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couloir dell’H

Monte Nero 3344m


Preparazione.

In questa estate anomala ed autunno avaro di temperature basse, trovo completamente soddisfatta la voglia di roccia, ma non quella di ghiaccio e soprattutto di alta montagna.
Questo couloir lo corteggio da anni siccome è spesso uno dei primi ad andare in condizioni già dopo le prime nevicate autunnali. E così è stato anche quest’anno.
Complice una imbeccata da un report dagli nostri vicini “Alpinisti del Lambrusco” propongo la salita ad Andrea.

La prima settimana salta ma quella dopo tutto sembra volgere alla fatidica parola: “Andiamo !”
Partiamo dopo lavoro, stanchi ed un poco svogliati, ma partiamo.
A volte la cosa più difficile è proprio questa.
Passiamo in rassegna sulla valle del Sarca il Colodri, Coste Anglone, Casale, Cima alle Coste, il Brento e poi il Dain. Tutti lì in fila di notte ci incutono ancora più timore ma anche attrazione.
Ne parlo con Andrea ma lui ormai è già con la testa in Val d’Amola.
Ed allora andiamo, carichiamo gli zaini, le stelle imbiancano i passi da seguire ed in breve siamo al rifugio Segantini.
Ci aspettavamo la fila ed invece saremo i soli per tutta la notte. L’uscita infrasettimanale ha i suoi pregi.
Esco per qualche foto.
La notte e posizione regala una stellata degna di un 4000, ma ho scordato a casa l’obiettivo buono e ben poco riesco a catturare.
Torno dentro. La stanza a lume di candela è molto confortevole ma vediamo i nostri fiati cristallizzarsi.
Dormiamo qualche minuto.

Sveglia alla 3.

Suona ma la ignoriamo. Svogliatamente apriamo i thermos che fumano un caffè caldo. Andrea offre dell’ottimo pane e le forze riprendono i nostri corpi.
E’ ora di uscire.
Ci mettiamo in marcia e due frontali partite da giù ci raggiungono e superano.
Le lasciamo andare avanti e ne ignoriamo la salita, quasi a volerci godere da soli la “nostra Montagna” oggi.
In effetti dopo poco perdiamo le loro flebili luci, loro hanno deviato sulla morena appena dopo i laghi, noi sbagliandoci no.
Saliamo sulla schiena d’asino su cui scorre la normale alla Presanella, ed in poco tempo prendiamo quota. Addirittura troppa.
Alle prime luci dell’alba ci accorgiamo occorre abbassarsi.

Il monte Nero è davanti a noi, ma il versante è quello errato.
Giù per un bel canale che ci farà perdere un centinaio di metri e poi su di nuovo a mezza costa ormai a seguire l’evidente parete N del monte Nero, dopo cui si staglia l’imponente Est della Presanella.
Siamo di nuovo in Montagna e la sensazione di dividerla con un amico mi pervade ed appaga.

Attacco del canale.

Qualche spindrift evidente su altre colate. La nostra ha però sopra i due ragazzi che paiono avvantaggiati solo di pochi minuti. Ci ripariamo sotto ad un masso basale. Tutto quello che tirano giù finisce a destra ed a sinistra.
Un ghiacciolo trova il mio braccio, imprecazione e fretta di partire:  « Dai che andiamo ! »
Finisco la corda e con qualche passo in conserva uniamo i primi due tiri facendo sosta a destra del canale e prendendo quasi la quota dei due nuovi compagni di scalata.
Meglio non star troppo distanti per studiare le loro mosse. Spaccano il giusto ma purtroppo avvisano zero e quindi tutta la salita sarà costellata da costanti e ripetitive sorprese.
Evitare la ressa sulle cascate e goulotte! Lo sappiamo ma ci ricapitiamo sempre dentro.

Il couloir è bello. La neve a tratti portante. Il ghiaccio affiora ma impone di sapere progredire anche senza.
Le soste sono spesso da attrezzare e rinforzare su granito. Nulla di particolarmente difficile, anzi, però un po’ di esperienza alpinistica è richiesta e gradita.
Ci stiamo proprio divertendo e l’ambiente man mano si sale si apre e da assuefazione.
In conserva protetta ed un po’ a tiri, arriviamo al primo salto di misto. Pare un poco più ostico che dalle relazioni ed in effetti così è.
Non si trova neve portante sul crux e pure la roccia pare a placche spioventi, le piccozze una volta caricate perdono l’appiglio. Anche se il chiodo è sotto occorre trattenere il fiato e forzare il giusto.
Siamo fuori.
Pronti per il secondo salto di misto che dovrebbe essere il chiave.
Stranamente va via più liscio di quello sotto, bene.
Andrea ora si mette in testa e si gode forse uno dei tratti più belli. Una serpentina tra blocchi granitici e qualche passo di misto che depositano direttamente sotto alla marcata cornice, bucata a V sul suo lato destro.

Vedo il sole, Andrea mi sorride, siamo fuori ed è una magnifica giornata, tersa e calda come solo l’autunno può dare.

Non si ha per nulla voglia di scendere.
Ci godiamo un po’ di sole.

Poi però l’orario ci ricorda la discesa non è breve e via che ci si incammina sulla normale sud alla Presanella. Non banale neppure questa visto che qualche passo è da forzare coi ramponi che gracchiano sul granito soleggiato oppure tirare un cavo seppellito nella neve, che poco o nulla agevola sui ripidi ed instabili pendi di neve.

Il tramonto infiamma un laghetto ed il Brenta si incorona a re in questo specchiarsi di certezze, amicizia e sogni.

L’Alpinismo che amo.


Scheda salita:

Zona MontuosaAlpi Retiche Meridionali
SottogruppoAdamello – Presanella
Località di PartenzaP malga Valina d’Amola (TN)
ParcheggioVicino a Malga Valina d’Amola, Link a MAPS
Punti d’appoggiorifugio Segantini 2378m
Acquanumerosi corsi acqua nei pressi del rifugio
Dislivello avvicinamento [m]300+600
Dislivello itinerario [m]400
Sviluppo itinerario [m]600
Quota partenza [m]2000
Quota arrivo [m]3344
Bibliografia consigliataPRESANELLA ROCK & ICE
Versante meridionale
Francesco Salvaterra
Cartografia utilizzataKompass 639
Tipologia itinerariovia Ghiaccio / misto
Tipologia rocciaGranito
GradoAI 3, WI 2, M4
ImpegnoIII
Difficoltà globaleD+
ChiodaturaR3
MaterialeNDA + serie friend e nuts + 3 viti ghiaccio + 2 chiodi + 2 corpi morti o fittoni
Esposizione prevalenteN – NE
Tempo impiegato avvicinamento3h
Tempo impiegato salita6h
Tempo impiegato discesa3,5 h
CompagniAndrea Pellegrini
Libro di vettaSI, al rifugio
Giudizio8
ConsigliataSi. Ambiente molto suggestivo. Linea che ricorda le più facili goulotte del Bianco.
Link utiliPlanetmountain

Apritori:

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Difficoltà:

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Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:


Tracciato

Tracciato via
Tracciato via

Schizzo e relazione via


Cartina

Tracciato percorso
Tracciato percorso

GPS


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beginner couloir ice climbing

vajo dei Colori

gruppo Carega 2259m

Piccole Dolomiti (Vi)

Bel canale, non difficile ma dal discreto sviluppo e qualche passaggio tecnico su misto (almeno nelle condizioni trovate).
Se lo si abbina alla salita a Cima Carega 2259m dopo la Bocchetta Mosca ne esce un itinerario grandioso ed a ragione un classico delle Piccole Dolomiti.


Apritori:

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Difficoltà:

Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

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Esposizione:

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Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:


Accesso:

Al rifugio Campogrosso 1464m parcheggiare, se la strada fosse chiusa meglio salire in circa 1 ora il ripido sentiero delle Mole (143A) parcheggiando presso il tornante prima del rifugio La Guardia (1099m).

Imboccare il 157 che in falsopiano e con lungo giro traversa prima la Pra degli Angeli e poi il Boale dei Fondi (discesa classica). 
Alla sella dei Cotorni imboccare il sentiero 158 che in breve immette nel vajo vero e proprio.


Schizzo:

da: VAJI invernali di Tarcisio Bello, Zevola,Tre Croci,Plische,Carega. 2011. ISBN:9788875261047

Relazione salita:

Partenza con pendenza sui 30-40°. Con poco innevamento si aggirano facilmente grossi massi.
Dopo circa 50m di dislivello si arriva ad un bivio, tenere l’impluvio a SX perché a DX si prende il Vajo Camosci. Dopo qualche altro grosso masso la pendenza aumenta a 45° fino ad arrivare ad un altro bivio ove una freccia rossa sbiadita indica la destra.
Il vajo pian piano si chiude a camino fino a quando si intravede l’unico vero sbarramento naturale fatto da un salto di roccia di circa 8/10m ( in anni nevosi diventa un piano inclinato di neve a 60°).
Con scarso innevamento, poco prima sulla dx prendere un canalino che porta all’attacco di un tratto attrezzato (sepolto da neve in caso di forte innevamento).
Utilizzare i fittoni per far sicura e proteggersi nel breve tratto di 20m di arrampicata di III.
Dopo questo tratto quasi verticale su roccia, c’è un lungo traverso di 30m (possibile proteggersi con altri pioli) che ci riporta sull’impluvio nevoso.
Solitamente da qui in poi si trova tutto coperto con pendenze sui 50-55° e un paio di salti più ripidi.
Il vajo termina a Bocchetta Mosca 2029m.
Tot: 3/5 ore a seconda innevamento e velocità progressione.

Ripetizione:

del 06/01/2007 compagno: Marco Bulgarelli


Cartina:


Discesa:

  • classica per il boale dei Fondi
  • volendo dare più sviluppo anche per il Pra degli Angeli

Note:

  • Macchina fotografica dimenticata, tutte le foto sono con un cellulare che nel 2007 permetteva ben poco.
  • Ricordo aver percorso tutto il vajo senza ramponi dato l’innevamento esiguo ma ottimamente trasformato, meglio però averli al seguito ed usarli al primo dubbio, soprattutto in discesa spesso con placche ghiacciate.
  • Caldamente consigliato salire a cima Carega dopo la fine del vajo. Aggiungere 1 o 2 ore alla gita a seconda dell’innevamento e progressione.

GPS:

Total distance: 14950 m
Max elevation: 2094 m
Min elevation: 1486 m
Total climbing: 1891 m
Total descent: -1937 m
Total time: 06:10:52
Download file: Wikiloc-vajo.dei.colori.gpx

Bibliografia:


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