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Alpi Apuane relazioni rock climbing Sport Climbing

Dinko

Pizzo d’Uccello 1781m
Alpi Apuane (MS)

Trasferta giornaliera in territorio Apuanico.
Tentiamo la via Heidy che, almeno sulla carta, presenta bei tiri sportivi sull’ottimo calcare della Sud del Pizzo d’Uccello. Gradi ancora gestibili e la possibilità di uscire in vetta tramite la Tiziana, che era rimasta intentata la volta prima del Gran Diedro.
Alla fine sbagliamo la lettura della via e ci complichiamo la vita già dal secondo tiro, su una variante sopra le nostre capacità.
Rapido dietrofront con incastri di corde e distacco di massi. Ripieghiamo qui sulla più facile Dinko, la cui partenza prendiamo troppo a sx su una placca “delicata”.
Insomma l’inizio è tutt’altro che liscio ma poi alla fine la via scorre bene, un po’ discontinua e vegetata, ma con qualche tirello interessante.
Sbuchiamo nel canale detritico che adduce alla cima del Pizzo e corriamo in sommità per scappare alle nuvole che inseguono le nostre scarpette.
Le foto di vetta ed il sole mi confermeranno abbiamo fatto bene a venire qui oggi.
Non per l’arrampicata, ma per tutto il resto.

Tristezza vedere le montagne tagliate ed impacchettate in lastre, per la nostra effimera vanità.


Apritori:

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Difficoltà:

Obbligatorio:

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Sviluppo:

Quota:

Esposizione:

Ubicazione:

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Tipo terreno:

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Bellezza:


Accesso:

Parcheggiare al rifugio Donegani e salire il sentiero 37 verso W fino al passo Foce del Giovo (Giovetto) 45 min.
Ora la parete S del Pizzo è in bella mostra e si intravede tutta la salita.
Scendere quindi in direzione della parete, prima su sentiero e dopo su paleo e roccette fino ad una evidente placca che segna l’attacco.

Tot: 60/75 min


Foto tracciato:


Schizzo:


Descrizione dei tiri:


Compagni:

ripetizione del 30/05/2015 con Andrea Pellegrini.

Cordata amici vicino: Claudio Bassoli e Paolo Gatti.


Discesa:

Dalla normale del pizzo Uccello.


Note:

  • Spittatura distante ma integrabile con friends e nuts.
  • Via sportiva ma dal sapore esplorativo dunque salire e traversare spesso su terreno un poco friabile o con una linea forzata.
  • Consigliatissimo raggiungere dopo la cima del Pizzo d’Uccello ma attenzione al paleo bagnato che è simile per aderenza al ghiaccio vivo!
  • Via di ripiego siccome l’iniziale Heidi non siamo riusciti a trovarne il corretto svolgimento. Se fosse una esplorativa a chiodi che gira così in parete probabilmente sarebbe una classica di un certo ingaggio, con i fix messi più così pare un po’ una forzatura od un modo alternativo per arrivare in cima al pizzo d’Uccello.

Bigliografia:

  • Il gusto di arrampicare | B. Barsuglia, G. Cerboni: Alpi Apuane

GPS:


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Meteo:


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    Appennino climbing Pietra Bismantova relazioni rock climbing Sport Climbing

    via del Diedro

    Pietra di Bismantova

    Castelnovo Ne’ Monti (RE)

    A torto poco ripetuta.
    Risulta essere la naturale prosecuzione dopo le classiche Oppio o Zuffa-Ruggiero come trampolino di lancio per le altre più impegnative nello Spigolo dei Nasi, vero scrigno di salite magnifiche.

    Apritori:

    Giancarlo Zuffa, N. Ruggiero, 15 giugno 1969


    Accesso:

    In prossimità del centro di Castelnovo Ne’ Monti seguire le indicazioni per Pietra di Bismantova fino a raggiungere il parcheggio di Piazzale Dante (! a pagamento nei mesi estivi e festivi)


    Avvicinamento:

    Da Piazzale Dante salire la scalinata verso l’eremo e seguire le indicazione per la via “ferrata degli Alpini”.
    Raggiunta la parete, proseguire lungo il sentiero 699a, oltrepassando il settore del “Pilone Giallo” scendere a DX prima di una caratteristica volta rocciosa.
    Per tracce e corde fisse si taglia in basso la parete E evitando la ferratina ma salendo quando una fissa lo permette e sbucando su una larga cengia prima de il “Buco del Sambuco” o del settore Pornografie (se si è arrivati qui ritornare indietro o salire a SX per ferrata nel Buco del Sambuco)
    Alzando lo sguardo dovremmo essere sotto una placca alla cui destra sale un pilastro che forma un diedro ed in alto esce su un caratteristico diedro strapiombante a banana verso SX (L3) sovente bagnato.

    Nel mezzo del diedro c’è una pianta e si intravede una ottima e ravvicinata resinatura, siamo all’attacco della via segnata anche da scritta sbiadita.
    TOT: 15 min dal P


    Scheda della via:


    Schizzo:


    Relazione tiri:

    tiromdifficoltàfixdescrizione
    L1305c10Su per il diedro ed a volte portandosi in placca con bella arrampicata tecnica. Sosta su terrazzino (2 fix con catena ed anello). Tiro salito solitamente in moulinette e per questo protetto bene.
    L2305b/c9Salire verticalmente sulla sosta (friabile) e poi portarsi subito a destra a prendere il diedro che pian piano verticalizza fino a che si affronta con alcuni passi in Dulfer per uscire dallo strapiombino finale. Sosta comoda su un terrazzino a destra
    L3406a7 + 2 chOra la chiodatura cambia decisamente ed occorre armarsi di un po’ di determinazione. Salire sulla sosta puntando ad un alberello (1 ch) e poi prendere il diedro a banana ascendente verso SX che si affronta con arrampicata tecnica. Usciti dal diedro il terreno si fa più facile ma insidioso. Montare sul terrazzino con pianta (rinviare) e salire il pilastrino fessurato sulla SX e dall’apparenza friabile ignorando una sosta sulla DX. Integrare con friends o nuts fino a pervenire alla sosta  giusta su un terrazzino servito da 2 fix e catena. Tiro chiave per difficoltà e “tatto”, risulta essere pure spesso bagnato.
    L4155a2 fixAlzarsi dalla sosta verso SX su strapiombino ben ammanigliato. Immettersi nella facile fessura e poi alla sosta con catena su comoda cengia.
    L5455c8 + 1 chTraversare orizzontalmente verso SX (1 ch) stando sotto ai rovi (utili tronchesi). Raggiunto il diedro ignorare la vecchia sosta su chiodi e rinviando lungo proseguire in verticale con bellissima arrampicata, sino a quando questo diviene canale detritico. Se le corde scorrono bene ignorare la prima sosta ed andare sulla sommità per attrezzarla su un albero.
    sviluppo160m
    gradazione6a (6a obbl), RS2, TD, 2 imp.
    materiale: NDA+ cordini, friends #1 e #2

    Rientro:

    Seguire a sinistra il sentiero che costeggia la sommità (in direzione S-W), passare il punto trigonometrico e puntare all’uscita delle vie dell’Anfiteatro e li costeggiare un muretto di arenaria salendoci alla fine.
    Tagliare il pratone sommitale in direzione W fino ai pressi di un caratteristico altare in pietra, qui virare decisamente verso DX stando sul sentiero del ciglio della parete fino ad una conca chiusa da alberi e scendere per il sentiero alpinistico tracciato a bollini blu, che si trova proprio tra la sommità del Sirotti e l’uscita delle vie Anna e Vera.
    All’incrocio col sentiero 697 proseguire (direzione E) verso il Rifugio della Pietra e alla scalinata che riporta a Piazzale Dante.
    TOT: 20 min


    GPS


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    Bibliografia:


    Ripetizione:

    23/05/2010 con Mirko Razzaboni (scesi ad L3 bagnato)
    04/08/2012 con Mirko Razzaboni e Roberto Scagliarini
    25/04/2015 con Andrea Pellegrini


    Meteo:

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    Appennino climbing Pietra Bismantova relazioni rock climbing Sport Climbing

    trittico via Svizzeri + Mussini Iotti + Pincelli Brianti

    Pietra di Bismantova 1041m

    Castelnovo Ne’ Monti (RE)

    Simpatico concatenamento di 3 viette per chi è alle prime armi ma vorrebbe cimentarsi un domani su vie dal buon sviluppo.
    L’ingaggio è sempre basso ma metterle una dopo l’altra con una certa continuità e passo potrebbe risultare non così scontato.

    Apritori:

    diversi


    Accesso:

    In prossimità del centro di Castelnovo Ne’ Monti seguire le indicazioni per Pietra di Bismantova fino a raggiungere il parcheggio di Piazzale Dante (! a pagamento nei mesi estivi e festivi)


    Avvicinamento:

    1) via Svizzeri:

    Da Piazzale Dante salire la scalinata verso l’eremo e seguire le indicazione per il settore “Gare vecchie” appena sopra il rifugio e sotto all’imponente naso della Sfinge.
    Raggiunto il settore spostarsi verso dx nei pressi di corti monotiri per bambini spittati molto ravvicinato.

    Quando saremo proprio sotto al caratteristico tetto con passo del “Francobollo” con i piedi in un comodo piazzale detritico, davanti a noi si nota un diedro fessurato con vecchie piastrine artigianali sulla dx.
    Questa è la variante del primo tiro.
    TOT: 10/15 min dal P

    2) via Mussini Iotti:

    Si può scendere per il sentiero blu -> Sirotti -> UISP -> rifugio oppure (come abbiamo fatto noi) se le condizioni lo permettono, cioè non ci sono cordate o falesisti sotto, attrezzare una doppia da 50m che dalla uscita del Diedro dei Bolognesi conduce fino al primo tiro della Mussini Iotti (che ora parte solitamente da S2 della Pincelli Brianti).

    3) via Pincelli Brianti:

    Si può scendere per sentiero o doppia dal Diedro dei Bolognesi ed attaccare l’evidente pilastrino erboso e terroso del primo tiro al centro del settore Anfiteatro.


    Schede della vie:


    Schizzo:


    Relazione tiri:


    Rientro:

    Verso W e costeggiare un muretto di arenaria salendoci alla fine.
    Tagliare il pratone sommitale in direzione W fino ai pressi di un caratteristico altare in pietra, qui virare decisamente verso DX stando sul sentiero del ciglio della parete fino ad una conca chiusa da alberi e scendere per il sentiero alpinistico tracciato a bollini blu, che si trova proprio tra la sommità del Sirotti e l’uscita delle vie Anna e Vera.
    All’incrocio col sentiero 697 proseguire (direzione E) verso il Rifugio della Pietra e alla scalinata che riporta a Piazzale Dante.
    TOT: 20 min


    GPS


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    Bibliografia:


    Ripetizione:

    07/08/2014 con Gianluca Bulgarelli.
    Cordata amici Fiorella Marini e Marco Gasparini.

    Vie però già ripetute diverse volte singolarmente.


    Meteo:

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    Appennino beginner couloir Giovo Rondinaio ice climbing relazioni

    Canale ovest Gomito e var. Mi.Ni.

    Monte Gomito 1892m

    Uno dei canali più tecnici e caratteristici dell’Appennino.
    Peccato le piste da sci e la devastazione perpetrata nella val di Luce.
    Attaccarlo presto la mattina od una notturna con uscita all’alba dovrebbe donare ancora un sapore di scoperta.

    La variante Mi.Ni. è stata percorsa durante il primo tentativo per mancanza di verglass portante in parete. E’ una simpatica alternativa più semplice del canale W ma anche meno estetica e più soggetta ad essere secca.


    Apritori:

    Difficoltà:

    Obbligatorio:

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    Sviluppo:

    Quota:

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    Esposizione:

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    Ubicazione:

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    Tipo terreno:

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    Bellezza:


    Accesso:

    Dal Passo dell’Abetone seguire le indicazioni per la Val di Luce. Proseguire per pochi km su stretta stradina fino alla località sciistica, dove è possibile parcheggiare nelle immediate vicinanze degli impianti di risalita.
    (a pagamento oppure un poco più a valle gratis)


    Avvicinamento:

    Dal parcheggio si vede già interamente il canale, quindi dirigersi verso est, direttamente in direzione della parete.
    Attraversare le piste e salire senza percorso obbligato il cono che scende dal canale fino al suo restringimento fino a quando la pendenza inizia ad aumentare in modo deciso.
    Da qui è preferibile legarsi in cordata.


    Tracciato salite:


    Relazioni:

    Diretta W del Gomito:

    L1
    Salire questo tratto (pendenza 45/50° circa) superando un risalto ghiacciato a 65°. Proseguire su terreno più appoggiato fino alla base della soprastante fascia rocciosa. Predisporre qui una sosta per superare il successivo e più impegnativo tratto. Nel nostro caso le condizioni della neve hanno permesso di attrezzare una sosta (S1) utilizzando due fittoni (60m). ( Le condizioni trovate hanno permesso di percorrere questo primo tratto del canale in conserva protetta, mantenendosi sul lato sinistro per evitare gli accumuli della parte centrale)

    L2
    Salire verso destra seguendo la fascia rocciosa, e superare un primo salto ghiacciato (pendenza 80°). Proseguire alcuni metri su terreno più appoggiato e superare un secondo salto ghiacciato di 2m a 90°. SI apre a questo punto una bella rampa a 65° circa, invisibile dal parcheggio che, su fondo compatto e con pendenza costante, porta a ridosso del salto roccioso che scende direttamente dalla cima. Qui si trovano due chiodi su cui sostare e, nelle immediate vicinanze, un sasso incastrato con il quale è possibile rinforzare la sosta (S2). (55m, 65°, due salti ghiacciati di cui uno breve ma verticale, possibilità di proteggere con viti da ghiaccio e fittoni, sosta su due chiodi + sasso incastrato)

    L3
    Dalla sosta traversare per una decina di metri verso sinistra faccia monte abbassandosi leggermente, fino a portarsi alla base di una bella e regolare goulotte formata alla base del diedro parete sommitale. Le condizioni hanno permesso di percorrere questo tratto in conserva protetta, proteggendosi con fittoni o chiodi, posizionabili sulla parete destra della goulotte. Questo tratto si trova sotto l’uscita, e quindi è soggetto a scariche di ghiaccio e neve dalle cornici soprastanti ed eventualmente sassi dalla parete. Seguire la goulotte (65°) fino alle cornici che circondano l’uscita. Nella nostra ripetizione siamo usciti a destra rasente la parete (1 chiodo a pochi metri dall’uscita), sfruttando accumuli abbondanti di neve sulla nostra sinistra e la parete rocciosa verticale alla nostra destra. (80m, 65° continui, uscita su misto e accumuli abbondanti, 1 chiodo immediatamente prima dell’uscita. Nel caso non fosse possibile affrontare questa lunghezza in conserva, predisporre una sosta intermedia con fittoni o chiodi sulla parete di destra)

    Dall’uscita è possibile raggiungere in pochi minuti la cima vera e propria con croce di vetta a quota 1892m

    variante Mi.Ni:

    L1
    Salire il cono fino a che la pendenza va sui 45/50° circa, superare un risalto ghiacciato a 65° e subito dopo predisporre una sosta su fittoni (40m)

    L2
    si intravede sulla destra una grossa cengia mediana ascendente verso destra. Percorrerla fino a che diviene cresta e qui predisporre una sosta (utili chiodi) (30m)

    L3
    continuare a destra quasi orizzontalmente sulla cengia delimitata superiormente da una fascia rocciosa. Così in forte esposizione si guadagnano pochi metri mentre ci si porta sulla parete Sud alla base di un ampio canale dove fare sosta. (55m, 50°, possibilità di proteggersi con fittoni, chiodi e nuts)

    L4
    Proseguire nell’ampio e facile canale senza obbligo e in conserva protetta fino a portarsi in corrispondenza dell’anticima contrassegnata da targa commemorativa con chiodi (80m, 45°)

    Dall’uscita è possibile raggiungere in pochi minuti la cima vera e propria con croce di vetta a quota 1892m


    Discesa:

    Ci sono due possibilità:

    1:

    Si può scendere in direzione sud, raggiungere le piste da sci e seguirle fino all’arrivo. Questa soluzione è la più breve ed immediata.

    2:

    In alternativa, dalla cima del Monte Gomito 1892m, è possibile seguire in discesa la cresta nord, costeggiando un salto roccioso che si apre verso sinistra (ovest). Dopo un centinaio di metri una ripida rampa nevosa interrompe il suddetto salto, ed è possibile scendere nella conca sottostante piegando verso sinistra (ovest).
    Seguire la conca verso nord e, alla sua base, traversare verso sinistra (ovest) spostandosi quindi sul versante che sovrasta la Val di Luce. A questo punto il parcheggio è visibile, ed è possibile raggiungerlo scendendo lungo il fianco boscoso della montagna, fino a ricollegarsi alla partenza degli impianti di risalita. Da qui in pochi minuti si raggiunge il parcheggio.
    Questa seconda via di discesa, anche se più lunga, evita le affollate piste e si svolge in ambiente più bello ed isolato ed è quella che abbiamo percorso e suggeriamo.

    Tracciato della salita della diretta al canale W e discesa 2) a Nord

    Relazione scaricabile:

    relazione a cura di Gianluca Bulgarelli che ringrazio.


    Tempi previsti:

    • Dal P alla cima del m.Gomito = 1.5/3 ore (dipende molto dalle condizioni e dai tiri di corda usati)
    • Discesa 1 = 30 min
      Discesa 2 = 45 min/ 1h

    Compagni:

    12/12/2012 con Mirko Razzaboni

    09/02/2013 con Gianluca Bulgarelli, Roberto Scagliarini ed Andrea Pellegrini


    Materiale:

    • NDA, casco e ramponi 12 punte
    • 1 piccozza (meglio se 2 ed 1 con martello)
    • Corda min 50m
    • 2 viti da ghiaccio corte, 2 chiodi universali, 4 rinvii, 2 fittoni, alcuni cordini.
    • Kit autosoccorso da valanga: Artva, pala e sonda (ormai obbligatorio)

    Bibliografia:


    GPS:


    Visualizza mappa ingrandita

    Meteo:

    Bollettino Valanghe Appennino:

    Consulta il bollettino valanghe prima di partire!


    Web cam sul Giovo:

    Note:

    • Uno dei più bei canali del nostro Appennino. Peccato per la devastazione degli impianti di risalita che occorre si fermino qui.
    • Assicurarsi del bollettino valanghe aggiornato ed evitare di partire tardi. Il canale è soggetto a slavine.
    • In inverno artva, pale e sonda deve essere parte della N.D.A. (Normale Dotazione Alpinistica)
    • Se rimane del tempo segnalo la possibilità di eseguire esercitazioni di autosoccorso da valanga (anche 1 solo componente) in un campo Artva allestito a 100 m dall’Albergone Val di Luce. Link al GPS
    • La variante Mi.Ni. è stata quasi sicuramente già salita in passato ma non sono noti gli artefici. Simpaticamente gli abbiamo attribuito le nostre iniziali che con un gioco di parole fanno intuire essere una “scappatoia” rispetto all’altro bel canale di sinistra.

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    Salita var. Mi.Ni. del 12/12/2012:

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