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climbing relazioni rock climbing Sport Climbing Tessari val d'Adige

le Nebbie di Avalon

settore “Bastionate di Tessari”

dorsale del Cordespino 450m

Tessari  (VR) – Italy

Nel 2005 con Guido Girardini e Lodovico Gaspari decidiamo di aprire una via nuova sulle Bastionate dei Tessari a sinistra di “Danza Celtica”, aperta dal sottoscritto con Emanuele Perolo nel 1999.
Come sempre, quando si apre dal basso, la linea di salita non coincide mai con quella tracciata dagli occhi, ma metro dopo metro troviamo il percorso tra gli strapiombi generosi che ci lasciano entrare in un lungo diedro appoggiato e con una roccia superba.
Con uno spostamento su una cengia evitiamo una parte sporca poi con altri tre tiri usciamo sulla sommità.
In lontananza si fanno vedere le umide nebbie della pianura che si fanno strada tra le pareti della Chiusa di Ceraino e in un batter d’occhio tutta la valle viene avvolta da questa coltre bianca.
E’ inevitabile farsi suggestionare da questa scenografia, mancano soltanto i cavalieri della tavola rotonda.

Beppe Vidali da Arrampicare in Val d’Adige, 56 vie Moderne, Sergio Coltri e Giuliana Steccanella, 2018

Dopo un mese di stop forzato da un leggero trauma mi decido a rimettere piede nelle scarpette. E’ troppo il desiderio di respirare un po’ di natura in compagnia di amici.
La prima ipotesi di una corta via iniziatica su comode staffe sfuma il giorno prima e quindi mi propongo come gratuita zavorra ai miei due forti amici Ivan e Dario. Non vorrei essere loro di peso o limite e quindi lascio decidere a loro la via senza opporre resistenza. La scelta sarà lungimirante.
Gran bella via, in una parete solare ma con uno sviluppo ed andamento alpinistico. Tutta dalle retrovie, mentre osservo quasi ammirato la bravura dei miei compagni, mi appenderò non poche volte, azzererò l’ultimo tiro e gemerò un numero indefinito di volte.
Loro lo sanno bene ma in questa impacciata e goliardica progressione guadagniamo la dorsale del Cordespino con un tramonto che non lascia posto ai dubbi.

Siamo nel posto giusto, al momento giusto.

Giù svelti però … che ci aspetta la Gigia!


Apritori:

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Difficoltà:

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Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

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Esposizione:

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Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:


Descrizione:

Ai Tessari non c’è solo il Trapezio o la Roda del Canal ma a ben guardare le strutture più meritevoli, già dal basso, risultano essere le Bastionate che si raccordano, con logica alpinistica, alla dorsale del Cordespino.

Qui Beppe Vidali in primis ha tracciato alcuni itinerari che poco o nulla hanno da spartire con gli altri in zona, ed anzi si accomunano più a vere piccole gemme alpinistiche in fondovalle.

Ci troviamo su un itinerario sportivo e protetto ottimamente sia nella progressione che soste, si lascia al parcheggio il patema dell’ingaggio per concentrarsi sul solo piacere del gesto arrampicatorio e qui ce ne è davvero tanto.

Altra piccola perla della val d’Adige, con i due tiri finali merita di divenire una classica se non altro per la gioia della visione che si gode dall’ultima sosta.

Grazie Beppe, grazie LAAC, grazie a tutti quanti ci mettono energia, tempo e passione in favore di altri.

Non era originariamente questo, lo spirito natalizio ?


Accesso:

Da SUD: Casello Affi, indicazioni in rotonda per SS12 Verona, Rivoli, Sant’Ambrogio Valpolicella. Montare su SP11 e passare Rivoli senza entrarci, al semaforo scendere a dx direzione Brentino Belluno, Trento. Passare nella bella porta fortificata di Austriaca memoria ed i paesini di Zuane e Canale. Attenzione alla indicazione Tessari a sx ed appena passato il cavo Biffis, voltare a sx e parcheggiare qui nel ampio spiazzo (proprietà privata, siamo educati). Tranquilli anche se trovate parecchie auto saranno quasi tutte destinate al Trapezio oppure alle recenti proposte alla Roda del Canal.


Attacco:

Salire l’ampio sentiero CAI che parte appena prima dello spiazzo costeggiando il vigneto. Ad un bivio a sx tenersi sul principale fino a passare le indicazioni a dx per il settore del Trapezio. Salire ancora qualche tornante ed ignorare una biforcazione che si stacca a sx direzione S. Dopo un ampio cono franoso, in bellavista delle pareti ormai vicine, notare una debole traccia che si stacca a sx e prenderla. Dopo pochi minuti di sentiero più ripido in mezzo alla vegetazione (targhette metalliche S8, SC e qualche ometto) si giunge nei pressi della scritta New Age che indica l’ultima via del settore a N. Noi dobbiamo andare in direzione opposta e salendo ancora brevemente saremo alla base di una assolata ma repulsiva conca strapiombante.

Qui attacca la via, targhetta 1 e nome alla base. 20/25 min dal P.


Schizzo via:

© Beppe Vidali, che ringrazio per la cessione.

Relazione salita:

tiromDiff.Descrizione
L1256a+, 6b, 6aParte subito atletica su strapiombini ben ammanigliati. Poi placca con breve diedro per guadagnarsi la sosta. S1 comoda su catena.
L2405c, 6aDritti per placca e poi a cercare un diedro che a metà ha un passo più tecnico. In corrispondenza di una pianta prestare attenzione al friabile. S2 su catena (ev. doppia)
L3254aTraversare orizzontalmente a sx per terreno facile fino ad abbassarsi su una comoda cengia erbosa alla base di un muro. S3 comoda.
L4206b,6b+Su per verticale e tecnico muro. Prendere una lama che porta alla dx di un arbusto sopra il quale di sosta appesi. S4 su catena.
L5256b+,6bAncora sul muro con atletici movimenti in strapiombo, poi più facilmente fino ad una tecnica placca finale da vincere prima della sosta. S5 su catena. (ev.doppia)
L6156a+, 5cA dx su tecnica placca e poi più facilmente tornando a sx su terreno più friabile e sporco (! Attenzione a chi sta sotto) Sosta su lapide che era la fine della via prima della integrazione. (ev.doppia)
trasf25Icamminare in falsopiano verso sx fino a portarsi alla base di uno scudo grigio che termina in un evidente ed invitante diedro giallo
L7455b, 6a, 6a+Su per la placca adagiata che verticalizza in direzione dell’evidente diedro giallo. Una volta sotto cercare di salirlo un po’ sul pilastro ed un po’ a diedro. Verso la fine passo più difficile. Allungare protezioni sotto e portarne 15. Sosta comoda su cordoni sopra il pilastro. (ev.doppia)
trasf20Iper bosco fino a portarsi alla base di uno scudo grigio sormontato da tetto con volta ad arco, ed odoroso grottino alla base che funge da talamo per la fauna.
L8206a, 6b, 5aSu per placca e poi con evidente movimento a sx fino a vincere una liscia e tecnica sezione. Appena sopra più facilmente si passa la fune metallica e poi passando delle marmitte si sosta su lapide a spit a pochi passi dal sentiero.
sviluppo260  
tot arrampicata215m 
Generale6b+(6a+ obbl.), S1+, II

Discesa:

  • Salire e trovare appena più a W il sentiero del Cordespino che porta al forte di San Marco, dopo alcune centinaia di metri, quando si biforca tenere a sx direzione E val D’Adige e quindi scendere dapprima parallelo al crinale e dopo direttamente nel bosco (bolli VIOLA)
  • A ritroso dalla via con 5 calate in corda doppia, le prime due evitabili per sentiero sommitale. Una volta arrivati ad S6 (la fine della via prima della integrazione del 2018), una calata di 20m, poi una da 45m, traverso a sx faccia valle e poi ultima da 60m. ( soluzione non sperimentata)

GPS:


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Compagni:

ripetizione del 22/12/2018 (solo secondo cordata) con: Dario Sacchetti, Ivan de Iesu


Note personali:

  • Via diversa dalle limitrofe e che malgrado la vicinanza al paese e la bassa quota, da qualche veduta e sapore di ambiente. Bellissima l’uscita sulla dorsale del Cordespino con vista sul forte di San Marco, la conca di Caprino e lago di Garda.
  • Colazione abbondante dalla Miki e birra con piada post arrampicata dalla Gigia, fanno parte integrante dell’esperienza arrampicatoria Brentiniana. Buon divertimento!
  • 2005 ad opera di: Beppe Vidali, Ludovico Gaspari, Guido Girardini.
    2018 ultimi 2 tiri ad opera del solo Beppe Vidali

Meteo:


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Brentino Pala del Boral relazioni rock climbing Sport Climbing val d'Adige

Vuoti d’Aria

Pala del Boral

Monte Cimo – Brentino (VR)

Apritori:

Beppe Vidali, Emanuele Perolo, 1999

Ogni tot uscite occorre dare libero sfogo a Claudio che ormai in mia compagnia ha dovuto abbandonare la sua naturale abitudine di: “duro, fatto bene e veloce”.

Io sono della scuola opposta: “ci si prova, insomma e lento”.

Su una via sportiva come questa ne esce una giornata goliardica dove tiro fuori la staffa al secondo fix e la tolgo solo all’ultimo tiro. Anche Ivan sembra accondiscendere a questa “giornata di sfogo” e come da migliori previsioni accendiamo la frontale solo in discesa, per un soffio.

Via molto appagante per chi ha il grado in libera, per me una mezza prova di forza. Il vicino “Spigolo IV Sole” me lo ricordo un grado secco più abbordabile.

Solito panino, birra e risate dalla Gigia 


Accesso:

P sulla strada nei pressi del cimitero di Brentino (occhio ai furti), percorrere la strada direzione S fino alla fine del vigneto e poi per traccia ripida verso W dapprima su ciotoli e poi nel bosco. Attenzione al raccordo con le Pale Basse (Mamma Olga) salire ancora e non traversare. Poco dopo si incontra una breve fascia rocciosa che si supera con 2 corde sul posto (terreno friabile, rimanere o vicini od al riparo fuori dalla verticale). Dopo 30/40 min si arriva al secondo raccordo alla base della Pala del Boral, a SX si accede al Sass de Mesdì mentre noi andiamo a DX traversando senza prendere quota alle varie vie del Boral.

Questa è la 11 ed attacca appena a sx dello Spigolo del IV Sole.

Tot 50 min / 1h


Relazione:

Difficoltà:7a+ max (6b obbl)
Proteggibilità:S1+
Impegno:II
Sviluppo:205 m
Tiri:7
Attrezzatura:NDA,  12 rinvii
Esposizione:E -SE
Tipo di roccia:calcare
Periodo consigliato:primavera, autunno ed inverno
Tempo salita:circa 3.5h
Bellezza:***
Apritori:Beppe Vidali, Emanuele Perolo, 1999
Riferimenti bibliografici:Arrampicare in Val d’Adige – Monte Cimo
Tra il lago e il fiume, 2007 | Coltri S., Vidali B.,
Monte Baldo Rock | Cristiano Pastorello, Eugenio Cipriani – Vers SUD 2014
Cartografia:Kompass, foglio 102, Lago di Garda – Monte Baldo, scala 1:50.000

Schizzo:

via Vuoti d’Aria da Monte Baldo Rock

Descrizione dei tiri:


Compagni:

Ivan de Iesu + Claudio Bassoli


Discesa:

  • Salire qualche metro fino a tracce di sentiero che poi con andamento verso N in falsopiano conducono allo scosceso boschetto che tramite qualche fissa e pianta riporta alla cengia basale alle pareti. Da qui a ritroso fino al P. Ore 1

GPS:


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Note:

  •  

Bibliografia:


Altre vie nei dintorni:

Castel Presina 8 8val d'Adige 46 46

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Brentino relazioni Sass de Mesdì Sport Climbing val d'Adige

Te lo do io il Verdon

Sass de Mesdì

Monte Cimo – Brentino (VR)

A sentire Sergio Coltri il nome è presto detto. Dopo che ha arrampicato nelle “Gorges” una volta ritornato in patria ha ritrovato la stessa unicità di roccia, movimenti e vuoto proprio sotto a casa sua.

Arrampicata di gran classe ed assolutamente da guadagnarsi metro per metro, l’obbligatorio abbastanza basso e lo sviluppo modesto non dispensa dal considerare comunque questa via impegnativa per il consueto climber del fine settimana. Ma qui siamo nel reame dell’arrampicata Veronese ed anzi, mi sento di allargare a tutta l’Italia.


Cosa facciamo per il 25 aprile?
Voglia di roccia è tanta, in quota ancora troppa neve, in valle del Sarca e limitrofe c’è il rischio di trovare la fila sulle vie alla mia portata e fila pure al ritorno, in strada.
Perché non andare a Brentino?
Guardo e riguardo la guida, ormai sbiadita dalle numerose e frequenti consultazioni, breve giro di mail ed sms ma la meta, che io adoro, ahimè non pare trovare corrispondenza nei soliti compagni di merenda.
Per fortuna che mi risponde Claudio, lo sento carico da subito e mi dice qualche nome di vie che volevo ripetere, ma per timore o mancanza di compagni, non avevo ancora messo in programma e settato la testa di conseguenza.
So già sarà una lunga giornata.
Claudio trova anche “Zanna”, che monterà su senza farsi troppo pregare.
Il timore si trasforma in paura.
Io scettico chiamo Davide, immagino già non verrà e poi ormai vive i mesi invernali con gli sci nel letto, ma fare cordata con lui è sempre bello ed istruttivo.
“Sono stanco, ma mi piace questa rimpatriata, ci sono !”
Ecco è fatta, sono finito !
La paura si trasforma in terrore.
Potevo starmene buono e bollire tutta la serata e nottata nel mio brodo ma no, preso da masochismo di alto livello, non solo accetto la roulette russa ma alzo pure la posta in gioco:
“E se provassimo Te lo do io il Verdon, me ne hanno sempre parlato come una delle più belle vie sportive su roccia spaziale, e poi il mio amico Piè l’ha ripetuta da poco e ….”
In men che non si dica il tarlo Verdoniano era entrato nelle mente del diabolico Claudio, la mia sorte era segnata, anche per mano mia.
Vado a letto presto.
So già sarà una lunga giornata.
La mattina mi sveglio, insolitamente tardi per affrontare una via del genere, ed un messaggio di Davide mi gela la tazza, lascio a voi indovinare quale tazza
“Porta le staffe”
Sarà una lunga, lunga, lunga ma veramente lunga giornata !

p.s.
La via è magnifica e merita la fama che ha, senza i miei tre compagni dubito sarei riuscito a percorrerla mai, quindi oltre a ringraziarli la morale è:

Credere nelle lunghe giornate !


Accesso:

P sulla strada nei pressi del cimitero di Brentino, percorrere la strada direzione S fino alla fine del vigneto e poi per traccia ripida verso W dapprima su ciotoli e poi nel bosco. Attenzione al raccordo con le Pale Basse (Mamma Olga) salire ancora e non traversare. Poco dopo si incontra una breve fascia rocciosa che si supera con 2 corde sul posto (terreno friabile, rimanere o vicini od al riparo fuori dalla verticale). Dopo 30/40 min si arriva al secondo raccordo alla base della Pala del Boral, a SX si accede al Sass de Mesdì che tramite qualche sali e scendi adduce alla base dell’impressionante placca con tetto ciclopico del settore. Qui occorre prendere una esile ed esposta cengia erbosa verso S (passi II) che orizzontalmente ci conduce all’attacco [1].

Tot 45 min / 1h


Schizzo:

-coming soon-


Relazione:

Difficoltà: 7a max (6b obbl)
Proteggibilità: S1+
Impegno: II
Sviluppo: 165 m
Tiri: 5
Attrezzatura: NDA,  12 rinvii
Esposizione: E -SE
Tipo di roccia: splendido calcare
Periodo consigliato: primavera ed autunno
Tempo salita: circa 4h
Bellezza: *****
Apritori: S.Coltri & amici, anni ’90
Riferimenti bibliografici: Arrampicare in Val d’Adige – Monte Cimo
Tra il lago e il fiume, 2007 | Coltri S., Vidali B.,
Monte Baldo Rock | Cristiano Pastorello, Eugenio Cipriani – Vers SUD 2014
Cartografia: Kompass, foglio 102, Lago di Garda – Monte Baldo, scala 1:50.000

Compagni:

Davide Caiumi.

Claudio Bassoli & Andrea Zanotti in altra cordata.


Discesa:

  1. Usciti dalla via si tiene per tracce di sentiero esposto in direzione N fino ad incrociarne una possibilità di discesa verso DX (Ovest), visibile targhetta S5 CD↓.  Per rami e gradoni si perviene in breve al pulpito sommitale dove escono le vie della placconata (Desiderio Sofferto, Ladro Bagdad, ecc..). Con bellissima vista sul ciclopico tetto, da li con 3 doppie fino alla base e poi a ritroso fino al parcheggio. Tot 1.5/2h a seconda della velocità nelle manovre.

GPS:


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Note:

  • Attenzione che arrampicare su queste vie crea dipendenza, dopo si diverrà molto più esigenti e schizzinosi con tutto il resto. Valle del Sarca compresa!
  • anche se sportiva è richiesta però un minimo di esperienza alpinistica per le doppie e la ritirata è problematica dopo L3 siccome esegue molti traversi sopra strapiombi.

Bibliografia:


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Brentino rock climbing Sass de Mesdì Sport Climbing val d'Adige

Anche per te

Sass de Mesdì

Monte Cimo – Brentino (VR)

Note Storiche:

La via “Anche per te” … a dire il vero la mia memoria comincia a vacillare e nella mia mente è rimasto gran poco.
Ricordo solo le sfacchinate fatte nei vari approcci risalendo le corde fisse e in una delle quali avevo sulla mia sinistra un giovane Daneri che stava aprendo la “Bruce Springsteen”.
Ci scambiamo le nostre impressioni sulle rispettive vie e ognuno continuò per la propria strada.
Arrivato a quello che è il penultimo tiro, appena uscito dal tratto strapiombante, mi si presentò una magnifica placca esposta, all’apparenza blindata!
Fu per me il tiro che mi diede più soddisfazione di tutti gli altri della via. Riuscii a superarlo in completa arrampicata libera e dal basso.
Con enorme sorpresa la placca liscia presenta gocce e tacche, all’apparenza non visibili, poste per incanto dove servono e che mi hanno dato la possibilità oltretutto di fermarmi per piazzare le protezioni e che con andamento destra-sinistra fa guadagnare il facile tiro finale.
Un ricordo invece indelebile è stata la massacrante discesa a valle con uno zaino da 70 litri, strapieno contenente tutte le corde fisse lasciate in parete più: trapano, martello, chiodi, rinvii, friends, dadi ecc…
Il tutto non ci stava dentro, perciò tre corde le avevo posizionate sopra lo zaino.
Mi era ritornata in mente la foto di Kaspar Ochsner mentre scendeva anche lui con uno zaino enorme dal Wendenstöcke .
A parte gli scivoloni con varie cadute e la schiena a pezzi, altri ricordi non ne ho.
Ti giro una foto di una ripetizione all’uscita del traverso in placca del quarto tiro su delle magnifiche gocce!

Sergio Coltri
Matteo Vianini sul quarto tiro.
Kaspar Ochsner

Apritori:

Sergio Coltri in solitaria e diverse riprese, terminata il 24 dicembre 1987.


Accesso:

P sulla strada nei pressi del cimitero di Brentino (a volte segnalati furti), percorrere la strada direzione S fino alla fine del vigneto e poi per traccia ripida verso W dapprima su ciottoli e poi nel bosco.
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Tot 45 min / 1h


Relazione originale 1987:

su gentile concessione di Sergio Coltri

Schizzo:

n°12 via Anche per te
su gentile concessione di Beppe Vidali, da “Tra il lago ed il fiume”
su gentile concessione di Sergio Coltri

Descrizione tiri:


Discesa:

Soluzione A:

Usciti dalla via si tiene per tracce di sentiero esposto verso S e ci si porta sul una piazzola dove esce la Desiderio Sofferto.
Da lì con 3 doppie da 40m non obbligate utilizzando le numerose soste sulla parete, ma stando leggermente a SX (viso monte), si giunge alla base della parete.
A ritroso fino al raccordo e poi giù fino al parcheggio.
Tot: 1/1.5 h a seconda della velocità nelle manovre.

Soluzione B:

Usciti dalla via si tiene per tracce di sentiero esposto in direzione N fino ad incrociarne una possibilità di discesa tramite flebili tracce verso DX (Ovest).
Per rami e gradoni si perviene in breve alla cengia di attacco alla base della Pala del Boral. Di qui a ritroso verso S si perviene al raccordo tra la Pala del Boral ed il Sass de Mesdì e quindi si scende per sentiero evidente.
Tot: 1/1.5 h

Soluzione C (sconsigliata):

Se si salta il canale di discesa per la Pala del Boral si perviene al sentiero delle Laste. E’ quindi possibile seguirlo tutto verso N fino a che questo non confluisce al sentiero che porta al Santuario della Madonna della Corona e poi porta in centro a Brentino . Ciò obbliga poi a tornare per strada fino al P.
Tot: 2 h


GPS:

Total distance: 4400 m
Max elevation: 632 m
Min elevation: 139 m
Total climbing: 901 m
Total descent: -898 m
Total time: 06:38:13
Download file: Brentino.Pale.mediane.Sass.de.Mesdì_2021-05-20_corretto.gpx


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