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Te lo do io il Verdon

Sass de Mesdì

Monte Cimo – Brentino (VR)

A sentire Sergio Coltri il nome è presto detto. Dopo che ha arrampicato nelle “Gorges” una volta ritornato in patria ha ritrovato la stessa unicità di roccia, movimenti e vuoto proprio sotto a casa sua.

Arrampicata di gran classe ed assolutamente da guadagnarsi metro per metro, l’obbligatorio abbastanza basso e lo sviluppo modesto non dispensa dal considerare comunque questa via impegnativa per il consueto climber del fine settimana. Ma qui siamo nel reame dell’arrampicata Veronese ed anzi, mi sento di allargare a tutta l’Italia.


Cosa facciamo per il 25 aprile?
Voglia di roccia è tanta, in quota ancora troppa neve, in valle del Sarca e limitrofe c’è il rischio di trovare la fila sulle vie alla mia portata e fila pure al ritorno, in strada.
Perché non andare a Brentino?
Guardo e riguardo la guida, ormai sbiadita dalle numerose e frequenti consultazioni, breve giro di mail ed sms ma la meta, che io adoro, ahimè non pare trovare corrispondenza nei soliti compagni di merenda.
Per fortuna che mi risponde Claudio, lo sento carico da subito e mi dice qualche nome di vie che volevo ripetere, ma per timore o mancanza di compagni, non avevo ancora messo in programma e settato la testa di conseguenza.
So già sarà una lunga giornata.
Claudio trova anche “Zanna”, che monterà su senza farsi troppo pregare.
Il timore si trasforma in paura.
Io scettico chiamo Davide, immagino già non verrà e poi ormai vive i mesi invernali con gli sci nel letto, ma fare cordata con lui è sempre bello ed istruttivo.
“Sono stanco, ma mi piace questa rimpatriata, ci sono !”
Ecco è fatta, sono finito !
La paura si trasforma in terrore.
Potevo starmene buono e bollire tutta la serata e nottata nel mio brodo ma no, preso da masochismo di alto livello, non solo accetto la roulette russa ma alzo pure la posta in gioco:
“E se provassimo Te lo do io il Verdon, me ne hanno sempre parlato come una delle più belle vie sportive su roccia spaziale, e poi il mio amico Piè l’ha ripetuta da poco e ….”
In men che non si dica il tarlo Verdoniano era entrato nelle mente del diabolico Claudio, la mia sorte era segnata, anche per mano mia.
Vado a letto presto.
So già sarà una lunga giornata.
La mattina mi sveglio, insolitamente tardi per affrontare una via del genere, ed un messaggio di Davide mi gela la tazza, lascio a voi indovinare quale tazza
“Porta le staffe”
Sarà una lunga, lunga, lunga ma veramente lunga giornata !

p.s.
La via è magnifica e merita la fama che ha, senza i miei tre compagni dubito sarei riuscito a percorrerla mai, quindi oltre a ringraziarli la morale è:

Credere nelle lunghe giornate !


Accesso:

P sulla strada nei pressi del cimitero di Brentino, percorrere la strada direzione S fino alla fine del vigneto e poi per traccia ripida verso W dapprima su ciotoli e poi nel bosco. Attenzione al raccordo con le Pale Basse (Mamma Olga) salire ancora e non traversare. Poco dopo si incontra una breve fascia rocciosa che si supera con 2 corde sul posto (terreno friabile, rimanere o vicini od al riparo fuori dalla verticale). Dopo 30/40 min si arriva al secondo raccordo alla base della Pala del Boral, a SX si accede al Sass de Mesdì che tramite qualche sali e scendi adduce alla base dell’impressionante placca con tetto ciclopico del settore. Qui occorre prendere una esile ed esposta cengia erbosa verso S (passi II) che orizzontalmente ci conduce all’attacco [1].

Tot 45 min / 1h


Schizzo:

-coming soon-


Relazione:

Difficoltà: 7a max (6b obbl)
Proteggibilità: S1+
Impegno: II
Sviluppo: 165 m
Tiri: 5
Attrezzatura: NDA,  12 rinvii
Esposizione: E -SE
Tipo di roccia: splendido calcare
Periodo consigliato: primavera ed autunno
Tempo salita: circa 4h
Bellezza: *****
Apritori: S.Coltri & amici, anni ’90
Riferimenti bibliografici: Arrampicare in Val d’Adige – Monte Cimo
Tra il lago e il fiume, 2007 | Coltri S., Vidali B.,
Monte Baldo Rock | Cristiano Pastorello, Eugenio Cipriani – Vers SUD 2014
Cartografia: Kompass, foglio 102, Lago di Garda – Monte Baldo, scala 1:50.000

Compagni:

Davide Caiumi.

Claudio Bassoli & Andrea Zanotti in altra cordata.


Discesa:

  1. Usciti dalla via si tiene per tracce di sentiero esposto in direzione N fino ad incrociarne una possibilità di discesa verso DX (Ovest), visibile targhetta S5 CD↓.  Per rami e gradoni si perviene in breve al pulpito sommitale dove escono le vie della placconata (Desiderio Sofferto, Ladro Bagdad, ecc..). Con bellissima vista sul ciclopico tetto, da li con 3 doppie fino alla base e poi a ritroso fino al parcheggio. Tot 1.5/2h a seconda della velocità nelle manovre.

GPS:


Visualizza mappa ingrandita


Note:

  • Attenzione che arrampicare su queste vie crea dipendenza, dopo si diverrà molto più esigenti e schizzinosi con tutto il resto. Valle del Sarca compresa!
  • anche se sportiva è richiesta però un minimo di esperienza alpinistica per le doppie e la ritirata è problematica dopo L3 siccome esegue molti traversi sopra strapiombi.

Bibliografia:


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Sass de Mesdì 5 5 val d'Adige 46 46

Gallery:

4 risposte su “Te lo do io il Verdon”

Ma la via “anche per te” nel settore sass de mezdì a destra del grande diedro non c’è più? Erano 8 lunghezze max 6b+ degli anni ’80 credo aperta sempre da Sergio Coltri e da me e mio fratello ripetuta credo ’88 o ’89.

Ciao Fabio
mi potresti dare maggiori info al riguardo che integro le relazioni?
Tutte le aperture di vie in val d’Adige mi interessano molto, soprattutto le storiche di Coltri, Vidali, Rampini, ecc…

Ciao io ho solo una guida di ALP dell’88 con schizzo e magra descrizione ma non so come mandarti una foto… Se mi mandi la mail te la invio.
Ciao

Ciao io ho solo una guida di ALP dell’88 con schizzo e magra descrizione ma non so come mandarti una foto… Se mi mandi la mail te la invio.
Ciao

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