Via corta e dallo sviluppo contorto ma che regala una roccia che non ha eguali in Piccole Dolomiti e che ricorda, a tratti, i colatoi neri della Moiazza o le verticali placche lavorate delle Pale di San Martino.
Provare per credere !
Adattissima per principianti o come concatenamento.
Attraversare la strada e prendere le indicazioni per vajo Stretto – Boale dei Vaccari. Salire diritti i prati verso la Malga e continuare lungo il sentiero entrando nel bosco e seguirlo in falsopiano verso N – NW (bolli gialli). Quando questo passa in un tratto pianeggiante prendere le indicazioni Vajo Stretto e giungere ai piedi del caratteristico canyon. Non salire i tratti attrezzati ma stare a dx sul sentiero e salire il ripido, terroso e faticoso Boale dei Vaccari. Giunti allo spettacolare anfiteatro delle propaggini del monte Cornetto si intravede già sulla dx la nostra parete dal caratteristico arco strapiombante e la sottostante placca nerastra. Tagliare in diagonale per timide tracce di sentiero e ghiaioni fino alla base. Chiodo con cordone identifica l’attacco.
In corrispondenza del chiodo con cordone entrare nella scura fessura e salire aiutandosi sulla nerastra placca a destra. Appena prima della sosta breve traversino a destra con passo appena più difficile. Sosta comoda su 2 fix
L2, 30m, IV, 1 p.sso IV+
Traversare orizzontalmente a sinistra su bella roccia scura lavorata ed ignorare un breve ed invitante strapiombino. Appena più a sinistra (1 ch) rimontare per fessura e poi per percorso tendente a sx pervenire alla comoda sosta comoda su 2 fix in una nicchia.
L3, 35m, II-III, 1 p.sso IV
Traversare orizzontalmente a destra per 2m e vincere uno strapiombino. Ora per percorso non obbligato ma dettato dalla logica salire il colatoio di terra e mughi ed appena sopra traversare decisamente a destra su mughi senza prendere quota. Si perviene su un comodo pulpito con 2 fix ed 1 moschettone adibiti per la doppia.
Difficoltà:
III, IV, p.ssi IV+ / IV+ obbl. AD+ 3L, 90m, RS2, 1 imp.
Compagni:
Ivan de Iesu, Fabio Scaglioni.
Discesa:
Dal terrazzino attrezzare una doppia da 40m e scendere prima su terreno appoggiato e poi verticale fino alla base della parete a pochi metri dall’attacco. Da qui scendere per il percorso dell’andata od altro se si vuole compiere un bel giro ad anello, oppure concatenare le altre vie lì vicino. I tempi di discesa andranno da 1h in su.
Cartina:
GPS:
Salita per il Vajo Stretto e Boale Vaccari
Total distance: 2028 m Max elevation: 1769 m Min elevation: 1297 m Total climbing: 545 m Total descent: -126 m Total time: 04:20:46
Prestare attenzione alla qualità dei cordini e dove sono infissi, è normale che col tempo, intemperie ed usura questi si logorino.
Roccia ottima, tiri simpatici e molto interessante se concatenata con …
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Il suono rassicurante dei ramponi mi attraversava. Poche volte in Appennino ero riuscito ad intaccare con così tanta soddisfazione la neve invernale.
Il lago Santo tra le nostre caviglie era già piuttosto lontano ma il suo speculare candore sembrava dare luce a questo ombroso canale. Ma forse era solo il riverbero di una alba vicina che si intuiva dall’accendersi dei candelotti di ghiaccio, sopra le nostre teste. Poco sotto quello che percepivamo essere il termine.
Alcuni passi sulle ben ferme mani prolungate nelle becche e ci ritroviamo in una quinta glaciale, degna di qualche goulotte nelle occidentali.
Lo stupore è forte e ci giriamo intorno più volte per fissare quei riflessi. Qualche zolletta di ghiaccio sul casco ci riporta alle intenzioni e filato l’unico tiro di corda, dopo settanta metri siamo fuori, in quel pieno sole di profumo primaverile, che fino a poco prima percepivamo solo.
Tutto diviene nel solito senso e sensazione:
Natura, primordiale ed originale natura.
Con me ed il mio compagno che ne chiediamo un poco da respirare e portare giù.
Un fittone si pianta facilmente nella neve dalla epidermide gelata e recupero la corda senza fretta. Mirko impiega fin troppo poco tempo per togliere le tre protezioni disposte: una vite da ghiaccio che al parcheggio volevamo lasciare perché “Tanto in Appennino le viti non servono!”, un chiodo piantato per metà ed un altro trovato in loco, segno di svaghi passati e lasciato a sicurezza per i futuri.
La partenza all’alba ci dona ancora solitudine in questo angolo sopra la pianura padana. Si scruta intorno solo neve ghiacciata e modellata dal vento. Le piogge dei giorni passati ed il forte gradiente termico hanno cancellato ogni segno antropico ed ancora più grande è il dono di passeggiare su queste creste con l’illusione effimera di essere i primi, i soli.
Con poche parole ci concediamo il lusso di prolungare questa esperienza, capiamo entrambe che il momento ha la sua piccola magia e vogliamo solo dilatarlo il più possibile.
E’ per questo che scendiamo, senza voler scendere, verso il Rondinaio, rinunciando senza rimorso alla più logica e veloce via normale.
La cresta invernale sul crinale l’avevo già affrontata anni fa in salita e complice le condizioni trovate quest’anno ed un po’ di ricordi offuscati, ammetto si è rivelata più delicata del previsto. In particolare per evitare del misto poco proteggibile, dato il cavo della ferrata sepolto, abbiamo aggirato i balzi rocciosi dell’Altaretto con una esposto traverso a SW affrontato con lucidità ma anche in apnea.
Poco dopo la vetta del Rondinaio era sotto di noi e nulla ormai potevamo inventarci per rimandare la discesa.
Ad ora di pranzo eravamo già all’auto, sazi di una giornata dal sapore alpino che ci ha permesso di godere di quell’alpinismo fatto di grandi classiche, alla portata di tutti, che
tanto sa donare a chi piccolo ci si avvicina.
2010 AAA … Attrazione per Alpinismo in Appennino
Accesso:
P nell’ampio spiazzo del parcheggio del lago Santo a circa 1450m (4€ intera giornata oppure un poco più a valle gratis)
Assicurarsi preventivamente della percorribilità della strada di accesso da Pievepelago -> La Borra -> Le Taglioleche in caso di abbondanti e recenti nevicate potrebbe essere di difficile accesso anche con le catene.
Relazione:
Dal P salire al rif. Vittoria e stare bassi sulla dx (viso monte) sul sentiero 529 costeggiando il lago Santo in direzione N-W passando i rifugi fino alla sua punta a nord. Lì abbandonare il sentiero e sempre costeggiando il lago dirigersi verso un evidente impluvio nevoso tra 2 quinte rocciose. Questo è il nostro canale e dopo un primo tratto a debole pendenza sui 1600m prende un po’ di verticalità sui 50/55° solitamente su buona neve trasformata, qui conviene legarsi. Il canale sopra si restringe ad estetica goulotte che con ripida salita (sosta con chiodi a sinistra sotto una sporgenza rocciosa) supera la strettoia, spesso di ghiaccio vivo (55/60° utili viti). In caso di poco innevamento ci potrebbe essere un breve passo di misto M3 sui 60/70°. Sopra la pendenza diminuisce ed in breve si raggiunge la cresta Nord, seguendo la quale, con logico percorso verso sinistra SUD si tocca la vetta del Giovo sovente verglassata a meringa.
croce del monte Giovo
Sotto la croce del Giovo con vista sul Tirreno, golfo di La Spezia ed Apuane
Traversata e Discesa:
Si segue il crinale 00 stando sul lato toscano ed in direzione SUD abbassandosi dapprima sulla Grotta Rossae poi sull’Altaretto ove si usano i tratti attrezzati o, se sepolti dalla neve, si va in piena parete sud ( pendenze 40/45°) fino alla sella della Porticciola1903m che qui regala una splendida visione della cresta e versante nord, fino al m. Rondinaio. Stando sempre sul crinale si scende ad una sella e poi in breve si raggiunge la cima del monte Rondinaio 1964m con altro magnifico belvedere sulle cime circostanti ed orizzonte. Per tornare al P si scende per percorso non obbligato sul sentiero 523 in direzione del lago Baccio puntando a costeggiare la sua sponda sx e poco dopo tramite il 519 si giunge al parcheggio.
Per attaccare dal lago Santo, per dare un po’ di pepe alla salita, abbiamo salito una goulottina di 15m che si era formata a sx della rampa di accesso classica. Altre linee di misto e più difficili sono possibili ancora alla sx e che depositano sulla Borra dei Porci dove poi occorre riattraversare verso DX per ritrovare suddetto canale.
Assicurarsi del bollettino valanghe aggiornato ed evitare di partire tardi. Il canale è soggetto a slavine anche di notevole dimensione.
In inverno artva, pale e sonda deve essere parte della N.D.A. (Normale Dotazione Alpinistica)
La scivolo sotto al Rondinaio verso il lago Baccio è facile ma sovente verglassato ed infido. Tenere i ramponi e la picca in guardia.
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Un caffè
5€
10€
Gallery:
Gallery del 18/12/2021:
Salita canale Centrale:
Cresta Giovo-Rondinaio:
Gallery del 27/02/2010:
Clicca su pag.2 per vedere le foto della salita del 2010.
Ottima vietta per iniziare i primi passi da capocordata. Ad oggi forse la più facile delle Piccole Dolomiti ma pure con una roccia lavorata e solida come non si trova in altre parti del gruppo.
Attraversare la strada e prendere le indicazioni per Falesia Montagna Viva. Salire diritti i prati e passare una caratteristica barriera in legno per le mucche. Continuare lungo il sentiero entrando nel bosco e seguirlo (bolli gialli) alcuni minuti. Quando questo passa in un breve tratto pianeggiante abbandonarlo e seguire la traccia che orizzontalmente (ometti) e dopo un centinaio di metri, porta direttamente all’attacco. Tre cordoni su clessidre ben visibili. (
15 min dal parcheggio
Foto via:
Tracciati elaborati su foto di www.verticalage.blogspot.com
II, III, p.ssi IV / III obbl. PD+ 7L, 130m + 50m trasf, R1, 1 imp.
Compagni:
Anna Tusini
Gea e Mephisto (altra cordata)
Discesa:
Dalla cima (libro di via dedicato solo a questa via) attrezzare una doppia da 25m su cordoni e maglia rapida (controllare!) e scendere leggermente verso sx (viso a monte) lungo l’ultimo tiro fino a pervenire nella sella terrosa, poco sotto la penultima sosta. Da qui salire una decina di metri seguendo la traccia nel bosco (ometti) che dopo 2 min porta nel Vajo del Tricorno. Percorrere il sentiero di discesa che riporta comodamente al parcheggio 15/20 min esclusa la calata
Cartina:
GPS:
Total distance: 205 m Max elevation: 1288 m Min elevation: 1242 m Total climbing: 0 m Total descent: -46 m Total time: 00:05:37
La sosta del primo tiro su mugo muove. Consiglio farla appena sopra.
Prestare attenzione alla qualità dei cordini e dove sono infissi, è normale che col tempo, intemperie ed usura questi si logorino. Vie così facili e prive di esposizione sono un ottimo banco di prova, per cordate neofite, proprio per provare ad attrezzare in modo autonomo le soste e protezioni intermedie.
Siccome la via si presta ad essere percorsa con scarpe da avvicinamento, curate la pulizia della suola pena vanificare in breve il lavoro di pulizia degli apritori.
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Quinta via nata al Sassomorello su quella che era un’altra linea naturale della parete ad una prima osservazione dal basso.
Partenza facile su placca compatta con singolo tecnico. Rimontare S1 non è altrettanto facile e poi traverso tendente a dx alla ricerca della roccia più divertente.
Giunti alla base di un corto ma estetico diedro lo si sale solo tramite protezioni classiche od integrando facilmente con friends e nuts.
Di conserva fin sotto ad una ultima placca che ci permette di sbucare direttamente in cima, sulla croce e goderci, semmai, un inaspettato tramonto.
Una via esplorativa con qualche bel passaggio nel solito ameno paesaggio del Sassomorello (link).
Per mezze giornate spensierate o dal meteo incerto, anche e soprattutto nelle terse giornate invernali, evitare l’estate.
Ottima per cordate neofite o fresche di corsi che vogliono cimentarsi nelle manovre senza l’ingaggio ed esposizione di una vera parete.
Apritori:
N.Bertolani ed Anna Tusini dal basso (gennaio 2020)
Accesso:
dal BASSO:
da Nord:
Sulla Provinciale 21 tra Serramazzoni e Prignano (MO) scendere per una stretta svolta sulla via Casinatenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante tenere a dx la via Bertoni e parcheggiare appena prima di una svolta a sx di 90° e di un ponticello.Link al P con google maps.
da SUD:
(consigliato per i romantici siccome regala una bella visione d’insieme della parete dal basso) Indicazioni Gombola(MO), passato il bel paese con vista sul borgo (fermatevi) si tiene laviaValrossennafino al bivio nei pressi dell‘abbandonato ponte romano Cervaro (link) Lì imboccare la via Badaglia tenendo indicazioni per agriturismo Sant’Anna. Dopo qualche tornante diviene via Bertoni e la vista si apre su una magnifica vallata con ruderi e la rocca del Sassomorello che domina in alto. Parcheggiare appena dopo una svolta a 90° che passa su un ponticello. Link al P con google maps. Dal P: 5 min tot.
dall’Alto:
(consigliato se dopo si vuole concatenare con Antenna 1 Rock station, provare alcuni monotiri od anche solo rinfrescarsi e mangiare qualcosa all’ombra su comode panchine).
Parcheggiare nel borgo di Sassomorello tra la chiesa di San Bartolomeo (link approfondimento) ed i cassoni della differenziata. (link a P su google maps). Seguire per 30m verso S la strada principale via Don Luigi Spallanzani che diviene strada bianca e scende verso W. Percorrerla con vista sulle pareti ed il bel borgo di Sassomorello sempre in bella mostra, fino al limite di una casa ove una palina CAI indicherà andare sulla dx (direzione SUD). In falsopiano seguire una traccia che poi scende fino ad una zona paludosa (palina CAI) ed in breve si è sotto alla parete principale ove si passa un rigagnolo di fonte (attacco via Maschera della Morte Rossa). Stare sul sentiero e poco dopo si lascia sulla sx la via Chi Trova un Amico trova un Tesoro. Poco dopo un allevamento di api si sale per sentiero fino alle altre vie (ometti) Il Bucato, Colpo di Calore, Tramonto Inaspettato. Dal P: 15/20 min tot.
Attacco:
Risalire per esile traccia il prato a SX del torrente (viso a monte) puntando ad una catasta di sassi che si aggira appena a SX (ometto). Per percorso non obbligato ma dettato da qualche tronco secco che da la direttiva, fino alla base di uno speroncino roccioso (via Il Bucato, targhetta visibile). Appena prima svoltare orizzontalmente a SX (viso monte) quasi alla base della parete e seguirla (ometti) per un centinaio di metri in falsopiano fino a che si è in corrispondenza di una evidente placca nera appoggiata. Alla base, nel punto di maggior sviluppo si trova l’attacco con targhetta. Tot: 10/15 min
Scheda:
RELAZIONE (ITA)
Itinerario
via del Tramonto Inaspettato
prima salita
gennaio 2020: N.Bertolani, A.Tusini dal basso
Zona Montuosa
Appennino Tosco Emiliano
Sottogruppo
Prignano sul Secchia
Settore / Parete / Cima
Sassomorello
Stato
Italy
Località di Partenza
Parcheggio
Cà Bertoni 580m(MO)
Sentieri utilizzati
via Spallanzani
Punti d’appoggio
bar Katia
Acqua
sì, nel lato W della chiesa
Dislivello avvicinamento [m]
+ 30 m
Dislivello itinerario [m]
60 m circa
Sviluppo itinerario [m]
170
Quota partenza [m]
580
Quota arrivo [m]
670
Tipologia itinerario
RS via misto sportivo/classico in ambiente collinare
Attaccare la placca verticalmente al primo spit per terreno elementare che però verticalizza al primo resinato. Passarlo con breve passo tecnico (4c) che purtroppo finisce subito. Salire la facile placca a blocchi fino alla comoda sosta situata alla DX di uno strapiombino. (1 resinato + 1 ch)
L2
20
5a, I
1 fix
Vincere con movimento atletico un singolo passo in strapiombo, magari aiutandosi con il tronchetto di sosta. Sopra il terreno si abbatte e diviene elementare. Ignorare la pianta con cordino (utile per ritirata in doppia) e con andamento verso DX approdare alla base di un piccolo anfiteatro roccioso ( visibile sopra 1 ch in fessura di L3). Attrezzare comoda sosta su albero sotto al piccolo anfiteatro.
L3
20
III+, II, I
1 ch, 3 fix
Alzarsi nello strapiombino in corrispondenza del chiodo (III+), dopo di che si traversa sul bordo superiore dello stesso (2 fix) fino ad approdare a comoda cengia ed un grosso masso staccato (1 fix). Salendo ancora qualche metro fino a che si perviene alla base di un solido diedro ove si sosta. 1 fix + 1 resinato di sosta.
L4
10
4a, III
2 fix + cordino
Immettersi nel diedro con bel movimento e rinviando il suo bordo sx superiore (fix). Ora stare bassi in parete traversando su roccia ed aggirando un piccolo spigolo (fix) e poi per terreno elementare (cordone bianco su pianta) fino a pervenire ad una sosta su pianta alla base di un estetico diedro. Sosta attrezzata su pianta con cordone.
L5
15
V, IV+, II
2 ch, 1 fix
Inserirsi nell’invitante diedro ascendente con tecnici movimenti (2 ch). Usare il fondo fessurato per integrare eventualmente con friend #0,5 e #1 oppure nuts e poi portarsi in placca sulla dx. In breve si perviene al suo termine e si traversa in orizzontale a sx (1 fix) per giungere sulla comoda cengia. Si attrezza la sosta su 1 golfare + 1 fix (libro di via).
trasferimento
80
Trasferimento. Tenere la DX e camminare su pendio erboso in direzione della croce di vetta (1 cordone su albero in comune con l’uscita della via del Bucato e Colpo di Calore). Dopo un breve gradino roccioso, in corrispondenza di un ometto, tenere la SX puntando ad un alto cordone bianco su albero, ma soprattutto ad una placca fessurata più o meno a perdendicolo con i balconi delle costruzioni sommitale. Pentagono di marmo bianco alla base. 80m su terreno elementare
L6
30
4a, 4c, II
3 fix
Salire la lichenosa placca fidandosi dei piedi con bei movimenti (2 fix). Puntare ad una fessura (utile friend #1 e #2) che si vince sulla sua DX su un blocco in apparenza staccato, fino al terzo fix. Traversare ora orizzontalmente su terreno elementare aiutandosi con la recinzione (utili cordini) e puntando alla evidente croce ove si attrezza la sosta.
sviluppo arrampicata
120
m
sviluppo totale
200
m
gradazione
II, III, IV, 2 passi 5a (4c obbl), RS2, AD+, 2 imp.
Discesa:
A) Scendere dalla croce e passare per il piccolo borgo (! proprietà privata, evitare schiamazzi). Dopo poche decine di metri in direzione della strada principale, appena dopo un rudere parte una strada bianca a sx, via Don Luigi Spallanzani. Percorrerla scendendo fino ad una casa. Sulla dx vi si trova una palizzata come traccia di una antica carrozzabile (bollo CAI). Ora si è in vista della parete W con sempre il borgo di Sassomorello in bella mostra. Scendere ancora fino a che al termine dei paletti di recinzione non si incrocia una carrareccia abbandonata e spesso paludosa (palina CAI). Qui girare a sx in direzione N ed in vista della base della parete. In breve la strada diviene sentiero, passiamo prima un rigagnolo di fonte (attacco via Mascherata della Morte Rossa) e dopo un allevamento di arnie. In breve ci riconduce alla strada del P. 20 min tot.
B) discesa in doppia sconsigliata ma possibile da S1 e prima di S2 dalla pianta attrezzata con maglia rapida.
La via è una “brutta via” ma penso possa donare a cordate neofite o fresche di corsi la possibilità di cimentarsi su 6 tiri di corda, una progressione in conserva, muoversi sul facile ma friabile ed il tutto in un contesto di pace ed isolamento che si fatica a trovare in molti ambienti “alpini”
Prestare attenzione a qualche blocco instabile e lama staccata, occorre acuire la sensibilità di piedi e mani su questa roccia.
via concatenabile con le altre limitrofe oppure con maggiore logica ad Antenna Uno Rock Station( link) In quest’ultimo caso, dopo che si è arrivati in croce, occorre scendere per la mulattiera tra la chiesa e le case tralasciando sulla SX la falesia, fin quasi alla corda fissa che scende dal cimitero. Valutare in questo caso il P nei pressi del cimitero (link al P) e poi attaccare scendendo la via Spallanzani (discesa A)
Un sito come questo costa circa 250€ all’anno di solo hosting, antivirus ed aggiornamenti plug-in. Il tempo e passione non li monetizzo certo ma questo sito è online da 20 anni circa e quindi i conti sono facili. Dona per lo sviluppo del sito e permettermi di togliere questa odiosa pubblicità. Anche un caffè fa la differenza, mi fa capire che apprezzi il mio lavoro. G r a z i e !