino a ricollegarsi nuovamente al sentiero n. 633 e quindi per:

Ritorno 1 (Pedescala)

  • si percorre a ritroso scendendo il sentiero 633 anche tramite alcune corde fisse, fino al bivio dell’attacco e poi sempre su sentiero 633 in 45/60 min si arriva al P.

Ritorno 2 (Altopiano Sette Comuni)

  • in 5/10 minuti di sentiero 633 si torna al P

GPS:

Accesso da Pedescala

Total distance: 1611 m
Max elevation: 854 m
Min elevation: 400 m
Total climbing: 505 m
Total descent: -82 m
Total time: 01:17:46
Download file: Spigolo_Luna_gpx _2020-07-28_1346.gpx

Note:

  • Una via facile che serpeggia nel mezzo di una muraglia strapiombante, regala in ogni tiro un diverso tipo di arrampicata. Anche se in un ambiente di bassa montagna sa donare una piacevole ed esposta arrampicata a tutta la cordata.
  • Data la roccia perlopiù eccellente, l’ottima proteggibilità, il modesto sviluppo, le comode e sicure soste si presta ottimamente come via propedeutica per le Dolomiti e, nonostante il grado contenuto, risulta una salita classica di soddisfazione dove in alcuni punti però occorre saper proteggersi.

Bibliografia:


Meteo:

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valdastico 5 5 Piccole Dolomiti, rock climbing

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Campanile di Val Montanaia

via normale al

Campanile di Val Montanaia, 2173 m

Spalti di Toro, dolomiti dei Monfalconi (PN)

da In Alto, 1988. Disegno di A. Merlo

Primi salitori: V.W. von Glanvell e K.G. von Saar il 17 settembre 1902 ma solo grazie alle precise indicazioni di

Può succedere che la meta di un viaggio divenga il pretesto per vivere un’esperienza senza la quale non si sarebbe svolta. Come può succedere che una cima una volta calpestata non trasmetta quel senso di compimento agognato ma ci si accorga che era quasi superflua rispetto ai passi compiuti per conquistarla. Così si può andare in Val Montanaia per cercare di scalare quell’ “Urlo pietrificato di un dannato” che da più di un secolo è un simbolo dell’alpinismo e trovarsi appagati ed in pace con se stessi ancor prima di metter mano al primo appiglio.

Gli ingredienti c’erano tutti si intende: la notte tiepida e calma dei primi di settembre, un anfiteatro di roccia divenuta sanguinea al tramonto e che in pochi minuti ha virato verso un bianco lunare, un bivacco accogliente e fresco di ristrutturazione, un pentolino di fagioli fumanti, un fuoco che ha preso vita quasi per miracolo da un solo piccolo tovagliolo di carta, la compagnia di un amico fidato, le stelle e la luna che hanno fatto dimenticare le frontali, le nubi basse ai nostri piedi che facevano da tappo al vociare inutile della pianura, la totale assenza di suoni.

Con queste premesse lo spirito si innalza, il tetto del bivacco è ormai un ricordo e presto te lo senti lassù già di fianco alla campana, lui però ben si guarda dal muoverla per non rovinare quel momento.

Di quel momento non so se di magia sia stato plasmato ma so solo che

non l’avrei barattato per nessuna cima al mondo.

Nicola B. dopo il bivacco.

Un po’ di storia

Sulla vetta si trova una campana di bronzoche fu portata in cima il 19 settembre 1926 da 22 alpinisti veneti. La campana reca inciso il motto
“Audentis resonant per me loca muta triumpho”
(a trionfo di chi osa, luoghi silenziosi per merito mio risuonano).

Molte le definizioni per descrivere la sua arditezza: “La pietrificazione dell’urlo di un dannato” (Compton), “Il monte più illogico” (Cozzi), “Il Santuario delle Alpi clautane” (Hubel).

Napoleone Cozzi e
Alberto Zanutti

che avevano superato dieci giorni prima il tratto più difficile dell’ascensione, la famosa “fessura Cozzi”

ora gradata V ma si erano poi dovuti arrendere di fronte agli insuperabili strapiombi siccome non erano riusciti ad intuire il minuto ma facile traverso

scappatoia seguito ora dalla normale.


Apritori:

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Difficoltà:

Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

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Esposizione:

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Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:


Descrizione

È una guglia di bellezza spettacolare e selvaggia, alta quasi 300 metri e con una base di 60 metri. Si staglia contro il cielo al centro della valle, in una posizione considerata unica al mondo perché nettamente separata dalle vicine guglie dolomitiche costituenti un perfetto anfiteatro naturale. La roccia in via è ormai solida siccome ripulita dalle migliaia di ripetizioni ma comunque occorre prestare attenzione a non andare fuori via o muovere sassi soprattutto nelle doppie, siccome non sarete i soli lungo la via. I passaggi obbligati ormai sono lucidati dalle ripetizioni ed oppongono un grado “psicologico” da non sottovalutare anche se ben protette da materiale incastrato. Soste tutte molto buone, alcune su golfari.


Accesso:

Da Longarone (BL), dirigersi verso Erto (PN) e poi Cimolais (PN). Da Cimolais imboccare la strada per la Val Cimoliana e percorrerla direzione parcheggio Rifugio Pordenone (1205m). È possibile percorrere la strada a piedi ma sono 13 km ed occorre poi aggiungere altre 3h 30 al già lungo avvicinamento, oppure in auto con piccoli guadi a fondo ghiaioso (attenzione al pedaggio nel periodo estivo). Parcheggiare qui.

Dal Rifugio Pordenone (1249 m) per sentiero n° 353 in circa 2 ore di buon passo si è alla base del Campanile. Per i facili gradoni e cenge erbose della parete est, ci si porta al centro della parete sud, alla base di una evidente fessura-camino (chiodo). L’attacco è posto a circa 1970m a 200m dalla cima.


Relazione salita:

  • L1 = 25m, III+, IV-, 2 cl. S1= Anello Cementato
  • L2 =35m, IV, III, 1 ch, 1 cl. S2= Anello Cementato
  • L3 = 45m, IV, III, 1 ch, 1 cl. S3= Anello Cementato
  • L4 = 30m, III, II. S4= Anello Cementato
  • L5 = 10m, fessura Cozzi. V, IV, 1 friend inc, 1 nut inc. S5= Chiodi
  • L6 = 25m, III-, 2 cl, 2ch. S6= Anello Cementato
  • L7 = 35m, strapiombo in fessura Saar e poi camino Glanvell. IV+, III. 1 ch, 1 friend inc. S7= Anello Cementato
  • L8 = 35m, V, IV, 1 ch, 1 cl. S8= Anello Cementato
  • L9 = 60m, III,II,I, 1 cl. S9= Anello Cementato
290 m, 9L,  III,IV, passo di V, AD+, R2, II imp.

Schizzi:

Discesa:

Tramite doppie direttamente dalla cima e su ottimi anelli cementati:

D1 = 30m, leggermente verso N
D2 = 20m, si arriva al ballatoio della S7
D3 = 40m, la famosa calata Piaz che doposita sulle rocce basali
tramite facili rocce gradinate abbassarsi lato N fino ad una evidente spaccatura
D4 = 25m

Note:

  • trovare il bivacco vuoto e godersi la notte con l’ombra del campanile che vegliava sulle lamiere, è stato un dono prezioso che ci ha portato ad amare ancora più questi luoghi.
  • La via presenta un arrampicata relativamente facile sia come grado che orientamento, però alcuni passi obbligati ormai unti riservano un pò di ingaggio e decisione per essere superati. Cercare di proteggersi adeguatamente durante gli stessi è un vostro diritto e dovere anche nei riguardi delle cordate che seguono.
  • Prestare attenzione alle prime due doppie il cui lancio potrebbe investire chi sta salendo.

Cartina consigliata:

021 – Dolomiti di Sinistra Piave

GPS



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Ripetizione del 02 e 03/09/2006

compagno: Marco Bulgarelli


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I protagonisti:

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Giorno 1

Giorno2


Salite su roccia in Dolomiti:

Salite su ghiaccio in Dolomiti: