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Alpi Orientali Brentino climbing relazioni rock climbing Spalti dell'Orsa Sport Climbing val d'Adige

Pirata Samu

Spalti di Capitel d’Orsa, 630m

Monte Cor – Val d’Adige – Brentino Belluno (VR)

Situato allo sbocco nella Val di Ferrara del Rio Bissole, già conosciuto come Vajo dell’Orsa, il Capitel d’Orsa affaccia a Sud le sue alte pareti rocciose proprio in fronte al caratteristico santuario di Madonna della Corona abbarbicato sulla roccia.
L’ambiente selvaggio ed incontaminato, regala un’arrampicata emozionante tra angoli di grande suggestione e di inaspettato isolamento.

Gli Spalti del Capitel d’Orsa, un diadema di roccia isolato ed appartato, quasi nascosto.
Una sorta di piccolo Eden da voler conservare integro per l’eternità, incontaminato e tranquillo, eppure così vicino da sembrare un sogno. Racchiuso in sé stesso, discreto e riservato ma non per questo altèro.
E’ proprio per queste sue particolarità, più che per altre ragioni di carattere puramente arrampicatorie, che è entrato come un ariete nei miei pensieri.
Un terreno di avventura dove il contatto con la natura assume a volte aspetti intensi e appaganti.
Un po’ demodé se vogliamo, dallo stile più alpino che sportivo, lontano quel tanto che basta per non incorrere nel pericolo di vederlo assalito da orde di collezionisti di vie.
Una prospettiva questa che mi ha terrorizzato fin qui, momento in cui decido di diffondere questa piccola guida di arrampicate.
Mi sento in qualche modo responsabile di violare qualcosa di sacro e prezioso, ma allo stesso tempo ingiusto non poter far conoscere ed apprezzare a tutti questo angolo di paradiso.
Questa modestissima guida la voglio dedicare ai miei amici e a tutti coloro che avranno la sensibilità di apprezzare e rispettare un così incantevole luogo che mi ha saputo regalare momenti di vera felicità.
Nella speranza che possa piacere come è piaciuta a me,
Vi auguro delle serene salite.

Lodovico Gaspari, da: Vie in roccia agli Spalti dell Capitel d’Orsa, ed. 2004

Apertura:

Stefano Giarola 14/02/2004 dall’alto


Accesso:

Da SUD:
Dall’uscita autostrada A22 di Affi (VR), seguite le indicazioni verso N per Brentino-Belluno V.se.
Oltrepassato di circa 200 mt il secondo bivio che sale all’abitato di Brentino, svoltare a sinistra per loc. Castel e continuare per stretta strada vicino a dove finisce l’asfalto, fino al 5°tornante (spazio per 2 sole auto)
Da NORD:
Dall’uscita autostrada A22 di Ala Avio (TN), seguite le indicazioni verso S per Brentino-Belluno V.se.
Circa 200 mt prima dell’abitato svoltare a DX per loc. Castel e continuare per stretta strada vicino a dove finisce l’asfalto, fino al 5°tornante (spazio per 2 sole auto)

Link a Parcheggio.


Avvicinamento:

Risalire la strada per un centinaio di metri fino a che sulla sinistra si stacca il sentiero CAI 74.
Seguirlo per circa 20 minuti fino a che la parete diviene evidente ed in prossimità di un grosso ometto prendere una traccia flebile che si stacca orizzontalmente a SX (link a GPS)
Traversare per tracce e seguire indicazioni (alcuni bolli rossi ed ometti) , dapprima sulla cengia superiore di una fascia rocciosa e poi passando un canalone erboso.
Nei pressi di un traliccio Enel si segue in salita una grossa condotta metallica.
Dopo pochi minuti si stacca un’altra traccia verso sinistra (targhetta S1) ed in breve si è agli attacchi delle vie.
Via Luce e Pirata Samu partenza in comune con targhetta metallica 7 e bollo rosso con grosso bullone arrugginito.
Tot: 35/45 min


Schizzo via:


Descrizione tiri:

tiromdifficoltàprotezionidescrizione
L1206a+, 5b, II1ch + 3 fix + 2 cordoniPartenza boulderosa a superare un passo in placca strapiombante (6a+ od A0) poi subito le difficoltà calano e, giunti in tratto vegetato e friabile, si traversa decisamente a SX (anche se l’intuito porterebbe salire ancora su bella roccia arancione). S1 comoda in nicchia ma consiglio di concatenare col tiro dopo.
L220II, 5a, II1 fix + 2 cordoniTraversando ancora a SX per bosco sospeso si rinviano 2 cordoni e si supera una corta placchetta (1 fix) fino ad arrivare alla comoda cengia di sosta, sotto a dei fotogenici tetti. S2: 2 fix con catena
L3205b, 1 p.sso 6a6 fixSalire la placca a concrezioni con traverso verso DX. Dopo il secondo fix (allungare) salire decisamente e puntare allo strapiombino superiore. Sopra si traversa verso SX su terreno friabile (! Siamo giusto sopra alla S2) fino alla comoda sosta S3: 2 fix con catena
L430III, 6a5 fixCon andamento ascendente verso SX, prima su fogliame e poi si perviene ad una bella ma corta placca che si supera con arrampicata tecnica. S4: 2 fix con catena
L5306a+, 6a6 fixCon andamento ancora ascendente verso SX, prima su fogliame e poi si perviene ad una bella placca con strapiombino mediano di non facile lettura. S5: 2 fix con catena
L6306a+, 5b7 fixTraverso a DX ad aggirare un diedro di cui si scalerà la faccia DX su bella placca verticale con secco strapiombino mediano. Superato il quale una bella Dulfer permette si arrivare in sosta S6: 2 fix con catena.
L7256a+, 6b+, 6b8 fixSalire decisamente la bellissima placca a concrezioni aiutandosi con la lama di SX fino a doverla abbandonare per portarsi il piena placca strapiombante a vincere un bombè di roccia lavorata ma lichenosa (6b+). Sopra breve diedrino che adduce ad una tecnica placca fessurata (6b). Bellissimo tiro chiave. S7: 2 fix con catena
L8256a+, 5a, 5c7 fixIn traverso verso DX a rimontare strapiombini ben ammanigliati, fino a vincerne uno che deposita sulle belle rigole sommitali. Ultimo passo in diedro lisciato e poi S8: 2 fix con catena o qualche metro sopra su albero.
sviluppo200m  
gradazione6a, 6b, 6b+ (6a+ obbl.), S1+, II imp.

Discesa:

Si sale di qualche metro cercando una targhetta S1 e poi inoltrandosi nel bosco su una flebile traccia che si segue verso E (DX faccia a monte), fino in prossimità della condotta metallica. Da qui:

  • scendere a fianco della condotta utilizzando sia le tracce di sentiero vicine che le scalette e mancorrenti (! proprietà privata, divieto uso senza DPI) fino al traliccio dell’alta tensione. Qui si riprendono le tracce di sentiero dell’andata e poi il sentiero CAI 74 fino al P. Circa 30 min
  • alzarsi parallelamente alla stessa e seguire traccia bolli rossi, fino ad intersecare il sentiero CAI 74 e poi tramite questo si ritorna al parcheggio in circa 30 min. Soluzione non provata.

Note:

  • l’ambiente isolato ed assolato e la relativa facilità di accesso non spiega la bassa frequentazione ed il conseguente stato di abbandono delle vie. Ogni ripetitore è invitato a ripulire un po’ la propria ombra.
  • per quanto detto sopra si sconsiglia la calata in doppia anche se ogni sosta è attrezzata allo scopo.
  • La spittatura è ottima a fix ø10 di bell’aspetto ma distanziata, unita al fatto che alcuni tiri partono sprotetti tra vegetazione ed i passi duri sono obbligati siccome su placca compatta, rendono l’obbligatorio vicino al grado in libera.
  • Colazione all’Opera Prima Caffè e Terzo tempo con tappa d’obbligo dalla Gigia, non ve ne pentirete !

Descrizione vie del settore:

grazie a Lodovico Gaspari per la gentile concessione.


GPS:

Total distance: 3220 m
Max elevation: 633 m
Min elevation: 250 m
Total climbing: 561 m
Total descent: -559 m
Total time: 07:28:14
Download file: Spalti.Capitel.d.Orsa_gpx _2020-02-22_0914.gpx

Meteo:


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beginner Brentino climbing relazioni rock climbing Sport Climbing Tessari val d'Adige

New Age

settore “Bastionate di Tessari”

dorsale del Cordespino 450m

Tessari  (VR) – Italy


Apritori:

Beppe Vidali, Lodovico Gaspari, Guido Girardini – 2004
Beppe Vidali – nov.2018


Descrizione:

Ai Tessari non c’è solo il Trapezio o la Roda del Canal ma a ben guardare le strutture più meritevoli, già dal basso, risultano essere le Bastionate che si raccordano, con logica alpinistica, alla dorsale del Cordespino.

Qui Beppe Vidali in primis ha tracciato alcuni itinerari che poco o nulla hanno da spartire con gli altri in zona, ed anzi si accomunano più a vere piccole gemme alpinistiche in fondovalle.

Ci troviamo su un itinerario sportivo e protetto ottimamente sia nella progressione che soste, si lascia al parcheggio il patema dell’ingaggio per concentrarsi sul solo piacere del gesto arrampicatorio.

I 3 tiri mediani, in particolare L2 ed L4 meritano il viaggio ed al termine, se non si buttano giù le doppie per le “Nebbie di Avalon” , si gode della gioiosa visione della dorsale del Cordespino con il lago di Garda come quinta scenica; non è vera cima ma il colpo d’occhio non ha nulla da invidiare.

Ora abbiamo trovato la discesa ottimamente segnata e tracciata pure con una fissa, merito probabilmente anche del recente itinerario del “Leone di Nemea” e dei suoi apritori quindi

grazie a tutti quanti ci mettono energia, tempo e passione in favore di altri.


Accesso:

Da SUD: Casello Affi, indicazioni in rotonda per SS12 Verona, Rivoli, Sant’Ambrogio Valpolicella. Montare su SP11 e passare Rivoli senza entrarci, al semaforo scendere a dx direzione Brentino Belluno, Trento. Passare nella bella porta fortificata di Austriaca memoria ed i paesini di Zuane e Canale. Attenzione alla indicazione Tessari a sx ed appena passato il cavo Biffis, voltare a sx e parcheggiare qui nel ampio spiazzo (proprietà privata, siamo educati). Tranquilli anche se trovate parecchie auto saranno quasi tutte destinate al Trapezio oppure alle recenti proposte alla Roda del Canal.


Attacco:

Salire l’ampio sentiero CAI che parte appena prima dello spiazzo costeggiando il vigneto. Ad un bivio a sx tenersi sul principale fino a passare le indicazioni a dx per il settore del Trapezio. Salire ancora qualche tornante ed ignorare una biforcazione che si stacca a sx direzione S. Dopo un ampio cono franoso, in bellavista delle pareti ormai vicine, notare una debole traccia che si stacca a sx e prenderla. Dopo pochi minuti di sentiero più ripido in mezzo alla vegetazione (targhette metalliche S8, SC e qualche ometto) si giunge nei pressi della scritta New Age che indica l’ultima via del settore a N. Attraversare in falsopiano la base della parete stando nel bosco fino alla evidente scritta alla base di un diedrino (attacco nuovo del 2018 ad opera di Beppe Vidali)

nome alla base (link). 25/30 min dal P.


Schizzo via:

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tratto con libera interpretazione dello schizzo di Beppe Vidali


Relazione salita:

tiro m difficoltà protezioni descrizione
L1 30 5b, 1 passo 5c+, 5a 10 fix, S1 Parte in diedrino che muore sotto ad un accennato strapiombino, superarlo e dopo portarsi a sx su bella placca. Alla fine per terreno detritico portarsi sulla cengia verso dx ed allestire S1 comoda su catena (qui partiva la via prima del 2018)
L2 30 5b, 6a 9 fix, S1+ Risalire verso sx per facili e goduriosi strapiombini arancioni stando alla dx di un estetico diedro. Portarsi su placca alla destra e dopo alcuni tecnici passi si raggiunge la comoda ma ventosa sosta su spigolo. S2 su catena
L3 25 5c 9 fix, S2 Salire dritti e prima di raggiungere una fascia boscosa traversare orizzontalmente a sx (allungare) su bella placca a gocce. Doppiare lo spigolo ed S3 scomoda appesi.
L4 35 6a 10 fix + 1 ch, S1+ Traversare a sx per placca verticale dalla liscia apparenza, quando possibile alzarsi verticalmente (allungare) su bellissima e tecnica placca fino a portarsi ad un ballatoio dove si riprende fiato. Con convinzione portarsi in verticale placca e tramite alcune fessure e strapiombini guadagnare la  S4 comoda su catena. Tiro chiave per continuità e sviluppo, allungare bene le protezioni ad ogni cambio di direzione.
L5 50 III+, II 1 cl, R1 Dritti su per diedrino friabile (1 cl con cordone) poi per percorso non obbligato ma da proteggere salire facili marmitte e placche. S5 su albero.
Probabilmente il tiro originale dopo il diedrino si porta in parete N a cercare roccia più verticale, noi non lo abbiamo testato.
sviluppo 170
tot arrampicata 170 m
gradazione 6a+ (6a obbl.), S1+, I

Discesa:

  • Salire per ometti e percorso non obbligato fino a trovare ad W il sentiero del Cordespino che porterebbe in direzione S fino al forte di San Marco. Dopo alcune centinaia di metri, quando si biforca tenere a sx direzione E val D’Adige (bolli rossi) e quindi scendere dapprima parallelo al crinale e dopo direttamente nel bosco sfruttando anche una corda fissa. Per tracce nel bosco stare alla dx (faccia a valle) dei ghiaioni fino ad intercettarne uno piccolo che deposita direttamente sul sentiero CAI di attacco. In breve si è al P dei Tessari. 20/30 min
  • Portarsi verso S stando in quota e seguendo ometti alla S6 della “Nebbie di Avalon” link e poi in doppia tramite 3 calate. La prima calata di 20m, poi una da 45m, traverso a sx faccia valle e poi ultima da 60m (fare nodi). Soluzione non sperimentata.

GPS discesa:

Total distance: 1198 m
Max elevation: 458 m
Min elevation: 138 m
Total climbing: 10 m
Total descent: -330 m
Total time: 00:35:13
Download file: Discesa_Bastionate-Tessari_gpx _2019-11-01_1457.gpx


Compagni:

Silvia Corradi e Federico Ravarotto


Note:

  • Portarsi cordini e qualche friend 0.5-0.75 o nut per integrare l’ultimo tiro o qualche passaggio sotto.
  • Via diversa dalle limitrofe e che malgrado la vicinanza al paese o la bassa quota, da qualche veduta e sapore di ambiente. Bellissima la discesa sulla dorsale del Cordespino con vista sul forte di San Marco, la conca di Caprino e lago di Garda.
  • Colazione abbondante alla Opera Prima caffè e birra con piada post arrampicata dalla Gigia, fanno parte integrante dell’esperienza arrampicatoria Brentiniana. Buon divertimento.

Meteo:


Meteo Rivoli veronese


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Boomerang Brentino relazioni rock climbing Sport Climbing Turan val d'Adige via arrampicata ambiente

Diedro degli Elfi

Parete di Turan, 290 m

Monte Cimo – Brentino (VR)

C’era bisogno di un’altra linea a Brentino per giunta a ridosso dell’autostrada e con avvicinamento che si snoda tra una fabbrica e dei tralicci d’alta tensione?

No … anzi a ben guardare sì.

L’occhio attento e lungimirante di Stefani ci ha visto una linea logica e perfetta, che dal basso sale verso l’alto sfruttando non solo le debolezze della parete ma una roccia che racchiude: placche, canne, concrezioni, diedri, traversi e fessure in un summa come non si trova in molti altri itinerari limitrofi.

L’apritore probabilmente sapeva bene che data la collocazione mai e poi mai avrebbe potuto ambire a divenire una “classica alpinistica” e penso sapesse pure bene le polemiche che sarebbero scaturite dallo stile personale di chiodatura tradizionale, ben differente da tutto ciò che la circonda.

E qui scatta l’innegabile stile e savoir-faire delineato da fatti e non parole: un’ottima pulizia per la linea di salita, una bella relazione e poi l’uscita di scena da ogni polemica. Un passo indietro lasciando ai ripetitori l’ardua sentenza ma nello stesso tempo ben sapendo la pochezza di questi giochini verticali all’aperto, che lui e noi amiamo tanto fare ad ogni week end.

Ha nascosto alcuni Elfi in punti strategici, che ti osservano placidamente seduti al riparo mentre stai cercando di capire dove è il prossimo chiodo, se terrà un volo vista la foggia artigianale di alcuni e quindi ci si sta arrovellando sudati per piazzare un buon nut, friend o cordino.

Ecco in quel momento se ti fermi un attimo a guardare l’elfo pare ti ridimensioni la visuale. Nella sua prospettiva tutte queste energie, forze fisiche e mentali sono inutili ed applicate ad una cosa inutile come è salire a fatica dove lui placidamente siede: la metafora dell’alpinismo.

Appena dopo si affronta il passo più sereni. Del nostro passaggio rimarrà nulla, come è giusto che sia e come penso pure l’elfo ben sa. Ci sarà un giorno che il suo tetto crollerà e diverrà lapide: è gravità, è natura, è normale, perchè scappare?

E quanti ne avrà visti prima sbuffare, imprecare e maledire ma poi, una volta al libro di vetta, ringraziare e sorridersi a vicenda tutti i componenti della cordata, sia propria che magari quella vicina per tutta la salita.

Perchè se ci si prendesse tutti meno sul serio si potrebbe veramente, come auspica l’apritore nella relazione:


“Dedicarla a tutti quelli che al termine della via avranno scoperto il piacere di un sorriso.”

Apritori:

Matthias Stefani in autosicura (in 3 giornate maggio 2018)


Accesso:

Uscita Affi, direzione Rivoli- Brentino, dopo abitato Tessari sulla strada principale parallela alla A22 si incontra sulla destra il Cristo della Strada, dopo 100m passato un sottopasso subito sulla sx si parcheggia (lasciate auto fuori dalla sbarra) nei pressi di una fabbrica (maps link). Si segue carrareccia a dx della fabbrica verso S fino ad incontrare un traliccio della tensione. Lo si aggira verso S per vegetazione e ciottoli puntando ad un secondo traliccio. La traccia in breve diviene marcata e segnata da ometti e bolli blu che si seguono facilmente fino al comodo attacco segnato da un elfo alla base e sopra un chiodo blu.

Tot: 10/15 min dal P.


Relazione:

Difficoltà:IV, V, V+, 2 passi VI (V+ obbl.), TD-
Proteggibilità:R1
Impegno:II
Sviluppo:185 m
Tiri:6
Attrezzatura:NDA,  12 rinvii, friend 0.5, 0.75, 1, 2 e/o serie nuts
Esposizione:E -NE
Tipo di roccia:calcare
Periodo consigliato:primavera ed autunno
Tempo salita:circa 3h
Bellezza:****
Apritori:Matthias Stefani maggio 2018
Riferimenti bibliografici:Arrampicare in Val d’Adige – Monte Cimo
Tra il lago e il fiume, 2007 | Coltri S., Vidali B.,
Monte Baldo Rock | Cristiano Pastorello, Eugenio Cipriani – Vers SUD 2014
Cartografia:Kompass, foglio 102, Lago di Garda – Monte Baldo, scala 1:50.000

Relazione completa scaricabile

(aggiornato a nov 2022)


Relazione tiri:

L1: 40 m, IV+, 1 p. VI, IV, III

Partenza dritti per fessura fin sotto ad uno strapiombino che si affronta leggermente a dx. Traverso a sx (allungare protez.!) ma senza arrivare al fondo liscio del diedro. Si sale in verticale per placca seguendo i chiodi fino a vincere un difficile passo di convinzione (1 p.sso VI, o V/V+ e A0). Poi traverso in placca ascendente a sx e infine superare dei gradoni terrosi fino a rimontare un leccio. Una breve cengetta verso sx porta alla base del diedro vero e proprio. Sosta comoda su cordoni in clessidre e un chiodo.

Protezioni: diversi chiodi, clessidre e alberi

L2: 20 m, IV+ con 1 p. V, poi IV

Su per belle canne e placca lisciata dalle intemperie, più facile a farsi che vedersi, superando l’aggettante nicchia sulla dx. Proseguire ora lungo il diedro sfruttando l’ottima roccia lavorata fino ad una successiva nicchia. Sosta comoda su cordoni in clessidre e un chiodo.

Protezioni: 1 chiodo, diverse clessidre

L3: 35 m, V con p. V+, poi IV

Traversare orizzontalmente a dx per un paio di metri e vincere un movimento tecnico in placca (allungare il chiodo), riportarsi a sx nel fondo del diedro e salire con bella arrampicata sfruttando le canne e l’ottima roccia. Proseguire vincendo altri più facili risalti e placche fino ad uno strapiombo che sbarra il diedro. Aggirarlo alla sua dx e sfruttando una breve paretina si raggiunge la sosta su 2 clessidre con cordone e 1 chiodo. (ultima possibilità per calata in doppia)

Protezioni: 2 chiodi, diverse clessidre

L4: 30 m, III+

Sopra la sosta per bella roccia a gocce ci si porta alla base del grande tetto che si segue orizzontalmente verso dx su facile ma goduriosa roccia a concrezioni, fino ad una elementare cengia che porta alla comoda sosta su 4 chiodi.

Protezioni: 1 spuntone, 1 clessidra

L5: 35 m, IV+, V con 1 p. VI, IV, V

Rimontare la sosta e per placca lavorata, che aumenta di difficoltà man mano si sale, traversare verso dx. Dopo una decina di metri, alla base di un breve diedrino, passo tecnico strapiombante e non intuitivo, subito traverso a sx che dopo alcuni metri in placca permette di entrare nel bellissimo diedro bianco fessurato di sx, il quale si integra ottimamente con friends e nuts medi e conduce alla comoda sosta su un pulpito sospeso a sx (3 chiodi di cui 1 a pressione). Tiro chiave per continuità.

Protezioni: diversi chiodi

L6: 25 m, III

A sx della sosta per breve diedrino e poi in verticale su facile diedro appoggiato fin al bosco sommitale dove si sosta su alberi (libro di via).

Protezioni: 1 chiodo


Compagni:

rip del 04/10/2019: Silvia Corradi e Mephisto


Discesa:

  1. SENTIERO
    Per traccia verso N (a dx viso monte) segnata con bolli blu si scende dapprima in direzione N e poi E. Per bosco su ripido terreno detritico e terroso si scende o tramite facili ma delicate arrampicate di II oppure sfruttando le comode e numerose corde fisse con nodi nei punti più esposti.
    Possibilità di effettuare qualche doppia su maillon od anello (non rubare!) in caso di pioggia o piede non sicuro.
    Al termine ci si ricongiunge ad una comoda traccia che solca la base della parete e con andamento verso S in breve riporta all’attacco.
    Dopo 10m il sentiero si biforca in corrispondenza di un ometto adagiato su albero. Qui tenere la SX e scendere dapprima verso un grosso basamento di cemento e poi per ometti e tracce a ritroso fino al P.
    Tot: 30-45 min.
  2. Con 3 DOPPIE attrezzate della vicina “Cielo del Nord” (da evitare in caso di altre cordate sulla via). Abbassarsi una decina di metri sulla sx (viso a valle) e tramite una breve corda fissa si raggiunge il termine della via “Cielo del Nord” e quindi il primo ancoraggio di calata.
    • D1 = 32m, da S6 su catena tenere leggermente a dx (viso monte) e poi scendere nel canale tra la Diedro degli Elfi e l’ultimo tiro della Cielo del Nord fino alla sosta S5 su catena + 2 resinati (! friabile)
    • D2 = 32m, da S5 si scende verticalmente tralasciando la S4 e puntando più sotto ad una sosta su cengia sempre su catena resinata adibita solo per doppia.
    • D3 = 60m, si buttano le corde verso dx (viso a valle) evitando le piante sul pianoro sotto. Giuntici sopra si tiene la sx (viso a monte) fino ad una serie di strapiombini che ci permetteranno di divertirci nel vuoto fino a che si perviene alla base a circa 3 metri dal sentiero.

GPS:

Visualizza mappa ingrandita


Note:

  • Di tutte le vie di Brentino questa risulta una delle più abbordabili come grado ma non è da sottovalutare siccome dal sapore decisamente alpinistico. Occorre saper integrare, nel caso scendere in doppia con possibili incastri o traversi ed avere piede fermo, soprattutto nel catino finale pena scaricarsi sassi vicendevolmente.
    Quindi è raccomandabile come scoperta di questo magnifico luogo ma non come “prima” via alpinistica od in cordate non affiatate.
  • Rumore dell’autostrada e ferrovia infernali.
  • Consigliabile portarsi dietro un piccolo tronchesi e guanti per pulire un po’ l’accesso dalla fabbrica ai tralicci che risulta facilmente invaso dalla bassa vegetazione, soprattutto ad inizio stagione.
  • Colazione abbondante alla Opera Prima caffè e birra con piada post arrampicata dalla Gigia, fanno parte integrante dell’esperienza arrampicatoria Brentiniana. Buon divertimento.

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Ceraino La Prua relazioni rock climbing Sport Climbing val d'Adige

via degli Spazzacamini

La Prua

Pilastro Principale della Chiusa di Ceraino, 250m

Val d’Adige (VR)

La via si infila dentro all’impressionante camino che delimita a destra lo spigolo della “Prua”. Con questo itinerario Vidali e Girardini hanno dato inizio all’esplorazione delle verticali pareti della Chiusa settore sinistro. Tolto L 1 sul quale è richiesta attenzione e sensibilità sul friabile, la via offre roccia compatta e lavorata.
Si alternano passaggi in placca tecnica a camini di opposizione.

da Monte Baldo Rock

Apritori:

Beppe Vidali e Guido Girardini, dic 2007 – gennaio 2008

rispittata in chiave sportiva da Beppe Vidali e Sergio Coltri, feb-marzo 2018


Accesso:

da SUD, uscita VR N, poi proseguire su SS12 per Trento. Sempre sulla SS12 passare Bussolengo, Pescantina, Ospedaletto e Volargne fino a che non ci si immette nel suggestivo canyon. Giunti in prossimità del ristorante La Chiusa P a SX (maps link) 

da NORD, uscita ALA Avio, poi proseguire per Verona. Giunti in prossimità della suggestiva gola di Ceraino P al ristorante La Chiusa (maps link) 


Attacco:

dal P del ristorante La Chiusa imboccare verso S la ciclabile, seguirla per circa 500m fino a che sulla SX si intravede una area picnic con fontanella e staccionata su una condotta di scolo. Abbassarsi in essa e percorrerla fino a sbucare sotto l’evidente parete a pochi metri dall’attacco. 10 min dal P


Relazione:

Logistica
Itinerario via degli Spazzacamini
prima salita dic 2007-gen-2008:Beppe Vidali, Guido Girardini
Zona Montuosa Val D’Adige
Sottogruppo Chiusa di Ceraino
Settore / Parete / Cima La Prua – loc.Monte
Stato Italy
Località di Partenza rist. La Chiusa (VR)
Parcheggio rist. La Chiusa (VR)
Sentieri /
Punti d’appoggio rist. La Chiusa (VR)
Acqua SI. Appena prima del tunnel sottostrada
Dislivello avvicinamento [m] 0
Dislivello itinerario [m] 170
Sviluppo itinerario [m] 200
Quota partenza [m] 100
Quota arrivo [m] 300
Bibliografia utilizzata /
Cartografia utilizzata /
Difficoltà
Tipologia itinerario via sportiva su calcare
Difficoltà su roccia 6b+ (6a+ obbl)
Grado su ghiaccio
Qualità roccia da ottima ad eccellente
Proteggibilità R1
Soste La maggior parte su spit-fix
Impegno 2
Numero di tiri di corda 8
Difficoltà globale
Pericolo slavine / caduta roccia basso
Materiale NDA-14 rinvii
Esposizione prevalente W – NW
Discesa doppia o sentiero
Punteggio difficoltà
Nostra gita
Data gita sabato 13 luglio 2019
Tempo impiegato avvicinamento 10 min
Tempo impiegato salita 5 h (cordata 3)
Tempo impiegato discesa 45 min
Compagni Claudio Bassoli (L1+L2), Ivan de Iesu (L5+L6+L7)
Libro di via Si.
Giudizio 9,0
Consigliata Si. Ottima per le mezze stagioni
Link utili


Foto parete e via:


Schizzo:

Su gentile concessione di Beppe Vidali, schizzo antecedente la rispittatura del 2018 quando la via aveva ancora caratteristiche alpinistiche.

Mio schizzo

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Descrizione tiri:

tiro m difficoltà descrizione
L1 30 6a+, S1 Partenza su pilastrino con una fissa (ignorarla), poi diedro fessurato che occorre doppiare quando si chiude con passo in strapiombo sulla SX. Poi placca fino alla sosta su fix.
L2 30 6b, S1 A SX per bellissima placca fino a prendere la parte bassa di una lama ascendente. A metà passo tecnico. Uscita su placca e poi sosta comoda. Tiro sostenuto ma meraviglioso.
L3 30 6a, S1 Subito su placca con ingresso non intuitivo. Nel mezzo strapiombino poi a DX si perviene alla comoda sosta tra arbusti (tronchesi utili). Sosta comoda alla base del camino.
L4 25 5a, RS2 Dentro al toboga con facile arrampicata ma a volte polverosa e con protezioni distanti. Utili qualche cordino e friends fino al 3. Sosta scomoda appesi appena prima della chiusura del camino.
L5 20 6b+, S1 A SX in spigolo che diviene presto diedro strapiombante. Ci si porta leggermente in placca e poi più facilmente alla sosta sopra (se si vuole tenere le corde corte ed assistere ev. i compagni) sennò si risale un breve muretto sulla DX e poi per 5m di cengia orizzontale si sosta comodamente alla base della placca del tiro successivo.
L6 20 6a+ (A0), S1 Dritti su placca lavoratissima a gocce e concrezioni, a metà passo difficile (A0 su cordone o 6b+) poi su magnifica placca alla sosta sotto i tetti tra canne e flauti calcarei.
L7 30 6b+, S1 A SX su strapiombo a canne poi per atletici strapiombi con finale di placca con passo tecnico di aderenza. Tiro chiave, magnifico ma che richiede continuità.
L8 15 5c Non percorso
sviluppo 200 m
gradazione 6b+ (6a+ obbl.), S1, 2

Discesa:

  • 4 doppie (3 se non si percorre l’ultimo tiro). Noi abbiamo eseguito:
    • D1 = 50m, da S7 fino ad S5, stando leggermente a DX viso monte (il primo rinvii qualche fix prima di andare nel vuoto per 30m!)
    • D2 = 40m, da S5 (quella allestita alla sommità del camino, spit fix nuovi in parete) fino ad S3
    • D3 = 55m, da S3 fino a terra al centro della “fossa” invasa da edera
  • Per sentiero in loc. Monte dalla fine dell’ottavo tiro (soluzione non percorsa)

Compagni:

Claudio Bassoli (L1+L2) ed Ivan de Iesu (L5+L6+L7)


GPS:


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Note:

  • Meravigliosa via sportiva sul calcare fotonico della gola di Ceraino ma con sviluppo quasi doppio rispetto alla classica sponda occidentale. L’ottima spittatura sicura e ravvicinata la rende appetibile a molti, anzi del settore forse è la più facile ma occorre avere saldo il 6a+ a vista e non solo per il primo di cordata.
  • Colazione abbondante alla Opera Prima caffè e birra post arrampicata dalla Teresa al ristorante La Chiusa, fanno parte integrante dell’esperienza arrampicatoria. Buon divertimento.

Meteo:


Meteo Rivoli veronese


Bibliografia:


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