Sassolungo – Langkofel, 3181 m
gruppo Sassolungo, Val Gardena (BZ)
Difficoltà:
Apritori:
Per il Canalone basso: Paul Grohmann, F.Innerkofler e P.Salcher, 13 agosto 1869
L’attuale parte finale: L.Bernard e G.Davarda, 1892
La Cengia dei Fassani: G.Mayer e militari austriaci, 1917
la “variante delle Guide” al Canalone Basso: M. Bernardi e K. Unterkircher, 1999
Descrizione
Lunga e complessa salita che si snoda su più versanti e pieghe della montagna.
Tecnicamente non difficile siccome non raggiunge mai il IV grado e si svolge su roccia sempre ottima, non è però da sottovalutare. Richiede una buona esperienza ed orientamento per annusare la traccia più proficua oltre ad una certa disinvoltura con la corda, pena dilatarsi i tempi a dismisura od ancora peggio trovarsi fuori via, con difficoltà superiori e roccia friabile.
Il tutto viene però ripagato con delle magnifiche vedute che cambiano prospettiva e scenari più volte nell’arco della salita e discesa, rendendo questa normale forse la più completa ed appagante dell’intero arco Dolomitico.
Accesso:
P al passo Sella, nei pressi dalla stazione telecabine Gondelbahn per la Forcella del Sassolungo (link al P gratuito)
Avvicinamento:
Giunti al passo Sella 2180m si sale o per mezzo della cabinovia o tramite il sentiero 525 fino al rifugio Toni Demetz 2681m situato sulla forcella del Sassolungo. Da lì si scende sul versante opposto, sempre sul 525, in direzione rif.Vicenza perdendo circa 100m di quota fino a che nei pressi di un tornante si stacca una evidente traccia a destra che punta all’altrettanto evidente Cengia dei Fassani, in piena parete SW del Sassolungo.
Foto tracciato:
Schizzo salita:
Eccellente come sempre il Bernardi di cui ho ripreso e rivisto lo schizzo e consiglio l’acquisto (link guida)
Relazione salita:
RELAZIONE (ITA) | |
Itinerario | via normale al Sassolungo |
prima salita | 2 settembre 1946 – Otto Eisenstecken, F. Rabanser e J. Sepp |
Zona Montuosa | Dolomiti |
Sottogruppo | Sassolungo |
Settore / Parete / Cima | Sassolungo |
Stato | Italy |
Località di Partenza | Passo Sella (BZ) |
Parcheggio | gratuito qui sulla strada presso il passo Sella |
Sentieri | 525 |
Punti d’appoggio | rif. Toni Demetz , ev. rif. Vicenza |
Acqua | al rifugio, all’inizio della cengia dei Fassani ed alla base del Canalone Basso |
Dislivello avvicinamento [m] | +500m circa -100m ( -100m con seggiovia ) |
Dislivello itinerario [m] | 700m circa |
Sviluppo itinerario [m] | 2 km circa |
Quota partenza [m] | 2138m (2681 m con cabinovia) |
Quota arrivo [m] | 3181m |
Cartografia utilizzata | Tabacco 006 – Val di Fassa e Dolomiti Fassane. 1 a 25000 |
Difficoltà su roccia | II con qualche tiro di III (passi di III+) |
Qualità roccia | Dal buono all’eccellente. Attenzione a non uscire dalla via. |
Proteggibilità | R2 |
Soste | La maggior parte su chiodi o fittoni resinati. |
Impegno | III |
Difficoltà globale | PD+/AD classico dolomitico |
Materiale | NDA, + qualche cordino |
Esposizione prevalente | W, SW, N, NE |
Discesa | per lo stesso itinerario |
Data gita | sabato 23 luglio 2021 |
Tempo impiegato avvicinamento | 20 min (cabinovia) |
Tempo impiegato salita | 5.5 h |
Tempo impiegato discesa | 5 h |
Libro di vetta | SI |
Giudizio | 9 |
Consigliata | Si. Una classica da non mancare. |
Difficoltà:
II, III, p.ssi III+
PD+ , R2
700m dislivello, 2000m sviluppo, 3 imp.
Descrizione tiri:
Dato lo sviluppo e complessità ma anche bassa difficoltà della via, la progressione potrebbe essere molto diversa a seconda della cordata. Alcuni non troveranno mai l’esigenza di legarsi, altri lo faranno fin troppo presto.
Per tale motivo si è diviso la salita in 3 macro gruppi A, B, C dando indicazioni per ognuno di questi.
Esplorando diversi versanti ed esposizioni le condizioni possono variare molto e rendere il tutto molto più impegnativo e delicato, informarsi bene prima di attaccare.
Con condizioni ottimali, tipicamente estive e dopo periodi soleggiati la salita si può dividere in 3 fasi:
A = La Cengia dei Fassani fino alla Seconda Forcella.
Lasciato dopo pochi metri il sentiero 525 ci si abbassa di 10m su una rocciosa schiena inclinata che permette l’ingresso alla Cengia dei Fassani tramite una fenditura (1 resinato ad U, 1 p.sso III, spesso neve).
Ora si percorre la larga e comoda cengia dapprima lasciando sulla destra la cascata che scende dallo Spallone (acqua potabile) poi salendo in falsopiano su roccette e detriti fino ad un grande canalone con grossi blocchi sul fondo.
Qui conviene legarsi e procedere in conserva media all’esterno sulla parete su una cengia accennata, senza alzarsi troppo fino a che si perviene su un comodo ballatoio sopra il quale parte un diedro fessurato, con andamento da destra e sinistra (1 cordino).
Salire il diedro o la parete immediatamente a sinistra (III) per una ventina di metri e fare sosta su un bel anello cementato che useremo poi anche in discesa per l’ultima doppia.
Ora il percorso si fa meno evidente ed obbligato quindi occorre cercare la traccia migliore per salire e puntare alla prima piccola forcella, che non è quella più evidente in basso a ridosso di un gendarme, bensì è in alto preceduta da un tetro grottino.
Passata questa Ia Forcella scendere alcuni metri sul versante W e seguendo alcuni ometti e bolli rossi si attacca il tratto attrezzato che, orizzontalmente, ci porta in un umido camino da passare con spaccata. Visibile un chiodo sotto ad un antro color ocra.
Salire la breve verticale fessura a sinistra (III) e poi sempre per percorso da ricercare puntare alla IIa forcella preceduta da qualche passo di III (targa D. Tomaselli + 1 ch).
B = Il ghiacciaio, il Canalone Basso fino alla forcella con l’anfiteatro
Passata la seconda forcella scendere qualche metro e procedere con andamento orizzontale in piena parete N su percorso facile (qualche passo di II) ma esposto. Passati due ancoraggi resinati ad U siamo alla base di un breve strapiombino (III) sopra il quale si trova un altro ancoraggio e la discesa al ghiacciaio superstite diviene evidente.
Abbassandosi di qualche metro si mette piede su quel poco che è rimasto e tagliando la sua lingua inferiore si punta alle rocce appena a sinistra, del ora evidente, Canalone Basso.
Una volta si usava salire la dura neve trasformata nel canalone con i ramponi e piccozza, ora quasi tutte le cordate preferiscono mantenersi sulla sua sponda di sinistra per una variante, ormai classica, tutta rocciosa e parzialmente attrezzata (M. Bernardi e K. Unterkircher, 1999).
Salire quindi per percorso non obbligato ma dettato dalla logica e qualche fittone ad U, la sponda del canalone stando quasi sempre a sinistra dello spigolo su buona roccia (passi di III, 1 p.sso III+).
Giunti sotto ad una parete verticale salirla con l’aiuto di 9 pioli metallici fino a sbucare su un tratto attrezzato con fune metallica che, con andamento orizzontale, deposita sulla terrosa sella da cui ha origine il canalone stesso.
C = l’Anfiteatro, la Gola delle Guide, il Bivacco, la torre Gialla e la cima principale
Scendere qualche metro oltre la forcella del Canalone Basso fino all’Anfiteatro che è un’ampia cengia detritica che taglia orizzontalmente la soprastante parete, denominata Gola delle Guide.
Percorrerla quasi completamente fino ad un grosso ometto di pietra che delimita la congiunzione con la normale dal rif. Vicenza (ormai abbandonata).
Qui alzarsi sulla parete in opposta direzione (verso dx viso monte) e salire il largo canale roccioso per percorso non obbligato seguendo alcuni cordini e chiodi ma stando anche a destra dei gialli strapiombi, puntando ad un grosso masso adagiato alla torre Piramidale che a destra occlude lo sbocco (1 resinato per doppia).
Doppiato il masso salire per roccette sulla parete di sinistra e stando sul bordo di destra in bella esposizione in breve si giunge alla forcella del bivacco Giuliani a 3100m.
Dal retro del bivacco portarsi a ridosso della torre Gialla (o Rossa in alcune guide) e traversare qualche metro a destra per portarsi in piena parete alla base di un diedro verticale (1 p.sso III+ 1 ch, esposto). Salirlo per 25m fino alla sommità della torre (ignorare sosta intermedia su 1 ch+ fix) e quindi fare sosta su resinati (sarà la nostra prima doppia al ritorno).
Ora si è sulla facile ma esposta cresta sommitale in vista della croce di legno e della cima principale, ancora ben distante.
Passare in rassegna tutte le torri stando in falsopiano sul lato di sx delle stesse (versante W, NW) fino alla anticima da cui si scende qualche metro per poi portarsi sulla ultima cuspide sommitale.
Ora sarete sulla cima principale a 3181m.
Targa e libro di via ed una magnifica visuale a 360° su tutto l’arco alpino.
Tot: 4/5h
Discesa:
Per lo stesso itinerario di salita.
Nei tratti più esposti e difficili ed a seconda della stanchezza si possono approntare delle doppie da 30m (sconsiglio più lunghe per evitare incastri). Noi ne abbiamo eseguite 5 in totale di cui solo 2 caldamente consigliate:
- 30m dalla cima della Torre Gialla (sosta a resinati) fino al bivacco.
- 30m sotto alla prima forcella (fittone resinato) fino alla cengia dei Fassani
Tot: 5h
Note:
- Visto e considerato i numerosi tratti in conserva corta/media è un itinerario da affrontare in cordate affiatate. Se non lo sono lo diverranno alla fine della gita !
- Arrivare in cima con la necessaria scorta di energia e lucidità mentale, siccome lì non si neppure a metà percorso.
- Non ci sono tiri chiave o passaggi fuori dalle difficoltà medie. Anche questa è la bellezza delle vie classiche.
- Consiglio la salita e soprattutto la discesa con scarpe da avvicinamento o scarponcini. Scarpette da arrampicata e magnesite solo peso in più.
Cartina consigliata:
GPS
Ripetizione del 23/07/2021
compagna: Anna Tusini
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G r a z i e !
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