Cima Mosca 2141m
gruppo Carega – Piccole Dolomiti (Vi)
Summary
Apritori:
Matthias Stefani (capocordata) e Nicola Bertolani il 07/12/2019 e 07/02/2020.
Accesso:
da SUD:
Giungere al rifugio Campogrosso (1464m), parcheggiare qui (link) oppure se la strada fosse chiusa per neve, salire in circa 1 ora il ripido sentiero delle Mole (143A) parcheggiando presso il tornante (link) prima oppure direttamente al rifugio La Guardia (1099m).
Imboccare il 157 che in falsopiano e con lungo giro traversa prima il Giaron della Scala, poi il Pra degli Angeli ed infine il Boale dei Fondi (discesa classica).
Oltrepassare quest’ultimo e raggiungere la vicina Sella dei Cotorni. Proseguire, ora in discesa, per il 158 fino ad immettersi nel bacino dei Colori.
Risalire l’omonimo Vajo pervenendo, dopo circa 50m di dislivello, ad un bivio: tenere l’impluvio di sinistra (a destra si va verso il Vajo Camosci).
Portarsi a ridosso dell’evidente parete nord di cima Mosca e quindi ad un secondo grande bivio: a destra si prosegue per il Vajo dei Colori, mentre l’ampio canalone di sinistra porta al Vajo Valdagno.
In prossimità del primo stretto intaglio obliquo, poco a sinistra del punto più basso della parete, si trova l’attacco (in comune con la via Bettega-Maslowsky).
Tot: 1÷1.5 h da Campogrosso o 2÷2.5 h dal tornante prima del rif. La Guardia.
da NORD (soluzione sconsigliata ma possibile):
Giungere alla frazione Ometto (1050m), sopra Specchieri e parcheggiare alla fine della strada prima di una galleria (maps link).
Prendere l’incompiuta strada Obra-Passo Campogrosso e dirigersi verso S.
Giunti in prossimità di un ruscello si scorge a dx il canalone delle Giare Larghe (Vaio dei Cavai, Basilio e vajo dell’Uno), ignorare il bivio e proseguire lungo la stradina.
Si percorrono circa 3 km dalla galleria di Ometto passando il primo ponte con cartello “Bocchetta del Cherlong“ e dopo un altro km il secondo ponte (1290m), da cui il vajo dei Colori è ora ben visibile.
Se l’innevamento è cospicuo risalire lungamente l’omonimo Vajo ma ahimè spesso ci sono risalti scoperti di difficile salita (III grado).
In tal caso è più proficuo proseguire per la strada per un altro km lasciando il Sojo dei Cotorni sulla dx, fino a giungere sotto al Boale dei Fondi (1380m circa). Abbandonare quindi la strada e risalire fino a valicare l’omonima sella dei Cotorni (1650m).
Proseguire, ora in discesa, per il 158 fino ad immettersi nel bacino dei Colori.
Risalire l’omonimo Vajo pervenendo, dopo circa 50m di dislivello, ad un bivio: tenere l’impluvio di sinistra (a destra si va verso il Vajo Camosci).
Portarsi a ridosso dell’evidente parete nord di cima Mosca e quindi ad un secondo grande bivio: a destra si prosegue per il Vajo dei Colori, mentre l’ampio canalone di sinistra porta al Vajo Valdagno.
In prossimità del primo stretto intaglio obliquo, poco a sinistra del punto più basso della parete, si trova l’attacco (in comune con la via Bettega-Maslowsky).
Tot: 2.5÷3 h dal P.
Difficoltà:
AI4, M5, V, 80°, TD+, R3
600m, 11 L, III imp.
Schizzo e relazione PDF:
Descrizione salita:
- L1: Risalire il solco obliquo tra brevi colate ghiacciate fino ad una nicchia gialla dove si sosta
45 m; 50°, 60°, 70°, brevi passi di misto. Sosta su 2 chiodi con cordone e maillon di calata. - L2: Spostarsi a destra della sosta e vincere un tratto verticale di misto sfruttando sottilissime rigole ghiacciate che accompagna ad una goulotte appoggiata; proseguire ora facilmente fino ad un anfratto dove si sosta
50 m; M4, poi 50°, 2 chiodi. Sosta su su 2 chiodi con cordone e maillon di calata. - L3: Rimontare la nicchia sulla destra superando un breve tratto di ghiaccio verticale, quindi seguire il solco innevato che via via diviene più ampio e appoggiato fino alla sosta, posta sulla sinistra nei pressi di un anfiteatro roccioso
50 m; passo di ghiaccio a 75° poi 40°/45°. Sosta su 2 chiodi e 1 nut incastrato con cordone e maillon di calata. - L4: Risalire un canalino a dx del grande camino strapiombante che accompagna ad un muro di neve verticale; vincerlo e proseguire fino ad una cengia posta sotto ad un enorme ed evidente tetto. Seguirla pochi metri verso sinistra fino alla sosta situata alla base di un angusto camino strapiombante
50 m; ghiaccio a 70°, breve tratto a 80°, passo di M3. Sosta su 2 chiodi e una clessidra con cordone e maillon di calata.
— fino a qui si è percorso l’itinerario Goulotte Mosquito — - L5: Attraversare il largo camino abbassandosi di pochi metri a sx per portarsi sull’altra parete. Iniziare un traverso ascendente su roccia delicata sfruttando delle sottili tacche orizzontali fino a doppiare lo spigolo su una cengia esposta e friabile. Ora salire decisi e portarsi su un pendio esposto che con andamento verso SX accompagna alla base del successivo lungo camino. Si sosta sulla SX di quest’ultimo su 2 chiodi.
25 m; V, 70°, 1 sasso incastrato con cordone, 1 chiodo, 1 clessidra con cordino.
( ! Non salire il camino sopra S4 anche se presenta due invitanti cordoni. Questi sono rimasti dal primo tentativo.) - L6: Risalire il camino sfruttando una sottile rigola ghiacciata fino ad un breve strapiombo. Superarlo (passo chiave, utili friend medi) ed immettersi in un solco nevoso appoggiato che dopo pochi metri diviene una goulotte di ghiaccio. Sostare pochi metri prima della fine dal canale sulla sinistra.
55 m; M3, M4, M5, ghiaccio a 80°, poi 60° e ghiaccio a 70°. 2 chiodi e un cordone su masso incastrato. Sosta su 2 chiodi sulla parete di sinistra. - L7: Percorrere gli ultimi metri del canale fino allo spallone N/O e con un lungo traverso ascendente verso destra portarsi nel versante Nord-Ovest. Sostare alla base di un canalino ghiacciato
55 m; 50°/60° e ghiaccio a 70°. Sosta da attrezzare su ghiaccio. - L8: Salire il canalino e successivamente alcune colate ghiacciate, quindi spostarsi verso destra ed immettersi in un ampio canale nevoso. Sostare sulle rocce di destra al principio del canale.
55 m; M3, tratti di ghiaccio a 70°. Sosta su 1 chiodo con cordone da rinforzare con friend medio-piccoli. - L9, L10, L11: Proseguire per il bel canale nevoso che accompagna, con pendenze medie, al pendio finale di cima Mosca.
220m circa; 50°/60° tratti a 70°, possibilità di sostare con fittoni o protezioni veloci.
Discesa:
Per il ritorno a Campogrosso (S):
Scendere per la facile cresta verso sud.
Dopo poche decine di metri abbandonarla e abbassarsi a sinistra sul Boale Mosca che inizialmente è assai ripido. Possibilità di calarsi dai vari mughi, (lasciato mugo attrezzato con cordone bianco e maillon rapid).
Scendere fino a ricongiungersi con il Boale dei Fondi e poi ad intersecare il sentiero 157 che riporta comodamente al rif. Campogrosso.
Tot: 1.15/1.30 h per Campogrosso
Per il ritorno ad Ometto (N):
Scendere il pendio verso sud ed appena possibile congiungersi con la traccia più in basso che sale verso N e porta al rif. Fraccaroli e cima Carega.
Passare la Bocchetta Mosca e stare sotto alle varie guglie sulla dx, puntando al rif.Fraccaroli.
Quando si è passato il Molare e prima della Sfinge, prendere l’omonima sella a quota 2115m e li scendere sulla dx sull’altro versante ad imboccare il boale di Pissavacca.
Lo si percorre fino a ricongiungersi a quota 1200m circa con la strada che riporta comodamente al P ad Ometto.
Tot: 2/2.5 h per P Ometto.
Materiale:
N.D.A. , 2 corde da 60 m, 2 piccozze (1 con martello), cordini.
Consigliato:
- una serie di friend fino al n. 2 B.D. (può essere utile doppiare le misure n. 1 e 2 B.D.)
- 3/4 viti da ghiaccio corte
- 1 fittone o corpo morto
- qualche chiodo per ogni evenienza.
Note:
- Itinerario di ghiaccio e misto che vince i punti più vulnerabili della parete N-NO di cima Mosca seguendo, con linea logica, una serie di solchi nevosi, camini e goulotte ghiacciate.
- Nella prima parte alcuni tratti sono in comune con il percorso seguito da O. Menato e N. Savi nell’estate del 1932 (in parte franato).
- La prima lunghezza è in comune con la via Bettega-Maslowski (A. Peruffo, I. Ferrari, 2005) mentre l’uscita in vetta è in comune con Magic Couloir (T. Bellò, M. Vielmo, 1998).
- E’ possibile percorrere solamente le prime 4 lunghezze denominate “Goulotte Mosquito” link, tornando all‘attacco con 4 corde doppie (soste attrezzate per la calata, 2 corde da 60m).
- La gradazione si riferisce alle condizioni dell’itinerario in data di apertura che erano di ottimo rigelo ma secche. Con maggiore innevamento le difficoltà risultano sicuramente minori tranne che il traverso di L5 che si mantiene su roccia scoperta anche in caso di forti precipitazioni nevose.
- La prima ripetizione è stata fatta da Serafino Ripamonti (Ragni di Lecco) e Marcello Sanguineti (CAAI) seguiti dai toscani Gian Carlo Polacci (CAAI) e Gionata Landi.
- Durante le successive ripetizioni sono stati aggiunti 2 chiodi sul traverso di L5 rendendolo così più protetto ma anche snaturandolo. Si invitano i successivi ripetitori a non lasciare altro materiale fisso in parete pena perdere le caratteristiche e bellezza di questo tipo di salite.
GPS:
Cartina:
Lo Zaino 11:
Meteo:
Ritieni utile la relazione?
Un sito come questo costa circa 250€ all’anno di solo hosting, antivirus ed aggiornamenti plug-in. Il tempo e passione non li monetizzo certo ma questo sito è online da 20 anni circa e quindi i conti sono facili.
Dona per lo sviluppo del sito e permettermi di togliere questa odiosa pubblicità.
Anche un caffè fa la differenza, mi fa capire che apprezzi il mio lavoro.
G r a z i e !
Bibliografia:
- Massiccio del Pasubio |Cesco Zaltron | Ed. CAI Thiene, 1976
- Guida dei Monti d’Italia – Piccole Dolomiti – Pasubio | Gianni Pieropan, Ed. CAI TCI | 464 pagine |anno 1978
- Piccole Dolomiti e dintorni. Arrampicate scelte. | Guido Casarotto | Cierre Edizioni | 2015 | ISBN: 8883143019
- A un passo dal cielo. Alpguide Antersass e CAI S. Bonifacio – Ed. 2009 |152 pagine , link ad alcune pagine dimostrative
- Piccole Dolomiti Pasubio, Un secolo di alpinismo | Bepi Magrin | Ed. Nuovi Sentieri, 2014 – 320 pagine
- PERCORSI INVERNALI, Sengio Alto e Pasubio | Tarcisio Bellò – Ed. La Serenissima 2011 – 212 pagine
- PERCORSI INVERNALI, Zevola Tre Croci – Plische – Carega | Tarcisio Bellò – Ed. La Serenissima 2011 – 262 pagine
- Sulle vie di Gino – nel centenario della nascita seguendo le sue tracce | CAI Valdagno e Recoaro Terme, Ed. 2007 – 120 pg.
- Monografia Monte Cornetto, Itinerari di arrampicata, versante Nord, vol. 1 | autore anonimo | 2021
- D per Dolomia, la guida digitale per arrampicare dal Sarca alle Dolomiti. | Manuel Leorato, Cristian Confente | Clicca qui per il Link alla guida online